Le urne reliquiario dei santi coniugi passano anche a Forio e in ospedale
La storia dei coniugi Luigi e Zelia Martin era già arrivata in Cattedrale col grande Vescovo mons. Pietro Lagnese domenica 3 gennaio 2016 con la solenne celebrazione eucaristica delle ore 18,30 e le reliquie furono in pellegrinaggio presso le parrocchie e le famiglie della diocesi fino al 13 febbraio. Una spiritualità importante, fondamentale sulla famiglia che si rinnova dal 29 ottobre scorso a domenica 5 novembre ancora col grande Vescovo Pietro e l’infaticabile Parroco don Carlo Candido. Genitori di nove figli, tra cui Santa Teresa di Lisieux del Bambino Gesù e del Sacro Volto, la giovane carmelitana morta ventiquattrenne, Dottore della Chiesa con Santa Caterina e Santa Teresa d’Avila (carmelitana), e, altresì, Patrona delle missioni, pur non essendo mai stata in terra di missione. Un matrimonio di diciannove anni con l’arrivo di nove figli dei quali quattro morti in tenera età: Maria, Paolina, Leonia, Elena, Giuseppe Luigi, Giuseppe Giovanni Battista, Celina, Teresa (suor Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo). Nella loro giovinezza avevano aspirato ambedue alla vita religiosa, ma “galeotto fu il ponte” e precisamente quello di Saint Leonard, ad Alençon, perché su di esso si incontrarono i due e fu amore a prima vista in quell’aprile del 1858, quando lei sente interiormente che quello è l’uomo preparato per lei e dopo appena tre mesi si sposano pensando di consacrarsi alla verginità, ma il confessore, dopo dieci mesi, li convince ad aprirsi alla procreazione. E nascono i figli secondo la volontà di Dio, conoscendo le sofferenze e i lutti delle altre famiglie, soprattutto a quel tempo: la morte, in tenerissima età, di tre figli, tra cui i due maschi; l’improvvisa morte di Maria Elena a neppure sei anni; la grave malattia tbc di Teresa, il tifo di Maria e il carattere difficile di Leonia. Tutto accettato con una grande fede e con la consapevolezza ogni volta di aver “allevato un figlio per il Cielo”.
Delle altre famiglie condividono lo sforzo del lavoro quotidiano: Luigi col suo laboratorio di orologiaio con annessa gioielleria, Zelia nella sua azienda di merletti: lavori che assicurano alla famiglia una certa agiatezza, di cui tuttavia non si fa sfoggio e si insegna a fare del “di più” un dono agli altri. La carità concreta è quella che i figli imparano, accompagnando mamma o papà di porta in porta, di povero in povero e poi Messa quotidiana, Confessione frequente, adorazioni notturne, attività parrocchiali, ma soprattutto una “liturgia domestica” fatta di preghiera e catechismo imparato da mamma e papà. Scriverà la figlia Santa Teresa di Lisieux: “Il Signore mi ha dato due genitori più degni del Cielo che della terra”. A portarli alla proclamazione ufficiale di santità è stata l’inspiegabile guarigione, avvenuta nel 2002 a Milano, di un neonato da una grave malformazione congenita. Il 18 ottobre del 2015, durante l’Assemblea del Sinodo dei Vescovi (dal 4 al 25 ottobre), Papa Francesco li ha canonizzati a significativo Esempio di Famiglia: si crede più ai testimoni che ai maestri!
E la Cei (Conferenza episcopale italiana) ha più volte sottolineato che “nessun’altra istituzione deve assolutamente oscurare la realtà della famiglia con delle situazioni similari ispirate a ideologia relativista contro Leggi naturali e Costituzione”. Il dono del figlio è stabilito al paragrafo 2373 del Catechismo della Chiesa Cattolica: “La Sacra Scrittura e la pratica tradizionale della Chiesa vedono nelle famiglie numerose un segno della benedizione divina e della generosità dei genitori”. In un’intervista televisiva la veggente Mirjana da Medjugorje ha avuto il coraggio di ripetere apertamente contro la tendenza consumistica attuale: “Non abbiate paura di avere dei figli; dovreste piuttosto aver paura di non averne ! Quando i segreti saranno svelati, comprenderete perché era importante che voi aveste molti figli. Credete che io stessa spero di averne molti!”. Grazie, don Carlo Candido; grazie, grande Vescovo Pietro!
DIES DOMINICA – 31ESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
Oggi primo sabato del mese di novembre, tradizionale CENACOLO MENSILE MARIANO dalle ore 17,30 presso la Chiesa di san Rocco a Barano centro e S. Messa alle ore 18,30 col bravissimo Parroco don Pasquale Trani e la nuova Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria NS di Fatima pronunciata dal grande Vescovo d’Ischia Pietro il 13 ottobre scorso nella Chiesa di Portosalvo a Ischia Porto.
L’Eucaristia, culmine dei sette Sacramenti, ci nutre del Corpo e del Sangue di Cristo in questa vita, e ci prepara così “ a ricevere i beni promessi ”. Ma ci nutre effettivamente se poi diventiamo “ discepoli dell’unico Maestro che si è fatto uomo per amore “. Nella prima lettura dal libro del profeta Malachia (1,14 – 2, 2. 8-10) i sacerdoti si sono allontanati dalla legge di Dio; non sono fedeli alla sua alleanza; non lo rappresentano più presso il popolo. Sono diventati “ spregevoli e abbietti “. Nella seconda lettura dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi (1Ts 2, 7-9. 13) Paolo, che in certe circostanze ci appare fermo e quasi rude, ha nel cuore sentimenti di tenerezza materna per la sua comunità. I suoi fedeli sono da lui amati come proprie creature. Col Vangelo egli è disposto a dare loro anche la vita (amore=a immolarsi). Nel Vangelo di san Matteo (23, 1-12) Gesù rimprovera gli scribi e i farisei, i capi e i maestri del popolo. Non per quello che dicono e insegnano -che va accolto- ma per la loro incoerenza e infedeltà. Sono esigenti, rigidi con gli altri, ma accondiscendenti con se stessi: “ dicono e non fanno…Il più grande tra voi sia vostro servo. Chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato ”.
DUE NOVEMBRE
La prora dei viali esistenti
scivola dal lieto seno
alla soglia ignota d’Eterno,
emisfero solare di speranza,
amore mai deluso.
Lì,
nel cimitero di terracotta,
supine ombre stanche,
di loculi oppressi di polvere,
offrono ghirlande di perdono
a sculture di specchi,
riscatto di Croci.
“Pietà, Signore!”,
le mani umide tenendosi
di fili di pioggia senza parola,
né roba.
Soggezione d’errori.
“Eleison…Pietà!”
Dai lividi tumuli di rossore,
disagio di foglia anelante,
sì,
ritorno a immeritate radici
di verde.
Richiamo da questo autunno
passati nomi per cui orante
levai onnipotente saluto,
attesa di miei angeli, lassù,
figli di Madre Fedele,
a contraddire la morte
di pena!
A cura del professor Pasquale Baldino, responsabile diocesano Cenacoli Mariani, docente Liceo, poeta (e-mail: prof.pasqualebaldino@libero.it)