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L’enoturismo e l’enogastronomia come leva dello sviluppo “sostenibile” del territorio

di Marco Gaudini
Prodotti genuini, vino e cibo in zone autentiche con ritmi tranquilli. Questa è fra le prime motivazioni di viaggio verso l’Italia e al primo posto come elemento di soddisfazione per i turisti stranieri. Il successo del turismo rurale si afferma con le degustazioni di prodotti tipici e visite in vigne e cantine associate, alla qualificazione e allo sviluppo dell’enoturismo.

Ischia, invece, continua a perseguire solo ed unicamente la strada delle terme, della terza età e del turismo “low cost”, quello del “corri a Ischia”, per intenderci. Una campagna pubblicitaria – secondo noi – sbagliata dove alla fine a rimetterci è il nostro territorio, la nostra isola. Dove il “guru pubblicitario” ha affiancato la formula del low cost all’Isola Verde creando un’immagine del tutto sbagliata che ha portato benefici solo ad un piccolo gruppo alberghiero, a danno dell’intero comparto turistico isolano.

E invece Ischia, per le sue caratteristiche, e per le sue risorse, deve puntare sulle sue grandi eccellenze al paesaggio, alla gastronomia tipica e all’arte. Tutti gli attori – pubblici e non – hanno un ruolo importante. Il miglioramento delle strutture ricettive e di accoglienza, la creazione di iniziative quali corsi di cucina e degustazione, e l’organizzazione di concerti, eventi culturali, seminari sulle tradizioni locali sono solo alcuni esempi dell’enorme panorama sul quale la nostra isola potrebbe affacciarsi.

Basta pensare che due eventi come “Andar per sentieri” e “Andar per cantine” hanno ottenuto un successo incredibile non solo con i turisti ma con gli stessi ischitani grazie alla lungimiranza di Leonardo Polito, presidente della Pro Loco di Panza.

Deve cambiare il modo di “pensare al turismo” dalle nostre parti. Per assurdo per pensare al futuro turistico di Ischia bisogna guardare al passato (come spesso mi suggerisce l’editore di questa testata, Ottorino Mattera) e diffondere itinerari culturali ed enogastronomici, infarciti dalla vera cultura del territorio.

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E allora ben vengano queste realtà imprenditoriali come “Terra Madre”, ben vengano sull’isola dieci, cento, mille Salvatore e Carla. Grazie a loro, come in un circuito virtuale, si potrebbe dare maggiore spazio alla tradizione ischitana dolciaria, vitivinicola e ai marchi, alle aziende e ai piccoli produttori.

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E allora perché non pensare, ad esempio, ad un “tour gourmet… Ischia nel mondo con i sapori!”? E’ questa la strada per uno sviluppo “sostenibile” dell’Isola Verde.

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