CULTURA & SOCIETA'

LE STORIE DI SANDRA Pasquale e i ricordi di quella pescheria

DI SANDRA MALATESTA

E il lavoro predominante della gente che mi ha vista crescere era la pesca e i tanti pescatori sono stati per noi una specie di supereroi. Li vedevamo lavorare tanto eppure sempre pazienti e cari con noi bambini. Cosi oggi ricorderò Pasquale Costa (detto Pasquale mares) perché anche lui per me insieme a sua moglie sono stati importanti. Il padre di Pasquale, si chiamava Raffaele ed era della Mandra mentre sua madre era di Ventotene. Dal loro matrimonio nacquero otto figli, cinque maschi, Luigi, Antonio, Carlo, Giuseppe e Pasquale, e tre donne, Aurelia, Livia ed Elena.I primi tre maschi andarono molto giovani a Roma per lavoro e si stabilirono lì, mentre Giuseppe (di cui parlerò a breve),e Pasquale restarono a Ischia. Io ero bambina quando mamma mi portò a prendere il pesce fresco a un banchetto che stava a Via De Rivaz di fronte casa di nonna mia. Fu la prima volta che vidi Pasquale, un uomo alto, magro, un bell’uomo dall’aspetto molto signorile. Pasquale fin da piccolo si appassionò alla pesca e fu il suo primo vero lavoro. Infatti vendeva il pesce fresco da lui stesso pescato.

Come succede a tanti anche lui si innamorò, ricambiato, di una bella ragazza non dei nostri vicoli,  Gilda Cenatiempo di Barano, e nel 1950 si sposarono. Che bella Gilda e che nome, un nome che poi dopo il 1946,  si metteva alle bimbe per ricordare il film con Rita Hayword “Gilda” e penso spesso che le figlie dei figli che portano questo nome sono state fortunate. Non molto alta ma così carina, con un sorriso dolce e sempre allegra. In tanti le volevamo bene. Dal loro matrimonio nacquero tre figli, Raffaele, Giovanni e Antonio, che sono cresciuti sulla nostra spiaggia giocando con tutti noi nelle nostre chiorme che comprendevano ragazzi e ragazze di ogni età. Man mano che la vendita del pesce andava bene, Pasquale decise di aprire una pescheria tutta sua nella prima traversa De Rivaz di fronte al mercatino Comunale. Quella pescheria divenne tappa obbligata per tante casalinghe che andavano al mercato e poi passavano da lui per prendere pesce sempre di buona qualità. Purtroppo il caro Pasquale morì nel 1975 ad appena 60 anni e fu un grande dolore per la sua famiglia e per tutti noi. Di lui ho un ricordo splendido, mi ha sempre chiamata: “figlia di Emma dove vai?” E io gli dicevo che mi chiamavo Sandra e lui sorrideva come chi fa uno scherzo. Oggi Pasquale sarebbe nonno di sette nipoti, Pasquale e Ciro figli di Raffaele e Nella( la cara e dolce Nella andata via troppo presto)  Pasquale, Gilda e Ciro figli di Giovanni e Ida, e Gilda e Gianluca figli di Antonio e Raffaella, e anche bisnonno di 10 pronipoti e io me lo immagino così felice di portare a passeggio i piccoli che lui amava tanto insieme alla sua Gilda,  una donna svelta svelta e sempre piena di faccende da fare. Gilda dopo aver lavorato in casa andava con i tre figli a dare una mano in pescheria e i bambini giocavano li intorno felici. Caro Pasquale sono il la figlia di Emma come mi chiamavi tu, e ho voluto ricordarti perché  sei stato un uomo speciale come tutti quelli che mi hanno vista crescere. Un uomo casa e lavoro sempre gentile orgoglioso della sua famiglia alla quale non faceva mancare niente. Un uomo che ha creduto di potercela fare lavorando sodo e puntando sulla freschezza dei suoi prodotti.Un uomo che dopo aver pesato faceva sempre un poco di sconto a tutti. Insomma un uomo da ammirare. Pasquale caro se mi vedi capisci anche che spero  con tutto il mio cuore che tu sia in pace accanto a chi hai amato in vita. Ringrazio Antonio Costa per le foto e le informazioni che mi ha dato.

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