POLITICAPRIMO PIANO

Le verità di Vincenzo Morgera: «Vi racconto cosa succede a Lacco Ameno» 

Il presidente della Pro Loco, e aspirante candidato del “cantiere” presentato sabato scorso, a tutto campo a Il Golfo: partendo dall’annuncio di Domenico De Siano (non concordato), a fatti, misfatti e retroscena dei primi assaggi di campagna elettorale

Partiamo da sabato scorso e nello specifico dall’incontro che si è svolto a Lacco Ameno. Ti aspettavi tutto quanto successo e soprattutto avevi messo in preventivo anche commenti, dubbi e perplessità scaturiti in un momento immediatamente successivo alla conferenza?

«Francamente non posso dire di essere rimasto sorpreso. A “fine partita” avevo immaginato che si sarebbe alzato un polverone, anche perché la serata era andata in un certo modo. Noi dovevamo presentare questo cantiere, che ha visto Domenico De Siano invitare tutte le parti sociali e politiche del paese attorno a un tavolo con l’obiettivo di confrontarsi sui problemi per trovare le soluzioni. Io, anche per anzianità, ho avuto il piacere di aprire i lavori e nella mia introduzione sono stato abbastanza chiaro: ho ricordato che Lacco Ameno è piena di problemi e questo inizio di decennio ce ne pone tanti dinanzi. Io, peraltro, ne ho elencati solo alcuni per non tediare i presenti e ho fatto riferimento a depurazione, fognature, cimitero che versa in condizioni pietose, raccolta rifiuti, nodo da sciogliere tra balneazione e portualità. Ma onestamente c’è una cosa che mi preoccupa più delle altre, e che sto riscontrando negli ultimi anni con la Pro Loco».

Quale?

«L’annuncio del senatore? No, non c’era nulla di concordato ma si tratta di un’iniziativa legittima. Noi abbiamo aperto un tavolo e De Siano legittimamente – ha presentato la sua candidatura. Stiamo già discutendo di questo, non so dove si arriverà. Perché una cosa immagino sia chiara, la candidatura deve essere condivisa da tutti».

«La mancanza di entusiasmo da parte dei giovani. Ecco, la colpa più grave che va attribuita alle passate amministrazioni è stata quella di spegnere l’entusiasmo delle nuove generazioni, questa mi sembra una cosa oggettiva e davanti agli occhi di tutti».

Ads

Doveva essere soltanto l’occasione per presentare un cantiere, ma alla fine Domenico De Siano ha lasciato intendere di essere pronto a candidarsi a sindaco. E’ stato un annuncio concordato o vi ha colto di sorpresa?

Ads

«No, non c’era nulla di concordato ma in ogni caso si tratta di un’iniziativa legittima. Noi abbiamo aperto un tavolo e su questo tavolo Domenico De Siano – sottolineo legittimamente – ha presentato la sua candidatura. Stiamo già discutendo di questo fatto da due o tre giorni, non so dove si arriverà, se sarà quella o meno. Perché una cosa immagino sia chiara, la candidatura deve essere condivisa da tutti».

Insomma, non significa che i giochi siano fatti, per farla breve.

«Sicuramente quella di Domenico è una candidatura di peso, e notevole pure. Certo è più difficile dire no, ma stiamo cercando di trovare la quadratura del cerchio. In ogni caso non è una cosa che possiamo fare in ventiquattro, quarantotto e nemmeno settantadue ore. Ci vuole tempo…».

Senti, ma detto tra noi, siamo certi che qualcuno non sia rimasto stizzito dall’uscita del senatore e magari avrebbe gradito che di candidature si discutesse lontano dai riflettori? Insomma De Siano se la poteva risparmiare?

«I commenti dei grillini? Il Movimento 5 Stelle non ha raggiunto il 51 per cento e dopo il boom al Meridione di tre anni fa si è dapprima alleato con la Lega (che ha sempre parlato male del Sud) e successivamente col Pd, fino al giorno prima definito partito di Bibbiano, delle banche e degli inquisiti. Non capisco perché a Lacco non si possa invece ragionare con tutti…»

«Mah… “risparmiare” mi sembra un termine inappropriato. In fondo Domenico è un politico di razza, di lungo corso, non uno che si è improvvisato ieri. Ha ritenuto di dover presentare la sua candidatura e l’ha messa sul tavolo. Si è aperta questa discussione, stiamo procedendo e francamente non possiamo anticipare oggi le conclusioni cui si arriverà tra un mese e mezzo. Io per Lacco Ameno ho le mie idee, ne discuteremo insieme e vedremo il da farsi».

