CULTURA & SOCIETA'

Torna la sagra del vino e della saucicciata

Appuntamento domani sera a Fontana con un evento che torna dopo lo stop imposto dalla pandemia. Buon cibo e tanto divertimento per una serata che promette scintille

DI ARIANNA ORLANDO

La sagra del vino e saucicciata è una manifestazione folkloristica, a carattere contadino, di cui la comunità fontanese vanta orgogliosamente la maternità. Ancora oggi, di fatto, questa sagra è l’illustrazione della più ventrale cultura di Fontana d’Ischia, un piccolo paesino che non è dotato sicuramente dei comfort e nemmeno delle modernità che caratterizzano altri luoghi dell’isola e che proprio per questo ne conserva intatto lo spirito autentico. La sua conformazione riluttante all’innovazione e alla modernità è il senso per cui Fontana è, a rigore, uno dei pochi luoghi su quest’isola in cui è davvero impossibile trovare vetrine luccicanti ma è possibile rinvenire le foto degli anni 80 in calcestruzzo e ossa.

La saucicciata, termine che riflette la lingua vernacolare fontanese in quanto è un derivato di sauciccia(ossia salsiccia), è così chiamata perché la buona salsiccia fontanese, prodotta da macellai che tramandano il mestiere da padre in figlio, è la protagonista indiscussa della sagra, accompagnata dal condimento dei friarielli o delle melanzane, enfatizzata dal fresco vino dell’Epomeo. Se pensiamo che la saucicciata è oggi uno degli eventi più importanti del folklore ischitano, dobbiamo riconoscere un grande merito a quel gruppo di ragazzi che nel 1976 idearono la sagra sulla scia di un’antica tradizione per cui, in occasione della raccolta della neve nelle fosse della Falanga, si arrostivano i saraghi e si beveva vino. Da quella domenica del 29 agosto 1976, la sagra del vino e della saucicciata procede di anno in anno e accoglie non solo il popolo ischitano ma anche numerosi turisti curiosi e amanti del buon cibo. La sagra del vino e saucicciata è però anche una manifestazione culturale perché di fatto rappresenta ciò che Fontana è stata ed è tuttora: un luogo di natura intatta, in cui la sveglia è il sole che sbuca dal Vesuvio- e i fontanesi lo vedono dalla piazza di Sant’Antonio-, in cui i tempi sono scanditi dall’alternarsi delle coltivazioni, in cui gli anziani sono ancora gli aedi del passato e cantano le memorie tenendo vivi gli antenati che non ci sono più.

L’ “anti-modernità” di Fontana, se così volessimo chiamare quell’atrggiamento di critica nei confronti di ciò che non è mai cambiato, consente ai morti di mischiarsi ai vivi perché se essi, quelli che furono stati vivi pure cento anni fa,tornassero, troverebbero lo stesso bar e lo stesso gioco di carte e la stessa piazza e le stesse strade e le stesse strutture di casa perché nessuno in questo luogo li ha dimenticati e ogni cosa si auto-conserva come se se  ne stesse aspettando il ritorno. E siamo certi che loro riconoscerebbero i fontanesi e i fontanesi li riconoscerebbero perché li hanno conosciuti nelle storie, nelle tradizioni, nelle cappelle votive delle case. La tradizione della Sagra del vino e Saucicciata non è solo l’esibizione di una tradizione contadina, che superficialmente molti ritengono superata, ma è il senso di un sentimento interno, ventrale che scorre di madre in figlio e figlia, che si eredita, che piace, che nutre il senso di sentirsi figli di una terra che cristallizza il passato per le generazioni future. I fontanesi sono orgogliosi della loro sagra che si terrà nuovamente, dopo due anni di stop a causa del covid, il giorno 4 agosto. Sfileranno nuovamente i fontanesi in abiti tradizionali, si infuocheranno le braci e sfregoleranno le salsicce sui carboni ardenti, scrocchierà il pane, profumeranno di olio i friarielli e le melanzane, dal ventre della terra all’uva e poi, infine, al vino scorreranno i succhi della vita. Ci saranno Denis Trani, Ivan Matarese e il M.Peppino Iacono a impreziosire l’aria di note calde, ci saranno i comici Marco Critelli e Francesco Procopio e i volteggi degli allievi e delle allieve di Mary Sportiello. Saranno di nuovo orgogliosi i fontanesi della Sagra dei padri che era loro e ora è nostra, saranno di nuovo orgogliosi i fontanesi del vino, dell’uva, di Tifeo che-invitato alla festa- posa il capo sulle terre fertili e bacia i vigneti.

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