LE STORIE DI SANDRA Ricordando Giovanni Pettorino

Il mio amico Giovanni, lui che riusciva a organizzare in poco tempo viaggi fantastici, che la mattina presto preparava anche venti panini per tutti, che praticamente aveva un cervello che spazzava ovunque, che mi sorprendeva per quello che era in grado di fare, lui si mi manca e ci manca. Giovanni Pettorino era nato a Ischia il 16 ottobre del 1950, ma fu registrato il18 ottobre, da Michela Buono e Felice Pettorino, due genitori veramente cari per i loro tre figli, fin da ragazzo aveva mostrato un carattere aperto, socievole, altruista, anche se amava spesso stare da solo a creare. Ho sempre pensato che Giovanni fosse geniale per quello che riusciva a fare, a pensare, e un ragazzo come lui scelse di frequentare il Nautico dove si diplomò giovanissimo e, sempre giovanissimo, negli anni ’70 incontrò l’amore in Luisa Ferrandino figlia di Maria Buono e Vincenzo Ferrandino, una bella ragazza bruna, con cui si fidanzò riamato. Luisa studiava all’Università e, una volta laureata, fece domanda di insegnamento a Pordenone dove in quegli anni c’era più possibilità di insegnare. Giovanni che si era imbarcato, mostrava di non essere felice a bordo, e così tutto cambiò. Giovanni raggiunse Luisa a Pordenone dove lei aveva fatto la domanda anche per Giovanni che poteva insegnare educazione tecnica. In quegli anni a Pordenone e in altre province del Nord c’era più possibilità di insegnare e fare punteggio.
Giovanni e Luisa ebbero li a Pordenone nel 1976 il primo figlio Felice. Poi tornarono a Ischia ormai con la sicurezza di poter insegnare e Luisa divenne di ruolo alla Scuola Media Scotti di Ischia per insegnare materie letterarie, mentre Giovanni alle scuole medie di Barano per insegnare Educazione Tecnica. Nel 1978 nacque la seconda figlia Michela, e nel 1983 la terza, Maria. Giovanni fu un prof come diremmo oggi, a modo suo, molto empatico, travolgeva i suoi alunni che ancora oggi parlano di lui come di chi è stato fondamentale per quei loro anni. Giovanni costruì un forno a legna nella scuola per poter impastare e infornare pizze, insegnando tutto anche ai suoi alunni. Un uomo così buono di cuore, così senza malizia, come avrebbero detto le nostre mamme, io non l’ho conosciuto mai e resto convinta che lui fosse un genio, amato e ancora ricordato con affetto e rispetto. Quello che ho imparato viaggiando in tanti tutti insieme, è che per Giovanni problemi da non poter risolvere non esistevano, per lui tutto si poteva fare ragionando un attimo. Caro Giovanni mi ha fatto così contenta ricordarti, sei stato con Luisa e i tuoi figli parte di me e della mia famiglia, e Luisa tua moglie è una sorella per me. Ho imparato da te che il cuore non tradisce e che, volersi bene rende tutto più dolce. Ciao caro Giovanni sono sicura che se vedi quello che ho scritto dirai subito: “Sta caspita e Sandr ver sempre tutt bell”.Ti voglio bene. Ringrazio Michela Pettorino per aver collaborato con me.