Ti sarà arrivato all’orecchio il fatto che i grillini non abbiano gradito la tua presenza al tavolo con De Siano…

«Certo che mi sono arrivate. Il fatto è che molti grillini sono noti per le loro particolari peculiarità:, in primis per l’intransigenza che li caratterizza. Ma mi sia consentito di sottolineare una cosa…».

Prego.

«Il terzo polo? Io non ho sentito l’amica Tuta Irace ma mi riservo di farlo in questi giorni. Però, a prescindere, c’è un dato di fatto che è ineluttabile: a Lacco Ameno non è così facile mettere su una lista, anche perché come recita un vecchio adagio questo è il legname che abbiamo a disposizione e da qua devono uscire gli zoccoli» 

«Il Movimento 5 Stelle ha un solo capo politico, non ha responsabili a livello locale e nemmeno provinciale o regionale. Uno ce n’è e vale per tutta la nazione. Io non capisco perché se su scala nazionale si possono chiudere accordi con soggetti di cui fino al giorno prima si era detto peste e corna, non si possa fare la stessa cosa nella piccola Lacco Ameno. Mi sembra un fatto di una banalità assurda. I pentastellati hanno vissuto il loro boom nel Meridione d’Italia quando tre anni fa il cinquanta per cento votò in una certa maniera: non ce l’abbiamo fatta ad avere la maggioranza assoluta, quindi ci siamo dovuti mettere d’accordo con un’altra rappresentanza politica. Che, guarda caso, era proprio quella Lega che aveva mortificato il sud fino alla sera precedente. E vabbene, ci siamo stati. E’ caduto per colpa di Salvini il governo e così siamo dovuti andare a fare un altro accordo politico con chi fino alla sera prima avevamo definito il partito di Bibbiano, delle banche, dei ladri, degli inquisiti e chi più ne ha più ne metta. E diciamo che mi sono ingoiata pure questa, perché davanti a tutto e tutti c’è l’interesse del paese. Ma benedetto Iddio, come è possibile pensare che qualcuno da solo possa raggiungere il 51 per cento a Lacco Ameno? E’ normale che a questo punto si apra il fronte della discussione politica con tutti gli interlocutori, senza per giunta firmare nessuna cambiale. C’è un ragionamento, in questo momento non c’è né la lista né il candidato sindaco. C’è soltanto la proposta presentata da Domenico De Siano».

Che fin qui è l’unica?

«Sì, è da discutere e concordare ma non ce ne sono altre in questo momento. Ripeto, è una candidatura pesante».

Non è mancata qualche critica anche social ad Aniello Silvio, seduto accanto a De Siano sabato scorso dopo che in tanti per anni lo hanno identificato come un baluardo dell’anti “desianismo”. Non posso non chiederti un passaggio…

«Non fa una piega, in fondo la storia di Lacco Ameno la conoscono tutti. E la storia è fatta di tante cose e di tanti momenti particolari. Io, per esempio, sono stato candidato la prima volta nel lontano 1975 con i socialisti, quindi stiamo parlando della preistoria politica di Lacco Ameno., Con De Siano abbiamo vinto nel 1997 e poi dopo due anni io e Antonio Trani ce ne andammo in disaccordo con una linea politica che non condividevamo. Da quel momento sono rimasto avulso dalla politica attiva. Aniello Silvio invece vi ha partecipato, e prendendone parte è chiaro che uno deve inevitabilmente esporsi e prendere posizioni. Qualche volta lo avrà fatto in maniera giusta, qualche altra sbagliata, ma questo ci sta. Ma ripeto ogni posizione è legittima: magari in un determinato periodo Aniello aveva un’idea e oggi l’ha cambiata. Ma ripeto, per rendere concreto lo slogan lanciato nei mesi scorsi, ossia “Un’altra Lacco Ameno è possibile”, occorrono fatti concreti. E, soprattutto, servono uomini nuovi».

