CULTURA & SOCIETA'

Ischia Ponte, al bar Monzù l’artista Ylenia Pilato espone sue opere in nome dei cuochi francesi

I Monzu' erano i cuochi di Casa Reale. La parola " Monzu' " viene dal francese Monsieur. In effetti i Borbone erano amanti della buona cucina francese. E qui da Monzu' la buona cucina è di casa. Oltre alla buona cucina, la cordialità e la professionalità dei titolari Alessandro e Luigi è indiscutibile - L’idea di mescolarsi con l’arte e le lettere ha fatto la fortuna di vari Bar prestigiosi di note città europee diventati alla lunga locali di incontri esclusivi di intellettuali ed artisti, poeti e romanzieri. Monzù ci sta \provando con mostre d’ arte di livello

Il Monzù di Ischia come il Caffè Greco di Roma e il Gambrinus di Napoli ? Non è proprio così, ma si sta sulla buona strada. L’idea di mescolarsi con l’arte e le lettere ha fatto la fortuna di vari Bar prestigiosi di note città europee diventati alla lunga locali di incontri esclusivi di intellettuali ed artisti, poeti e romanzieri. Monzù ci sta \provando con mostre d’ arte di livello.

Ecco che il Bar Monzu’ Food and Bar di Ischia Ponte dal 7 giugno fino alla fine del mese presenta in esposizione le opere dell’ artista Ylenia Pilato. Sorseggiando un buon caffe’, gustando un buon cornetto e ammirando le opere d’ arte si finisce col vivere un’ esperienza sensoriale che solo da Monzu’ è possibile fare. Un luogo che ha saputo trovare nuovi spunti di accoglienza nel proprio locale, che fa sicuramente la differenza. Già dal nome. I Monzu’ erano i cuochi di casa reale. La parola ” Monzu’ ” viene dal francese Monsieur. In effetti i Borbone erano amanti della buona cucina francese. E qui da Monzu’ la buona cucina è di casa. Teglie con parmigiane, patate al forno, insalata, gelati gustosissimi. Ce n’è per tutti i gusti. Oltre alla buona cucina, la cordialità e la professionalità dei titolari è indiscutibile. L’ artista Ylenia Pilato espone otto opere significative della sua produzione artistica. L’ opera dal titolo “Veri Peri Doll” è nata in occasione di una mostra dedicata al colore pantone veri Peri ed è dedicata ad una bambola cara all’ artista fin dall’ infanzia. L’ opera “Memories” narra di luoghi che sono rimasti impressi nel cuore e nella mente dell’ artista, tanti tasselli di memorie di viaggi come ricordi di vita.

L’ opera ” La Vigna d’ Oro”, esposta per la prima volta presso la Cantina Raustella di Serrara Fontana, celebra la natura contadina dell’ isola d’ Ischia. L’ opera ” Sweet Dreams” è una fiaba dedicata ai più piccini e a tutti quelli che amano sognare. Raffigura un angelo su un unicorno alato circondato di fiori e di farfalle. L’ opera ” Glamour ” raffigura una donna vestita con un abito couture, circondata da fiori- farfalle giganti. L’ opera ” Grazia Felina” è un tributo alla bellezza, alla femminilità ed alla grinta. L’ artista ritrae una donna circondata da fuori e da due felini. Un’ opera che lancia un messaggio diretto: la voglia di rinascere con la grinta dei felini e con la grazia dei fiori. L’ opera ” Fluidity “, nata ascoltando musica con frequenze di Schumann, è portatrice di un messaggio: bisogna prendere la vita con leggerezza, con fluidita’ appunto, ascoltando la nostra interiorità e dando voce alla spiritualità. L’ opera ” Lady Rose in giardino” , esposta in occasione dell’Ipomea del Negombo, raffigura una lady elegante in stile inglese in un giardino fiorito. In particolare, nelle opere di Ylenia colpiscono i dettagli, soprattutto fiori e farfalle.

Queste ultime diventano quasi un dettaglio di stile. Basti pensare che ultimamente c’è l’ ascesa nell’ iconografia di moda di queste creature meravigliose. Anche sulle passerelle si sono posate molte farfalle. L’insetto, simbolo di resurrezione e metamorfosi nell’ immaginario comune, ha fatto il suo debutto sulle passerelle degli anni ’20 durante il periodo surrealista. L’ intento del movimento era quello di rendere nuovo ciò che è familiare sotto forma di una nuova realtà onirica, non sorprende dunque che sia stata proprio Elsa Schiaparelli, amica intima di Salvador Dali’ e Man Ray, la prima vera paladina de les papillons nella moda con la collezione estate 1937. L’artista Ylenia Pilato è sempre stata attratta da queste creature dai colori vivaci e variopinti. Nelle sue opere ci sono sempre alcuni dettagli di moda. In ogni sua creazione, Ylenia aggiunge quel tocco da stilista. Abbiamo avuto modo di intervistarla presso il Bar Monzu’: “Accolgo con immenso piacere l’ invito ad esporre in questo luogo accogliente. Un quadro, oltre ad armonizzare una parete, offre sempre spunti interessanti di conoscenza degli autori”, rivela con entusiasmo Ylenia.

