CULTURA & SOCIETA'

LE STORIE DI SANDRA Franceschina Mascolo, un pezzo di storia di Ischia

E come potevo non ricordare la nostra grande Franceschina Mascolo sposata D’amico? Non potevo perché lei fa parte della storia di Ischia dei primi del novecento per quell’arte che aveva nelle mani e per la passione che ci metteva nel rendere sempre più perfetta e fantasiosa la sua arte. Franceschina nacque il 12 agosto 1918 terza di sette figli 5 femmine e due maschi dal matrimonio tra Anna Mancuso e Raffaele Mascolo. Fin da ragazza mostrò fantasia e voglia di creare, ma era soprattutto una bella ragazza sorridente, dai lineamenti delicati e dal carattere deciso. Era una donna moderna per quei tempi e amava il calcio e la squadra dell’Ischia che seguiva sempre andando a vedere le partite al Campo Rispoli. Fu in una di quelle partite che conobbe e si innamorò, ricambiata, di Nino D’Amico dagli occhi azzurri e dalle belle e lunghe gambe come diceva spesso lei. Scelse di essere sarta a16 anni e convinse il severo padre a mandarla a Roma a frequentare l’Accademia dove si entrava dopo aver superato un esame molto selettivo che lei superò subito e vi rimase due anni. Le chiesero di restare dopo il diploma, ma lei volle tornare a Ischia dal suo amore Nino con il quale si sposò il 28 Settembre 1941 e da quel matrimonio nacquero poi quattro figli Lucia, Anna, Gianni e Gertrude. Per seguire sempre i suoi figli Franceschina allestì il suo laboratorio di sartoria a casa e prese tante ragazze a cucire per lei giungendo ad averne anche 20. Man mano passò la voce, come dicevamo allora, della bravura di questa sarta che cuciva di tutto da abiti da cerimonia, a quelli da sposa, a costumi teatrali, insomma per lei niente appariva difficile. Ma Franceschina amava Ischia e la sua gente e io andavo spesso con mamma che era sua amica a casa sua per stare anche con la mia amica Gertrude.Lei era felice quando cuciva abiti per le spose ischitane, per ragazze che aveva visto crescere e lo fu ancora di più quando cuci gli abiti da sposa per quelle tre bellissime figlie.

I figli di Franceschina sono tutti belli e sorridenti come lei e suo marito e, come lei, amano l’arte e amano sapere e creare. Franceschina ha cucito per personalità importanti come Maria Gabriella di Savoia, alla quale cuci il vestito per partecipare ai funerali di Papa Roncalli. Cucì anche i costumi per il film girato a Ischia ” Il Corsaro dell’isola Verde” e Gianni suo figlio ricorda Burt Lancaster che andava a casa dove Franceschina cuciva. Lei però non si vantava di questo e non si montava la testa. Che bel ricordo ho di questa donna che mi piaceva tanto perché non era bigotta e perché sembrava capire tutti i nostri problemi di ragazze adolescenti. Ricordo che mi cucì un tubino per un matrimonio di colore blu non intenso. Era semplice e lei mi disse: “Tu devi mettere cose semplici ed eleganti perché sei ben fatta fisicamente e non puoi mettere cose vistose. Con questo tubino che fa vedere bene il tuo piccolo giro vita, starai benissimo” A me sembrò troppo semplice ma poi al matrimonio ebbi tanti complimenti e il giorno dopo andai da lei a stringerla forte. A Via Roma grazie a Franceschina sono venuti personaggi storici, attori, principesse, dame eleganti, e lei sempre china a cucire, ma ogni tanto sapeva prendere del tempo per sé stessa.

Cara Franceschina tu mi volevi bene e quando venivo a chiamare Gertrude per una passeggiata ci dicevi: “Una bionda e una bruna insieme, attente ci sono giocatori dell’Ischia in giro e cercano belle ragazze”. Fu così per Gertrude che sposò giovanissima un giocatore dell’Ischia e andò a vivere al Nord Italia. Sono contenta di scrivere di te e tanti leggendo mi daranno ragione se dico che sei stata una grande sarta ma, soprattutto una grande donna,che ha trovato sempre il tempo per la famiglia e i tuoi quattro figli sono venuti bene come le tue creazioni. Gianni ha tanto di te e non si ferma mai creando per i giovani tanti progetti.E si Via Roma mi cerca sempre in qualche modo e come te sono legata a quella strada. Riposa in pace Franceschina cara. Ringrazio Gianni D’Amico per la collaborazione.

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