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LE STORIE DI SANDRA La tempra di Elisabetta

Questo appuntamento lo dedico ad Elisabetta Silvestri (Elisa) figlia di Ida (razza a nuvaiol) e Filippo Silvestri e prima di undici figli nata il 28 /07/1929. Una donna forte e tanto bella, una donna nata già come prima figlia e che ha dato una mano fin da piccola a sua madre per crescere i tanti fratelli e sorelle. A quei tempi nelle famiglie numerose, i figli più grandi cominciavano presto ad essere responsabili verso i piccoli e in particolare le ragazze, arrivavano quasi stanche al matrimonio. Elisa aveva un viso e dei capelli che si notavano subito e un carattere di chi sa contare su se stessa e non vuole chiedere niente a nessuno. Con quella bellezza fu notata da tanti ragazzi che la guardavano ammirati, ma lei si innamorò di Achille Cortese anche lui uomo forte e dai bei lineamenti. Si sposarono il 20/09/1953 e dal loro matrimonio nacquero quattro figli. Salvatore mio caro amico d’infanzia e poi collega a scuola, Luciana coetanea di Patrizia, Antonio che tutti chiamavano leoncino, e Filippo detto Pippo o Pippone che fa lo stesso lavoro del padre e cioè il taxista. Quattro ragazzi così belli e vivaci. Salvatore e Pippo avevano riccioli biondi quasi bianchi, Lucianella e Antonio capelli più scuri. Lisetta e Achille con i figli abitavano dietro la spiaggia e io amavo quella casa con un bel cortile avanti a tre passi dal mare.

Lisetta lavorava in casa e ci teneva tanto alla pulizia. Ogni tanto anche lei riusciva a uscire un poco per incontrare le altre donne sullo spiazzale, ma solo per poco perché guardare quattro figli era faticoso mentre il marito andava a lavorare facendo il taxista. Pippo è stato coetaneo di mia sorella Marina e quindi stava spesso con me che essendo più grande, guardavo insieme a mia sorella i suoi amichetti. Lisetta sia in estate che in inverno apriva le finestre per far passare l’aria dicendo che le correnti erano buone e portavano via raffreddori e febbre pulendo bene l’aria. Spesso la domenica lei con i figli andava a trovare sua madre Idarella non per riposare ma per darle una mano. Insomma Lisetta lavorava sempre e diceva che guai a stare senza lavorare e che avrebbe voluto sempre avere la forza di farlo. Io ogni tanto andavo lì da loro con mamma e mi piaceva perché mentre loro parlavano noi otto bambini di ogni età giocavamo avanti casa a tiri al pallone. Achille purtroppo morì il 18/03/2002, ormai 21 anni fa e Lisetta perdendo il compagno della sua vita ha voluto dare ai figli l’idea di una donna forte e non di chi si lascia andare e io sono contenta di aver scritto per te cara Lisetta, anche tu donna unica e speciale che mi ha vista crescere. Ringrazio Salvatore Cortese per la collaborazione.

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