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Canone Rai, ufficiale: dal 1 gennaio a rate nella bolletta Enel

Non più 113,50 per il canone Rai che viene ridotto a 100 euro, importo che si pagherà con la bolletta bimestrale dell’utenza elettrica, per il nuovo anno a partire da Luglio, proprio per i dovuti tempi tecnici necessari per l’adeguamento dei sistemi di fatturazione. E così, dopo la “rata unica” dell’intero importo a Gennaio, poi lo sdoppiamento in due rate da 50 euro ed ancora le sei rate da  16,66 euro, la “bufala” che il canone venisse richiesto anche solo per il possesso di altri device come pc, tablet e smartphone, sembra dunque oramai definito il meccanismo di applicazione della tassa che nella versione approvata in commissione, viene divisa in 10 rate mensili e richiesta solo in caso di possesso di un apparecchio televisivo. In pratica però il canone sarà pagato ogni due mesi con l’arrivo della fattura e quindi in 5 rate da 20 euro ciascuna. Importante senz’altro  la dizione del testo che in relazione all’importo della rata tiene a specificare ” è oggetto di distinta indicazione nel contesto della fattura emessa dall’impresa elettrica e non è imponibile ai fini fiscali”.  Diciamolo con chiarezza: l’idea di ” infilare ” in bolletta il canone Rai, proprio quella tassa che gli italiani pagano con più fatica per mille motivi, validi o meno, non è impresa da poco conto ma la prima legittima riflessione che sorge è quella relativa allo slogan con il quale il Governo dell’h aspirata ha proposto azione di convincimento: “pagare tutti per pagare meno“. Per la verità una riduzione di poco più di dieci euro sul canone non corrisponde, sul piatto della bilancia, al reale recupero che si è inteso perseguire facendo pagare tutti o forse tutti. In parole semplici, se come si sostiene, l’evasione del canone sia stimata da fonti autorevoli intorno al 27% (circa 5 milioni di famiglie) e la speranza del progetto governativo è quella di recuperare, attraverso l’inserimento in bolletta elettrica, qualcosa come circa 600milioni di euro che ad oggi la Rai dichiara di non ricevere, l’importo della tassa sarebbe dovuto essere ben più basso, un balzello che poteva scendere fino agli 80 euro e questo sarebbe stato un effettivo “pagar meno tutti” mentre in realtà Renzi,  ci regala  soltanto una “piccola mancia” di  13 euro promettendo un ulteriore sforzo che dovrebbe portare il canone al prezzo di 95 euro per il 2017 ma di cui non vi è traccia di legge. Certo, per ragion di verità va anche riconosciuto e detto che il canone TV richiesto in Italia è quello tra i più bassi dei paesi europei. I francesi sborsano 130 euro, in Gran Bretagna si sale a 170 euro ed in Germania si raggiunge il picco di ben 220 euro ma tutto ciò con fasce di pubblicità meno martellanti rispetto a quelle che viviamo noi oramai anche sulle reti pubbliche, frutto di un “sistema ibrido” stabilito all’inizio con dei criteri validi ma che poi ha ceduto spazio solo verso un lato. Ma veniamo ad un punto critico, per la verità un interrogativo, che in tanti si sono posti con molto timore in questi ultimi giorni e cioè: chi inizia a pagare il canone dal prossimo anno con la bolletta della luce si espone al rischio di pagamento di sanzioni e arretrati per gli abbonamenti non versati negli anni passati? premesso che nulla può essere richiesto dalla Rai all’utente per ciò che supera i 10 anni prima, sono comunque diversi gli anni a rischio ed in merito al ragionevole dubbio vi è stata la netta dichiarazione del sottosegretario del Ministero dello sviluppo economico Antonello Giacomelli con delega alle comunicazioni che, se da un lato ha precisato che il canone lo paga solo chi è in possesso di un televisore, e che quindi sono esclusi pc, tablet, device in genere,  dall’altro ha specificato : “nessun condono tombale per chi non ha pagato il canone Rai negli anni passati”, campo fertile questo per una miriade di ricorsi che vedranno sicuramente luce all’alba di un’azione, come definirla, “punitiva”? che sarebbe meglio non intraprendere anche per le infinite situazioni intricate, talvolta inique, che saranno rivendicate. Non possiamo sottrarci dall’esaminare  un altro importante aspetto : la riforma prevede il pagamento solo a carico delle utenze elettriche ad “uso domestico” cioè, per chiarirci, dove è posta la residenza anagrafica. Pagherà dunque solo la prima casa anche se in essa sono presenti più apparecchi televisivi ma ovviamente il canone riguarderà anche i locatari di case, come ad esempio i tanti giovani e coppie, che abbiano trasferito la loro residenza in altro luogo  uscendo dallo stato di famiglia dei loro genitori. Ciò spingerà ad non intestarsi un contatore di fornitura elettrica per evitare che il gestore proceda all’inserimento del balzello in bolletta, frutto questo di un compromesso tra proprietario dell’immobile ed affittuario e procurerà tanto nuovo lavoro ai 120 ispettori della Rai. Non dimentichiamo inoltre che spesso due coniugi hanno due residenze separate, uno nella prima casa e l’altro nella seconda, quindi in due immobili diversi, ciascuno dei quali viene dichiarato come “prima casa” proprio per acquisire i notevoli benefici fiscali e proprio ad Ischia ne abbiamo un esempio lampante. Entrambi, e a partire dal prossimo Luglio, si ritroveranno le rate del canone Rai direttamente nella fattura di utenza della luce ad “uso domestico”. Ma è giusto pagare due volte il canone Rai? e non vi sono tante criticità in questa manovra? se da un lato si alza, e apprezzabilmente, la fascia di reddito per l’esenzione del canone alle persone più anziane (over 75)  dai 6.700 agli 8mila euro, è giusto che a farne le spese siano sempre i giovani che iniziano “l’avventura della vita” molto spesso con un lavoro precario o  mal pagato? ed allora, qual è la soluzione giusta, la più equa, la più democratica? la risposta per noi che scriviamo, o che almeno cerchiamo di farlo è quella di  fare proprie le parole del Garante della concorrenza e del mercato Dott. Pierluigi Sabbatini che ha proposto al Premier e mettendo in discussione l’operato fin qui raggiunto, di “criptare le trasmissioni Rai e fornire delle  paycard  Rai a coloro i quali vogliono vedere i programmi della rete televisiva pubblica”. Questa soluzione obbligherà  chi vuole usufruire del servizio a pagarlo e nel contempo consentirà a chi non se ne vuole servire di evitare il pagamento. In pratica una forma di scelta come già in uso per sky  oppure Mediaset premium. Noi ci stiamo, i giovani pure, ed il Premier  “rottamatore del vecchio”, cosa dice?

 

 

 

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