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Suolo pubblico a Citara, Giacinto Mattera: «Contro di me solo fango, ora basta»

È un Giacinto Mattera arrabbiato ma estremamente lucido quello che abbiamo incontrato ieri mattina a Citara. Il titolare de “Il Panino” – che da tempo porta avanti la storica attività di famiglia – non ci sta ad essere dipinto come un delinquente, uno di quelli che – tanto per intenderci – viola la legge per mero tornaconto. Durante il nostro serrato colloquio (che si è svolto proprio all’interno della sua attività, alla presenza di un collaboratore e del suo socio), Giacinto Mattera ha portato avanti le sue argomentazioni con assoluta fermezza e senza mai abbassare lo sguardo. Per amore di verità, l’imprenditore non ha mancato di criticare aspramente il nostro quotidiano, reo a suo dire di aver riportato in prima pagina delle notizie infondate e di aver dunque danneggiato la sua immagine e quella dell’intero esercizio. «Ho una ventina di dipendenti, e il fatto che voi abbiate pubblicato notizie false mette in difficoltà non soltanto il sottoscritto, ma anche i miei ragazzi. Prima di gettarmi fango addosso, avreste potuto prendervi la briga di farmi una telefonata: invece di tutelare persone che lavorano tutto il giorno per procacciarsi da vivere, avete preferito non verificare le fonti e buttarmi in prima pagina solo per fare lo scoop».

A questo punto Giacinto, coadiuvato dai propri collaboratori, ci ha mostrato diversi documenti rilasciati dal Comune di Forio, che attestano il fatto che il titolare de “Il Panino” è in regola con le autorizzazioni necessarie per svolgere la sua attività. L’imprenditore, sempre carte alla mano, è poi passato a confutare le informazioni contenute nell’articolo che abbiamo pubblicato martedì mattina. «Come potete vedere (indica un’autorizzazione firmata dal dottor Vincenzo Rando, capo dell’ufficio tributi, ndr), non solo sono in possesso dell’autorizzazione a occupare il suolo pubblico (fino al 31 dicembre 2018, ndr), ma mi sono preso anche la briga, il 5 dicembre scorso, di comunicare al dirigente dell’ufficio tecnico, l’architetto Giampiero Lamonica, l’inizio delle opere interne di ordinaria manutenzione per l’adeguamento igienico-sanitario del mio locale. Un atto non dovuto – tant’è vero che anche le forze dell’ordine si sono stupite di tanto zelo – ma che ho comunque fatto per evitare che qualcuno potesse mettermi i bastoni tra le ruote e screditarmi gratuitamente per l’ennesima volta».

Dopo aver fugato ogni dubbio circa gli interventi che non sarebbero stati autorizzati, il Mattera ha tenuto a precisare che egli è titolare sia dell’attività del piazzale di Citara sia di quella sita nei pressi del porto di Forio. Priva di fondamento è dunque anche la notizia secondo cui la gestione de “Il Panino” sarebbe stata affidata a terzi. Giacinto Mattera ha confermato la presenza di un socio, ma ciò non vuol dire che la sua attività sia stata ceduta a un altro soggetto. L’imprenditore ci ha poi fornito il proprio punto di vista sull’argomento centrale del nostro articolo, ovvero la presunta lite che si sarebbe verificata lo scorso fine settimana proprio nel piazzale di Citara.

Il Mattera, con invidiabile aplomb britannico, ha negato di aver avuto un alterco con la signora Teresa Del Deo, e questo per un motivo molto semplice: il diverbio con la dirimpettaia non sarebbe avvenuto perché la scorsa settimana Giacinto, per motivi di natura personale che egli sostiene di poter documentare, non era presente sull’isola. Per questo motivo, ne deriva non solo il fatto che l’acceso confronto non si sarebbe affatto verificato, ma anche che Giacinto non avrebbe dunque avuto materialmente l’occasione di insultare Teresa e di gettarle del denaro contante addosso. Affermare con assoluta certezza chi abbia ragione e chi torto è impresa assai ardua, anche perché la controparte sostiene di essere stata ingiuriata e umiliata attraverso il lancio della banconota da cinque euro, gesto che è ormai destinato a diventare proverbiale. Quello che invece è certo è il desiderio di Giacinto di togliersi gli schiaffi dalla faccia: «La burocrazia e la giustizia italiane sono lente, ma io so aspettare: prima o poi alle persone che mi hanno danneggiato verrà presentato il conto. E quel conto, mi creda, sarà molto salato».

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