«Pascale a casa? De Siano da consumato stratega ha fiutato che senza scompaginare le carte e lasciando tutto come stava si sarebbe potuta creare veramente un’alternativa a Lacco Ameno. E allora lui ci ha pensato un po’ sopra e ha anticipato i tempi. Per la serie, prima che la rivoluzione la propongano gli altri, cerco di farla io»

Allora, ricapitoliamo. C’è questo cantiere che potrebbe candidare Domenico De Siano. Poi c’è Giacomo Pascale che ha l’ambizione di riproporsi all’elettorato. E poi qualcuno dice che potrebbe spuntare anche il terzo incomodo. Tu come la vedi?

«Io non ho sentito, ad esempio, l’amica Tuta Irace ma mi riservo di farlo in questi giorni. Però, a prescindere, c’è un dato di fatto che è ineluttabile: a Lacco Ameno non è così facile mettere su una lista, anche perché come recita un vecchio adagio questo è il legname che abbiamo a disposizione e da qua devono uscire gli zoccoli. Ripeto, è indispensabile fare certi ragionamenti e riflettere se davvero si hanno a cuore le sorti del paese, perché assolutamente – al di là di sentimenti e prese di posizione – Lacco Ameno deve venire prima di tutto. Ed allo stato, parliamo di una realtà territoriale in ginocchio sotto tutti i punti di vista. Servono buona volontà e soprattutto uomini nuovi».

Io non voglio essere cattivo, ma visto che è la seconda volta che lo rimarchi è chiaro che mi viene inevitabile. Parli di uomini nuovi, ma con tutto il rispetto sabato a quel tavolo non ho visto “novellini”. Non rischia di rivelarsi un controsenso?

«Posso esprimere il mio sentimento e il mio modo di vedere le cose. Io, francamente, dico sempre che non me l’ha dato il medico di cimentarmi in politica. Ho tanta passione ed entusiasmo da mettere a disposizione del nostro paese e questo lo sanno tutti. Le mie idee sono qui, se ci sono le possibilità di ottenere un sia pur minimo cambiamento, allora non esiterò ad impegnarmi. Non posso pretendere magari una svolta epocale, ma voltare pagina è un qualcosa di non più differibile: zero per zero, me ne resto più volentieri a casa».

A proposito di casa, a distanza di qualche mese hai realizzato come mai Giacomo Pascale è stato mandato a casa dai suoi consiglieri terminando anticipatamente la sindacatura?

«Anche a questo riguardo, ognuno ha le sue idee. Per esempio, sento dire in giro che Domenico De Siano abbia mandato a casa Giacomo Pascale per invidia, il che mi sembra un qualcosa di surreale. Mi viene da ridere, penso a De Siano, ai ruoli che ha ricoperto e ricopre tuttora e la cosa mi pare ridicola. Francamente, se vuoi sapere la mia, Domenico De Siano da consumato stratega ha fiutato che senza scompaginare le carte e lasciando tutto come stava si sarebbe potuta creare veramente un’alternativa a Lacco Ameno. E allora lui ci ha pensato un po’ sopra e allora ha anticipato i tempi. Per la serie, prima che la rivoluzione finiscano col proporla gli altri, cerco di farla io. Domenico De Siano è un uomo dalla grande esperienza politica, non si è certo improvvisato ieri mattina».

Ma in buona sostanza, qual è la responsabilità maggiore da attribuire a Pascale?

«Dal mio punto di vista l’errore di Giacomo, se è giusto definirlo tale, è stato quello di aver continuato in questi quattro anni l’andazzo che ha caratterizzato Lacco Ameno negli ultimi quindici. Questo è un paese che lentamente è scivolato verso il declino, verso il baratro. Basta guardare il numero di negozi sfitti, le problematiche che affliggono il territorio sulle quali non mi ripeto, siamo davvero arrivati al ridicolo. Lacco Ameno sta vivendo un’agonia e dunque è presumibile che Domenico De Siano abbia avvertito e sentito un preoccupante campanello d’allarme, visto che ha come si dice in gergo l’orecchio a terra. A quel punto, ripeto, ha anticipato lui il cambiamento: non sappiamo dove andremo a finire, perché da qui alla presentazione delle liste ne passa di tempo. Io e un gruppo di amici siamo pronti, se riusciamo a ottenere una buona parte di quello che abbiamo in testa, allora siamo disponibili a collaborare. In fondo non faccio politica per interesse, ringraziando Dio vivo senza bisogno di stare in amministrazione o all’opposizione. Ripeto, non me l’ha dato il medico».

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex