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Lello Topo, appello all’unità nel Pd ischitano

di Stefano Arcamone

 

Lello topo, consigliere regionale Pd e presidente commissione sanità. Sanità a Ischia e problemi Rizzoli: dalla mancanza di infermieri alla difficoltà di reperire anestesisti: la situazione appare drammatica. Come state affrontando l’emergenza?

«Mi preoccupa che non ci sia contezza di quanto stia facendo la direzione. L’ospedale continuerà ad operare, su questo non ci devono essere dubbi. Veniamo da 10 anni di sostanziale blocco. Da febbraio abbiamo iniziato un percorso che ci porterà in una nuova dimensione. D’Amore ha deciso di assumere altri 50 infermieri, una parte saranno assegnati al Rizzoli. Sono le politiche di rotazione del personale ed incremento di unità che in questi ultimi anni erano scomparse dall’agenda politica. Quello degli anestesisti  è un problema di tutte le Asl. Nelle ultime ore è stato siglato ultimo auto-convenzionamento, che risolverà in parte il problema. La linea però è stata tracciata: implementare il personale in servizio e rendere più efficienti le strutture. Ci vorrà qualche anno, ma ce la faremo».

Sembra che Valentina Grossi non goda più della fiducia del personale del Rizzoli. È in programma un giro di vite ai vertici dei presidi ospedalieri?

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«È una decisione che prenderanno i direttori di prossima nomina dell’Asl. Mi preoccupa quando si procurano allarmismi. Il tema della dirigenza degli ospedali è un’altra priorità che va affrontata. Servono direttori in grado di svolgere la loro attività, ma anche investire su personale e strutture è una priorità. La qualità del servizio dipende anche da chi opera, dal personale. Il tema del ringiovanimento è una assoluta priorità, sono dieci anni che non si assume. In questo anno abbiamo avviato tutte le attività di stabilizzazione del personale. Adesso però dobbiamo cambiare marcia e farlo in fretta».

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C’è chi accusa De Luca di essere troppo Salerno-centrico: basta dare uno sguardo al Burc per rendersi conto che è le risorse viaggiano soprattutto in direzione Salerno.

«Il primo che ha posto il problema della rappresentanza di Napoli, oltre che le politiche di Napoli, sono io. Non abbiamo pregiudizi, ma c’è un problema enorme che riguarda la rappresentanza della metropoli napoletana cui si accompagnano le scelte politiche più importanti. Vanno cambiate le politiche territoriali, la provincia di Napoli, con il suo bacino di oltre 3 milioni di abitanti, deve essere rimessa al primo posto nelle politiche regionali».

Da tanti anni amico dell’isola: i problemi sono sempre gli stessi, a cominciare dalla mancanza di depurazione. La Regione ha intenzione di realizzarli questi tre depuratori?

«Soluzioni alternative non ce ne sono. Il vero problema è che si deve coniugare l’esigenza di investimenti alla realizzazione dei progetti. Ricordo la polemica De Luca-Del Rio dopo l’approvazione del nuovo codice di appalti. Sono anni che queste opere non si completano. Il depuratore Ischia-Barano è stato addirittura commissariato. È l’ultimo atto, il segno del fallimento. Conosco l’isola ed i limiti dell’amministrazione regionale: rischiamo di trascinarci per altri anni ancora. Sono molto preoccupato perché gli anni passano ed i problemi non si risolvono. Ecco perché serve il lavoro di sindaci, devono essere in prima linea, uniti, devono essere portavoce delle istanze del territorio».

Altro grande tema sono i trasporti terresti: sull’isola funzionano una media di 20 autobus sui 42 necessari a garantire il servizio minimo. Anche in questo settore la Regione sembra navigare a vista, senza un programma strutturale i rilancio. Quali sono le azioni in programma?

«Chiuderemo questo capitolo negativo pagando 500 milioni di euro di debiti con un mutuo a 30 anni. Libereremo l’azienda dal peso dei debiti e le chiederemo di correre con le proprie gambe La ripartenza avverrà nelle zone dove il servizio gira da solo, e sull’isola gira da solo.

Quindi promuove il primo anno di governo di centrosinistra in Campania?

«Abbiamo trovato tantissime difficoltà ma siamo risusciti a far ripartire la Regione. Questo primo anno è servito a far partire alcuni progetti simbolo. Abbiamo deciso di portare via le ecoballe, storia tragica di rifiuti e cattiva amministrazione. Guardiamo ai prossimi anni con speranza, siamo una regione che risana, fa bonifiche, valorizza il territorio».

Il Pd campano è diviso in mille correnti e la batosta alle ultime comunali di Napoli sono il sintomo di un partito in difficoltà. Renzi vuole commissariare. È davvero questa la soluzione per rilanciare il partito?

«Non è una soluzione, il tema non riguarda solo Napoli. In Campania il Pd ha perso a Napoli città ma ha vinto in tutti gli altri comuni: Casoria, Castellammare, Villaricca, Frattaminore. C’è un problema a Napoli dove non siamo riusciti ad offrire una proposta politica credibile. Si riparte con i congressi, siamo un partito vivo: sono i giovani, le nuove leve del partito a dover essere i nuovi protagonisti. Dobbiamo riprenderci una autonomia e valorizzare le enormi potenzialità della nostra classe dirigente».

Il prossimo anno si vota ad Ischia con il probabile paradosso di due candidati in quota Pd, Enzo Ferrandino e Gianluca Trani. È una riproposizione in chiave locale del dualismo Casillo-Topo?

«Spero che si risolva, che la frattura tra le due correnti si ricomponga. Siamo una grande alleanza, spero che la stessa saggezza che stiamo ritrovando sia io che Casillo prevalga anche ad Ischia dove è necessaria una amministrazione autorevole e forte proprio alla luce del nuovo corso politico regionale. Il gruppo dirigente di Ischia deve rendersi conto che è più importante amministrare il territorio con efficacia che rincorrere quelle che sono in ogni caso legittime ambizioni personali».

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