LE STORIE DI SANDRA Ricordando Anna Amalfitano e Domenico Patalano

E scrivere di Domenico e di sua moglie Anna mi coinvolge tanto emotivamente, perché sono stata bambina con la mia mamma, spesso a trovare Anna, e perché mia sorella Marina è stata coetanea e amica della loro figlia Ersidia. Una dolce atmosfera circondava quegli incontri nel palazzo a Via Roma dove Anna e Domenico abitavano, e dove sarei rimasta sempre tanto, perché era così bello sentirmi accarezzata da Anna che sorrideva spesso, ed era una donna così dolce con un viso bellissimo, mentre Domenico faceva lezione di matematica in un’altra stanza con ragazzi che uscivano sempre contenti di aver capito. Domenico era figlio di Salvatore Patalano che morì nel 1953 per le ferite riportate in guerra e di Ersidia…che rimasta sola, riuscì a crescere 5 figli con forza e presenza e fu una donna da ammirare. Uno strano destino legò Domenico a Anna perché anche lei fu cresciuta da sua madre insieme alle sue due sorelle, perché suo padre così come il padre di Domenico, morì nel 1953 per un’infezione contratta in guerra. Anna era figlia di Domenico Amalfitano e di Loreta Di Meglio, una donna discreta e riservata che faceva parte della razza soprannominata Topa, appunto per il modo tranquillo e dignitoso di fare. Domenico e Anna erano stati cresciuti dalle mamme e da giovani si innamorarono, si fidanzarono in casa (ufficialmente), e poi si sposarono come si usava a quel tempo. Andarono a vivere a Via Roma in quel bel palazzo con un grande portone di legno. Dal loro matrimonio nacquero Ersidia, e poi dopo alcuni anni, Salvatore e Marco. Anna fu per quei tempi, una delle poche donne che lavoravano. Fu impiegata all’ufficio postale di Ischia, e si fece voler bene da tutti, perché sempre gentile, disponibile e pronta a dare spiegazioni e aiutare chi non riusciva da sola a fare varie cose.
Domenico invece aveva una mente matematica. Si lui aveva quella prontezza e quelle capacità razionali e logiche, di chi sa e intuisce al volo, e tutto ciò che fa della matematica e geometria, materie da capire più che da studiare per ore ed ore. Il professore Patalano come lo chiamavano tutti, insegnava matematica e fisica. Era stimato e amico della Preside Baldino e da tutti i colleghi. Spesso Il professore andava a trovare mio zio Gigino al negozio dove trovava anche zio Luigi e zio Umberto. È stato molto amico della famiglia di mamma e, in particolare di zia Melina anche perché vicini di casa per anni. Ma parlare di Domenico Patalano significa anche ricordare come era bravo ad insegnare e anche a fare ripetizioni di matematica. Si andava da lui sicuri di non essere bravi in matematica, e si tornava dopo poche lezioni, con la mente aperta, e pronti a lavorare bene capendo facilmente.Erano gli anni in cui a scuola si rimandava a settembre per le materie da recuperare, e tanti per riparare matematica, andavano dal professore Patalano. E io ho avuto per alunno, un suo nipote che porta il suo nome e devo dire che amava la matematica, così come un’altra nipote non mia alunna, ama la matematica. Sono stata contenta di ricordare Anna e Domenico perché con loro ho trascorso momenti dolci che sono rimasti in me. Ringrazio Annakiara Arcamone per aver collaborato con me e Salvatore Patalano per avermi procurato alcune foto.



