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Liceo, monta la protesta contro i doppi turni. Comitato di pressione sulla Città Metropolitana

Gianluca Castagna | Ischia – Doppi turni? Impossibili da sostenere nel lungo periodo. Il Consiglio d’istituto del Liceo Statale Ischia dice no. Lo dicono i docenti, i genitori, gli studenti e le studentesse che chiedono all’Amministrazione comunale, ma soprattutto al Grande Assente (la Città Metropolitana), una risoluzione concreta dei disagi post-terremoto in cui versano le scuole isolane.
La nascita di un comitato di pressione verso l’amministrazione provinciale è la novità emersa dal consiglio d’Istituto che si è tenuto giovedì pomeriggio, nell’Aula Magna del Liceo, per discutere i temi caldi che agitano i sonni di tante famiglie. Un segnale (si spera forte, ma verso la cui efficacia chi scrive nutre seri dubbi) per spingere la Città Metropolitana a uscire dalle paludi stagne dell’incertezza e dell’immobilismo, com’è stato suggerito dal sindaco del comune di Ischia Enzo Ferrandino, invitato al Consiglio e destinatario di una petizione firmata dai genitori (oltre un migliaio), stufi di brancolare nel buio e di attendere una soluzione che, anziché avvicinarsi, sembra sempre più lontana.
Un atto di generosità, hanno chiesto docenti, studenti e rappresentanti dei genitori. L’utilizzo dell’ala del Polifunzionale di proprietà del Comune che, da tempo immemore, è l’oggetto oscuro del desiderio (una trattativa seria tra Amministrazione comunale e Città Metropolitana) che sembra puntualmente (e fatalmente) sfuggire tra le mani. Una forzatura eccessiva, per Ferrandino, che, come da previsione, ha “spinto” per strade più moderate (già un piano, scaduta la convenzione, è “in gentile concessione”, ora anche gli altri due?).

Intanto, il monito della Corte dei Conti all’ex Provincia è chiaro: basta fitti passivi, bisogna acquistare.
In Città Metropolitana, quando si parla di Ischia, da quell’orecchio non ci sentono proprio e perseverano col mantra «Valorizzare l’esistente». Facile a dirsi, più inverosimile a crederci. Se perfino in questo famigerato “esistente” (l’ITS “Enrico Mattei” di Casamicciola, ad esempio) i lavori vengono sospesi per “mancanza di risorse”. Fermi alla spicconatura dell’intonaco. E i 6 milioni di fondi MIUR messi a disposizione nel decreto per l’emergenza-sisma? E le risorse proprie della Città Metropolitana? L’impressione, nemmeno troppo taciuta, è che lo sguardo di De Magistris, e dei suoi funzionari, volga altrove malgrado le dichiarazioni d’intenti.
«Condivido i sentimenti e lo spirito della petizione» ha confessato il sindaco di Ischia Enzo Ferrandino rivolgendosi alla presidente del Consiglio d’istituto prof.ssa Barbieri, al Dirigente scolastico del Liceo prof. Gianpietro Calise, ai rappresentanti di genitori e studenti intervenuti all’incontro. «La sottoscriverei anch’io, se non ne fossi il destinatario. I disagi sono innegabili. L’amministrazione comunale è chiamata a risponderne per competenza istituzionale per la scuola primaria e secondaria di primo grado. Come uomo delle istituzioni, quindi, debbo rispettare le competenze che sono demandate alle altre istituzioni per disposizioni di legge. Questa mattina, a riprova dell’intenzione pubblica di tutta l’amministrazione comunale di porre rimedio a questa problematica, abbiamo inviato alla Città Metropolitana l’ennesima lettera con la quale manifestiamo l’emergenza scolastica delle scuole secondarie e soprattutto la nostra disponibilità a cedere l’ala del Polifunzionale, già occupata in un piano con un rapporto che – tra l’altro – non ha titolo giuridico, cercando di coltivare le reciproche convenienze». Insomma la richiesta di Ferrandino (“coltivare le reciproche convenienze”) significa sedersi a un tavolo e trovare una soluzione contrattuale soddisfacente.
«Nelle passate settimane – ha ricordato il sindaco – più volte ho avuto modo di incontrare esponenti delle istituzioni come il Presidente della Città Metropolitana Luigi de Magistris, l’assessore Domenico Marrazzo e il dirigente Pasquale Gaudini e ho constatato l’assenza di una spiccata sensibilità rispetto alle esigenze del territorio ischitano. Questa freddezza va combattuta con un comitato di pressione che coinvolga tutto il mondo della scuola secondaria, le amministrazioni dei sei comuni e la società civile, per diventare parte attiva e cercando di ripetere l’esperienza che ha dato una casa all’ex liceo “Scotti”. Una fase positiva che dobbiamo completare, partendo dal terremoto e rivendicando una maggiore attenzione alle nostre legittime distanze».

Si parte dunque da un comitato di genitori, ma parallelamente si lavora anche per una Conferenza dei Servizi tra i sei sindaci (la proposta arriva dal vicesindaco Agostino Mazzella) per comandare (almeno) l’attenzione dell’interlocutore con il quale necessariamente bisogna fare i conti. Le soluzioni ci sono, adottarle e metterle in pratica, però, richiede volontà e tempo. L’ex liceo classico Scotti di via Michele Mazzella, ad esempio. Oggi sede (invero assai fatiscente) del Tribunale. Una risposta possibile alla gravissima situazione dell’IIS “C. Mennella”, sempre che qualcun’altro non avanzi analoghe pretese (anche qui, l’ambiguità della Città metropolitana è massima).
I lavori nella vecchia sede del Tribunale dovrebbero terminare – a detta di Ferrandino – entro il 31.12.2017. «Per quella data – ha conferma il sindaco al Consiglio d’Istituto – l’edificio sarà disponibile e oggetto di ristrutturazione a carico della Città Metropolitana, con interventi già progettati e finanziati». Inizieranno davvero? Con quali tempi? E se/quando gli studenti del “Mattei” torneranno nella loro sede di Via Principessa Margherita a Casamicciola, che ne sarà dell’ex Liceo Scientifico a Lacco Ameno? Ospiterà le classi del “C. Mennella” o – come dicono i rumors dell’ultim’ora – ritornerà nella disponibilità del preside Calise e dei ragazzi del Liceo?

«La verità – sintetizza la Presidente del Consiglio Assunta Barbieri – è che la Città Metropolitana, sull’isola, è latitante. Tutte le istituzioni scolastiche che dipendono da questo ente sono in crisi. Il “Mattei” è fermo, il Liceo soffre i doppi turni, il “C. Mennella”, con tre plessi su quattro inagibili, vive un disagio inaudito. Anche il “Telese” annaspa visto che, già prima del terremoto, adottava i doppi turni. In questi anni l’ex Provincia è stata aiutata dai sindaci che hanno messo a disposizione le proprie strutture, chi gratuitamente, chi stipulando contratti di fitto. Ma a cosa serve la Città Metropolitana se non riesce a comprare nemmeno una scuola?».
Se ci sono risorse, questo il succo del discorso, vanno impiegate qui. Sul territorio. E non altrove.
Martedì prossimo l’incontro dei sindaci per valutare l’opzione “container” e l’individuazione di aree idonee (ebbene sì, i moduli provvisori sono più di una ipotesi e forse quella che – in tempi più brevi – alleggerisce la doppia turnazione, pur con lo spettro del danno d’immagine e il rischio di un provvisorio che impiega niente a diventare definitivo), poi il comitato deciderà i suoi delegati e le iniziative da portare avanti per una dialettica forte con l’ex-Provincia. Tempi biblici per ritornare al turno unico? Il futuro non è scritto. Presto, invece, saranno scritte le delibere che, nelle giornate del G7, prevedono la chiusura delle scuole e, terminato il summit, aprono i varchi di via Iasolino negli orari di uscita degli studenti. Una saggia via di sfogo al traffico micidiale di queste settimane. Almeno quella.

 

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