CRONACAPRIMO PIANO

Legnini e Bonavitacola a Ischia, tra “film” già visti e promesse

L’assemblea pubblica si è rivelata in parte come una ripetizione di argomenti e questioni già discusse in precedenza tra commissariato, comitati e cittadini, mentre il vicepresidente regionale fissa un termine: «Entro il 21 agosto il piano regionale per la ricostruzione»

Grande partecipazione di pubblico ieri pomeriggio nella bella sala conferenze dell’Hotel Augusto a Lacco Ameno per l’assemblea voluta dal Commissario alla ricostruzione post sisma, Giovanni Legnini. Insieme al vicepresidente della regione, Fulvio Bonavitacola, e ai sindaci Giovan Battista Castagna, Francesco Del Deo e Giacomo Pascale, il commissario ha dato vita a un dibattito con la cittadinanza, alla quale ha illustrato il percorso verso la ricostruzione: «Si tratta di assolvere a un dovere di informazione diretta e di ascolto dei cittadini, una relazione che va coltivata», ha dichiarato Legnini in apertura di un incontro nel quale sono state rielaborate e sintetizzate le linee-guida della sua azione, per la verità già illustrate nelle scorse occasioni istituzionali. Il commissario ha spiegato che la sede ischitana del Commissariato a breve sarà resa nuovamente operativa, per soddisfare le esigenze di trasparenza sulle decisioni che verranno via via assunte, per poi elencare qualche dato a supporto della necessità di cambiare le regole per velocizzare le procedure di ricostruzione. A fronte di 1050 edifici danneggiati con schede Aedes, ad oggi ci sono 64 progetti presentati e depositati, o poco più: dunque un numero dunque molto contenuto. A questo ritmo, servirebbero diversi decenni, quasi un secolo, per arrivare a completare la ricostruzione. «C’è qualcosa che non funziona», ha sintetizzato Legnini, il quale ha spiegato che è possibile cambiare le regole in corsa. Ovviamente i progetti e le istanze già depositate dovranno andare avanti: nessun arresto di procedura, nessuna cesura tra oggi e domani. In ogni caso, grazie alla condivisione tra Parlamento, Governo e Regione si è riusciti a estendere a Ischia le norme applicate all’Italia Centrale.

Il Commissario ha poi illustrato i tre principali fattori che rallentano la ricostruzione.

LEGNINI TRACCIA IL CAMMINO

Il primo fattore è rappresentato dai condoni, sui quali si è già iniziato a operare in maniera risoluta e incisiva, chiedendo ai comuni tutti i dati relativi alle istanze per tre normative condonistiche. Legnini ha lodato la collaborazione degli enti, che hanno fornito i dati per capire quali ostacoli bisogna superare. Il commissario ha già svolto tre riunioni con la sovrintendenza: «Posso dirvi che entro pochi giorni raggiungeremo un accordo scritto con la Soprintendenza per superare le criticità e i punti più controversi», ha dichiarato. Con l’apposita ordinanza di semplificazione i cittadini potranno velocizzare l’iter: anche se il parere della soprintendenza non è pienamente favorevole, saranno illustrate le modalità per ovviare alle perplessità e ottenere il condono.

Il secondo fattore di rallentamento è costituito dalle procedure amministrative. Sussistono incertezze e mancanze di termini, oltre al mancato dialogo tra le varie procedure. La parola d’ordine è “concentrazione”: le procedure andranno cioè concentrate, rese chiare, comprensibili, e soprattutto certe. Di qui il bisogno di termini precisi, che il commissario si è impegnato a stabilire in una delle prossime ordinanze. Terzo punto, la pianificazione. Secondo Legnini, la normativa urbanistica post sisma isolana è comunque incisiva. Tuttavia, la legge 109 non impedisce la ricostruzione senza il piano regionale di pianificazione.

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Il commissario stesso si è detto convinto che si possa contemperare il diritto dei cittadini a presentare i progetti, con la pianificazione regionale e locale. Le due cose vanno messe in parallelo, secondo Legnini, e se non vi sono controindicazioni i progetti dei cittadini dovranno essere approvati. Intanto, per le opere pubbliche, è prevista un’ordinanza che acceleri la ricostruzione degli edifici istituzionali e quelli di culto. Gli atti arriveranno a breve, per consentire di velocizzare gli iter.

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Il commissario ha sottolineato l’importanza del principio di responsabilità, che grava su tutti gli attori, pubblici e privati: ciascuno dovrà fare la sua parte, in un’opera polifonica, il cui risultato dipende da tutti. Legnini ha quindi chiesto di dare fiducia alla sua azione, prima di lasciare la parola ai sindaci.

I SINDACI

Giovan Battista Castagna ha ripercorso brevemente il cammino normativo a partire dalla legge di ricostruzione, e il componimento della iniziale discrasia sul famoso articolo 25 che originariamente non equiparava gli immobili legittimati a quelli legittimi: «Il terremoto ha scoperchiato il vaso di Pandora di cinquant’anni di abusivismo, di inefficienze politiche». L’amministrazione Castagna aveva già iniziato un’opera di legittimazione di attività produttive presenti sul territorio. Il primo cittadino ha rivendicato questi e altri fatti, come l’aver sottolineato in tempi non sospetti l’impossibilità di procedere alla ricostruzione senza far riferimento alle tre normative condonistiche. Un tasto dolente è quello degli importi dei contributi di autonoma sistemazione, che sono praticamente dimezzati in un anno, a causa dell’ingiustizia sulla interpretazione dei “consanguinei”. Secondo Castagna, il piano di ricostruzione deve vedere i Comuni come primi attori al tavolo di redazione, perché sono quelli che possono indicare con maggiore puntualità le esigenze del territorio.

Da parte sua, il sindaco di Forio Francesco Del Deo ha riconosciuto gli enormi progressi conseguiti in questa prima fase dell’azione di Legnini: «Commissario, lei ha preso il torno per le corna», ha detto Del Deo, ringraziando Legnini e il dottor Bonavitacola, e dicendosi pronto a lavorare con tutti gli attori coinvolti per rendere la ricostruzione al più presto realtà.

Il primo cittadino di Lacco Ameno Giacomo Pascale ha elogiato il “cambio di passo” compiuto dal commissario Legnini sulla base della normativa esistente. Pascale ha dichiarato di apprezzare la maniera con cui il commissario condivide ogni fase preordinata all’emissione di atti e ordinanze. Il sindaco di Lacco ha poi notato il paradosso che costringe Legnini a dover trovare il modo di applicare principi che in realtà sono già leggi vigenti, a partire dal silenzio assenso.

BONAVITACOLA FISSA LA DATA PER IL PIANO

Non era scontato che Legnini accettasse l’incarico a Ischia, ha dichiarato il vicepresidente Fulvio Bonavitacola, ma non solo lo ha accettato: si è anche buttato a capofitto nell’impresa. L’incontro coi cittadini di ieri, secondo Bonavitacola, è un preciso impegno di servizio nei confronti dei cittadini. Il vicepresidente ha rimarcato il fatto che dopo il sisma del 2017, Ischia è stata “ospitata” nel decreto-Genova, senza ottenere una legge autonoma. Una legge che era una “schifezza”, come l’ha definita con franchezza Bonavitacola, il quale ha evidenziato l’iniziale discriminazione contro l’isola, escludendo il contributo per gli edifici con incrementi di volume o per quelli così gravemente lesionati da imporre la demolizione e ricostruzione. Con Legnini, Ischia viene quindi trattata come merita, senza privilegi ma anche senza discriminazioni. Tra l’altro la legge 130/2018 dimenticava che Ischia ha comunque un piano paesistico. Insomma, una legge-pasticcio, a cui si è dovuto mettere mano con decisione.

Il 21 agosto 2022 sarà il quinto anniversario del sisma: «Dobbiamo arrivare a quella data con il piano di ricostruzione pronto», ha dichiarato Bonavitacola, che ha lodato il percorso inaugurato da Legnini con la Sovrintendenza: «Sono convinto che la filiera che si è creata, tra regione, commissario e sindaci, sia adeguata alle esigenze del territorio». Il vicepresidente ha riconosciuto la complessità della ricostruzione, ma ha garantito che l’attuale cambio di passo porterà entro breve all’apertura dei cantieri.

IL DIBATTITO

Numerosi gli interventi del pubblico presente in sala, tra cui quelli di Annalisa Iaccarino che a nome di altri cittadini colpiti dal sisma ha sollevato questioni come quelle sul silenzio-assenso, sulle istanze di sanatoria rigettate, sulla priorità dell’esame delle istanze avanzate per le attività produttive e la questione delle ordinanze di revoca su aggregati a più piani.

Una voce piuttosto fuori dal coro è stata quella della signora Rosalba, la cui abitazione vicina all’epicentro ha subìto gravissimi danni dal sisma. Ella ha infatti posto un interrogativo che rovescia la prospettiva consueta di molti cittadini: «Un cittadino può andare via dalla zona colpita dal sisma, oppure è costretto a ricostruire in loco quella che potrebbe diventare la tomba dei miei nipoti?». Un interrogativo forte: secondo Legnini, il quale ha notato come invece la maggioranza sia ferocemente attaccata al luogo dove pure il terremoto ha colpito in maniera durissima, la risposta si troverà nel piano, mentre la microzonazione può già indicare il grado di pericolosità del sito ove sorge l’abitazione. In ogni caso, la tecnica attuale consente di ricostruire in loco con un alto margine di sicurezza. Legnini ha precisato che non c’è ancora il dato definitivo su quale sia l’entità del patrimonio immobiliare non ricostruibile in situ, ma non ci sarà da attendere moltissimo.

Anche l’albergatore Mario Romano ha posto una serie di interrogativi riguardanti le attività produttive, che da un lustro non hanno reddito: «I sindaci non parlano mai di attività produttive, che rimanendo chiuse non possono pagare le rate per le istanze di condono. I ristori non li riceviamo, mentre essi sono previsti per vari altri beneficiari». Secondo il commissario, bisogna comunque depositare il progetto, invitando l’imprenditore a comprendere i limiti dell’intervento dello Stato.

Vari altri cittadini hanno posto domande su casi particolari, come quelle di istanze di condono rigettato, casi per i quali Legnini ha detto di voler chiedere al sindaco Castagna un elenco delle casistiche, e di un avvocato che ha posto l’attenzione sulla ripresa delle demolizioni e delle attività esattoriali su imprese e cittadini, temi che – ha spiegato Legnini – necessitano di interventi legislativi.

Il consigliere comunale di minoranza di Casamicciola, Ignazio Barbieri, ha evidenziato le contraddizioni tra piano regionale e istanze comunali, mentre un cittadino ha sollevato il problema degli antichi edifici baraccali, per i quali la Soprintendenza richiede il restauro della originaria struttura lignea, cosa che impedirebbe il soddisfacimento dei requisiti per l’ottenimento del contributo. Secondo Bonavitacola, deve prevalere l’interesse alla ricostruzione dando priorità alle esigenze di sicurezza, e non quelle del restauro conservativo. L’ex sindaco di Casamicciola Arnaldo Ferrandino si è lamentato, come vittima del sisma, delle lentezze procedurali finora constatate.

Il finale della conferenza non ha mancato di fornire qualche spunto polemico quando Annalisa Iaccarino ha denunciato episodi di abusi in zona rossa e ha rivendicato la priorità delle istanze dei terremotati per i condoni, adombrando in relazione a Lacco Ameno presunte opacità sulle istanze dei terremotati che spiegherebbero certi comportamenti della Soprintendenza. Il sindaco Pascale ha risposto con veemenza a tale allusione, ribadendo che nessuna pratica di terremotati a Lacco è rimasta inevasa, come testimoniato dagli atti e da ogni autorità coinvolta nell’iter di ricostruzione.

Dopo circa due ore e un quarto, l’incontro si è concluso: nulla di sostanzialmente nuovo, ma l’incontro sembra aver messo le basi per passare dalla fase programmatica a quella realmente “operativa”.

Foto Franco Trani

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