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Legambiente Ischia, bilancio di fine d’anno

Gianluca Castagna | Ischia – Ambientalismo, tutela del paesaggio, difesa del territorio da ecomafie e abusivismo. Oltre 100.000 soci in tutta Italia, 20 Comitati regionali, 600 circoli locali e 30.000 volontari. E’ Legambiente, associazione di liberi cittadini coinvolti in buone pratiche di bellezza, partecipazione, coesione sociale e, naturalmente, difesa dell’ambiente in ogni sua forma. L’ultima grande battaglia, vinta, è stata l’introduzione degli ecoreati nel codice penale dopo 20 anni. Una riforma di civiltà che ha premiato l’impegno dell’associazione al fianco di cittadini, imprenditori onesti, forze dell’ordine e magistrati. Il Circolo Legambiente Isola d’Ischia è stato costituito negli anni ’80, conta oggi una trentina di soci ma tanti simpatizzanti e sostenitori. In questi anni molto è stato fatto in tema di consapevolezza ambientale, ma c’è tanto ancora da fare sul campo. Il Golfo ha incontrato Peppe Mazzara, Presidente di Legambiente Isola d’Ischia dal 2003. Scarichi fuorilegge e sfruttamento del territorio, turismo di massa e amministrazioni strangolate da logiche clientelari. Mazzara traccia un resoconto che lascia poco spazio all’ottimismo

Siamo alla fine del 2016. Che bilancio fa Legambiente Ischia in relazione ai temi della salvaguardia ambientale e della sostenibilità sul territorio? 

«Sostenibilità e salvaguardia del territorio sono state pie intenzioni e parole al vento anche nel 2016. Non si vede all’orizzonte nessuna svolta ecologica per l’isola d’Ischia. Il territorio viene usurato ed inquinato 24 h su 24 senza alcun intervento correttivo. Non è una visione apocalittica, ma la realtà osservabile dei fatti. Ci consola la certezza che non è mai troppo tardi per cambiare rotta e che regioni ben più rovinate della nostra sono state in grado di riprendersi abbastanza rapidamente quando si è deciso di intervenire concretamente».

Foto secondariaQuali sono le iniziative più importanti che avete messo in campo nel 2016 e com’è stata la risposta della comunità? Siete soddisfatti oppure no?
«Nel 2016 abbiamo ospitato ancora una volta Goletta Verde, segno della grande attenzione dell’opinione pubblica nazionale verso la nostra Isola, e in questo scorcio d’anno siamo riusciti a chiudere il progetto “Cittadinanza verde” con il comune e la scuola media di Lacco Ameno, un intervento pedagogico complesso e con forti caratteri di innovazione».
Il passaggio di Goletta Verde nell’estate 2016 sembra aver promosso il mare ischitano.
«
Anche se non hanno carattere istituzionale, le analisi delle acque fatte dai ricercatori della Goletta Verde dimostrano che il mare intorno all’isola d’Ischia ha una buona capacità di smaltire gli inquinamenti. Se si riuscissero a realizzare i depuratori (obbligatori, la Cee multerà l’Italia con centinaia di migliaia di euro al giorno se non ci si decide a mettere mano) il mare ischitano potrebbe recuperare la sua qualità biologica e di limpida balneazione in poco tempo. Certo, è sempre aperto il discorso degli inquinamenti puntuali, illegali, abusivi, tollerati. Pensiamo al danno di immagine ed economico che subisce tutto il territorio. Troppo spesso si chiude un occhio solo per non far rimettere soldi agli amici degli amici».

Area Marina Protetta Regno di Nettuno, si riparte. Ci credete? 
«Il Regno di Nettuno lo vogliamo e ci crediamo. Non ci sembra che si colgano ancora le prospettive di progresso aperte dall’istituzione di un’area marina protetta. Oltre alla tutela biologica e alla lotta all’inquinamento, il parco può catalizzare una filiera economica lunga, che va dai diving alla valorizzazione culturale, alla ricerca scientifica, all’ecologia applicata. Significa lavoro e valorizzazione della professionalità dei giovani. Altro che concorso per vigilini. Ovviamente l’AMP non catalizzerà un bel niente se viene lasciata a se stessa, come un’isola nell’isola».

