CULTURA & SOCIETA'

LE STORIE DI SANDRA Quei tanti ricordi di giugno

DI SANDRA MALATESTA

Grandi movimenti ai primi di giugno nei nostri vicoli. Balconi aperti, panni bianchissimi stesi sui terrazzi, profumi di roba buona da mangiare più leggera di quella invernale. Sughi con il pomodoro fresco e basilico, spulcarielli (fagioli freschi), sogliole e merluzzo in acqua pazza per grandi e bambini che poi si consolavano ad “azzuppare” il pane in quel sughetto. Insalate di pomodori, patate, cipolle, olive, sedano, basilico, origano e quanto più roba si metteva più buona veniva. Insalata di fagiolini e patate, di zucchine e patate, primi piatti a base di vongole o con aglio olio, frittelle varie, e poi tanta frutta di stagione come in questo periodo le nespole. Io e la mia generazione non ha mangiato frutta invernale magari in estate e viceversa e siamo stati fortunati perché credetemi, un sapore mamma mia. Di pomeriggio molti giovani ragazzi andavano a fare “i menali”(rubavano) di frutta dagli alberi. Uno faceva il palo un altro si metteva sotto e un altro saliva sulle sue spalle. Io poche volte sono riuscita avevo paura, ma tanti miei amici arrivavano carichi di nespole, si sedevano sul muretto mangiavano e poi le ossa le facevano seccare perché ci potevamo giocare.

Nel frattempo ogni sabato e Domenica arrivavano le famiglie da Napoli accompagnate dalle sensali per fittare le case per i due mesi di luglio e agosto. Le mamme dicevano ai bambini di stare fuori e non sporcare perché la casa doveva comparire come si diceva allora. E tutti i bambini tornavano con fiocco e grembiule attorcigliato sotto braccia e pieni di sudore per gli ultimi giorni di scuola. Il tempo di posare cartella e altro e poi una semplice maglietta e un pantaloncino e..: “Mamma ci riesco a fare un tuffo a mare veloce prima di mangiare?” E chi poteva correva scalzo fino alla spiaggia e via a mare felici. Sudati quasi bagnati, ci tuffavamo. E io che sono cresciuta così, oggi ho paura se i bambini si tuffano sudati e dico sempre di asciugarsi prima. Una strana ansia ci ha presi tutti e stiamo a guardare ogni cosa mentre a noi ci hanno lasciati liberi e siamo diventati svegli e autonomi presto. Ma lo dico sempre, oggi vi sono tanti pericoli compreso macchine e motorini che sfrecciano e si deve per forza stare più attenti. Eppure quei primi giorni di giugno ci davano l’idea di essere in vacanza e quando arrivavano i villeggianti, tutti noi ci dicevamo: “Meno male che noi non andiamo in vacanza stiamo già in vacanza che bello”.Questo pensiero mi è rimasto e quando per anni sono andata in vacanza ovunque in Italia con la famiglia, mi sembrava strano che anche io preparavo valige. Vivere a Ischia e vicino al mare per anni e anni ha dato a tutti noi la voglia di fare tutto meglio, di essere sereni, di correre, di fare le calate, le gare a prendere “il funnale” cioè la sabbia del fondo e anche di pescare tra le cafoci della scogliera, mentre la nostra pelle diventava ambrata e tanti turisti volevano farci le foto, ma noi scappavano spaventate. Niente doccia a casa ma sotto la fontana a pezzi e i capelli si asciugavano al sole. Non smetterei di ricordare, e siccome i miei ricordi piacciono a tanti di voi cercherò di non smettere

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