Spiegaci meglio la tua tecnica del collage:” Comunicare con i tessuti introspezione ed emozioni per me è meraviglioso. Perché l’infinita’ di combinazioni di tessuti, colori ed incastri, mi permette di tradurre sulla tela la mia interiorità. Sappiamo che come tecnica artistica vera e propria il collage nasce all’ inizio del Novecento e fin dagli anni ’30 aveva interessato parecchi artisti, per la libertà espressiva che offriva attraverso l’uso di materiali insoliti e inusuali. Basti pensare al maestro Funiciello che era stato il fautore del collage qui ad Ischia. Il collage rappresenta, quindi, un significativo momento dell’ arte. Esso denuncia il desiderio di recupero della materialita’, l’aspirazione a restituire all’ arte una sua connotazione anche fisica; si pensa insomma di recuperare un vero e proprio corpo a corpo con la materia dell’arte nei suoi aspetti più disparati”, spiega Ylenia.

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Cosa significa per te il collage? ” Per me il collage è una sorta di arte terapia. La composizione di ogni mia opera di collage è diversa. Il suo contenuto si rivela così ricco e suggestivo che mi permette di lavorare a fondo sui miei processi emotivi e percettivi. L’ aspetto più interessante di questa tecnica non è tanto la precisione dei rilievi o la qualità estetica dei lavori che anche sono importanti, quanto il grande potere immaginativo ed evocativo che viene reso dalla scelta dei diversi materiali, dalla tipologia dei soggetti e dalla loro particolare e unica rappresentazione, specchio della mia personalità. Mi viene in mente Arnheim ( ” L’ immagine e le parole”) , che sottolinea la continuità esistente tra percepire, rappresentare e fare arte. Secondo l’autore, nelle forme artistiche si condensa un significato che è reso percettivamente proprio perché l’ artista non si limita a selezionare certe qualità del mondo sensibile, ma determina anche un ordine e una struttura in cui le forme entrano un precisi rapporti e creano una particolare dinamica espressiva.

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Per quanto mi riguarda, aggiunge Ylenia, la dinamica del lavoro con il collage è una sorta di metafora delle funzioni percettive relativamente alla selettività e al mondo personale di riorganizzazione degli elementi. Nel campo delle forme e dell’ arte visiva, la composizione dipende dalla loro disposizione nello spazio sulla tela, dalla sovrapposizione, dai colori, ecc. Tutte queste relazioni tra le forme si caricano di significato dinamico sottolineando i nessi strutturali tra gli elementi. Ecco come un collage, con la sua particolare disposizione di frammenti che formano una nuova unità pregna di senso e di specchio della personalità, diventa un mezzo di comunicazione.  I vari ritagli e inserti che scelgo ed il loro modo di combinarli insieme ha un valore speciale, perché si tratta di immagini che parlano di me o meglio del mio immaginario. La tela bianca che prepara al collage diventa lo schermo su cui proiettare personaggi, emozioni, una sorta di filo di Arianna che conduce attraverso il labirinto dell’ inconscio. Esso permette di mettere in scena la mia fiaba interiore. Ed ecco che i frammenti del collage si esprimono, parlano. La fase di assemblaggio direi che è il momento più importante , è la fase creativa che più attinge al mio immaginario e che lo mette in relazione con il mondo scegliendo di mostrarlo in una forma precisa. È come nascere di nuovo, ogni volta mentre creo… qualcosa che ha a che fare con il delineare una forma di esistenza, dal magma indistinto delle immagini spingere il mio ” ritratto ” fuori, verso il mondo, visibile a tutti”, conclude l’ artista Ylenia Pilato. In questi giorni invitiamo tutti ad entrare al Bar Monzu’, vi troverete avvolti dal fascino dei colori e dalla vivacità di un’ arte che si lascia amare. Godendo un duplice assaggio che tocca i sensi, la vista di un’ arte che merita l’ applauso e il gusto con le buone cose dolci e salate che Monzu’ prepara con tanto amore. 

Fotoricerca ed Elaborazione di Giovan Giuseppe Lubrano

Collaborazione: Ylenia Pilato

antoniolubrano1941@gmail.com

info@ischiamondoblog.com

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