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uid_1260acb6a4f.580.0Consumo del territorio. A che punto siamo con l’abuso edilizio, da sempre una delle vergogne più nere dell’isola d’Ischia?
«Gli abusi edilizi cesseranno quando non ci saranno più ischitani, perché la manipolazione del territorio fa parte della nostra cultura e la casa, anche abusiva, è il simbolo vivente del valore ” famiglia”. Questa energia “costruttiva” non potrebbe essere incanalata in altra maniera? Perché, dopo aver creato una serie di mostruosità edilizie non proviamo a dargli un senso urbanistico, estetico, di sicurezza, di qualità della vita? E’ improbabile che la spinta edilizia raggiunga i livelli dei decenni passati; tuttavia c’è sempre il rischio che da un giorno alla mattina un malato del mattone distrugga un bosco per farsi un tugurio. Ci vogliono anni, decenni, per riparare al danno. Direi che qui sarebbe importante un’azione di controllo più attiva delle forze dell’ordine, ma servirebbero anche politiche per la prima casa, per giovani coppie e per famiglie con scarsi mezzi. Pensiamo a quanto patrimonio abitativo potrebbe essere recuperato, riadattato, ristrutturato. Lo fanno in tutta Italia, a Ischia no».

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Turismo diportistico. L’idea di un approdo per megayacht a Ischia Ponte vi ha visti subito contrari. Perché il gigantismo viene preso ancora ritenuto un’opzione possibile per l’isola d’Ischia?
«La maggioranza degli imprenditori turistici sogna l’orda o anche l’orgia turistica…un miliardo di cinesi a Ischia! Ovviamente questa è fantasia. Ci sono dei limiti fisici, ambientali, anche sociali e psicologici. La nostra è una piccola isola ma queste fantasie legate alla quantità ci dicono molto sulla struttura economica isolana. Che dipende troppo dalla monocultura del turismo. Una miriade di piccole imprese familiari puntano sulla quantità per far quadrare il bilancio. Ma quello va bene per la singola azienda coincide con quello che andrebbe bene per l’ambiente e per tutto il territorio ?».

Cosa propone Legambiente?
«Anzitutto spalmare i flussi turistici durante l’intero anno grazie al termalismo. Un altro modo sarebbe quello di ridurre gradualmente la dipendenza dal turismo di massa attivando filiere economiche alternative, per un turismo più residenziale, legato alla cultura e all’istruzione accademica ecc. Per farlo ci vuole sempre un intervento pubblico sotto forma di incentivo o di investimento. Quindi per il momento lasciamo che l’albergatore sogni i cinesi e l’ambientalista sogni artisti, musicisti e studenti a passeggio per l’isola anche a novembre…»

Il comune più virtuoso e quello a cui assegnare la maglia nera.
«Non ci casco. A Ischia non esistono Comuni buoni o cattivi, le amministrazioni isolane seguono solo percorsi obbligati da mediocri interessi clientelari e da vincoli amministrativi. Di certo non ci sono velleità di cambiamento, anche se possono emergere singoli amministratori capaci che portano avanti, spesso in solitudine, progetti di effettivo interesse pubblico»

Come sono i rapporti con le altre associazioni del territorio? Vi incontrate, vi vedete, lavorate in sinergia oppure no?
«I rapporti sono buoni ma non particolarmente dinamici. In passato abbiamo cercato di consolidare accordi o progetti comuni, ma non è semplice. Da parte nostra c’è sempre un’attitudine di apertura e collaborazione».

Un obiettivo che vi prefiggete di raggiungere per il 2017.
«Censire e chiudere gli scarichi abusivi in mare. Spesso fanno bella mostra di sè senza vergogna, anzi con un certo compiacimento, come dicessero “E chi mi può toccare ?”. L’impunità non è più tollerabile».

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