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L’inchiesta Ischia: l’altra faccia del turismo, tra affitti brevi e regole ignorate

Siamo andati a fondo in una questione che da tempo fa discutere: l’esplosione di B&B e appartamenti per affitti brevi sull’isola di Ischia. Abbiamo analizzato i numeri, osservato le offerte online e parlato con operatori del settore, residenti e turisti. Il quadro che emerge è quello di un’isola che sta cedendo al fascino del turismo “mordi e fuggi”, ma a un costo elevatissimo per chi vive, per chi lavora qui e per le stesse struttura alberghiere.

Basta una rapida ricerca su piattaforme come Airbnb per rimanere colpiti: oltre 1.000 alloggi disponibili, molti con servizi di lusso come piscine, ristoranti interni e bar. Tuttavia, dietro questa facciata scintillante si nasconde una realtà meno trasparente: quanti di questi alloggi rispettano le normative? Chi garantisce che siano sicuri per i turisti o per eventuali dipendenti?

Da qui parte la nostra inchiesta, che punta i riflettori su un sistema che sembra sfuggire a ogni controllo, mettendo in difficoltà chi lavora onestamente e trasformando l’isola in un prodotto da consumare, più che un luogo da vivere.

La concorrenza sleale spiegata

Immaginiamo un turista che cerca una sistemazione per un weekend a Ischia. Su Airbnb trova un B&B con piscina, colazione inclusa e prezzi competitivi: 80 euro a notte per due persone. L’alloggio non è registrato ufficialmente, non paga tasse né contributi, e non è sottoposto ai controlli previsti per le strutture ricettive regolari e magari risulta come prima casa e non paga neppure l’IMU.

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A pochi metri di distanza, un hotel con regolare licenza offre una stanza simile, ma a 120 euro a notte. Questa differenza di prezzo è inevitabile: l’hotel deve affrontare costi come il personale in regola, le spese di manutenzione, le tasse comunali, l’IVA, l’Imui controlli sanitari e i contributi INPS.

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Risultato? Il turista sceglie l’opzione più economica, mentre l’hotel fatica a coprire le spese. Questa dinamica si ripete centinaia di volte, giorno dopo giorno, causando gravi perdite economiche agli operatori regolari. A lungo termine, ciò rischia di scoraggiare gli investimenti negli hotel e di compromettere l’intera offerta turistica dell’isola.

La sicurezza dimenticata

La questione non riguarda solo l’evasione fiscale o la concorrenza sleale nei confronti delle strutture regolarmente autorizzate. Si pone il problema della sicurezza di chi lavora in questi alloggi. Chi garantisce il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro per eventuali collaboratori o dipendenti? In assenza di controlli, molti lavoratori rischiano di essere impiegati in condizioni irregolari e senza tutele.

Overturismo e svuotamento dei centri storici

L’aumento incontrollato degli affitti brevi sta alimentando un fenomeno di overturismosull’isola, con conseguenze pesanti sul tessuto sociale e ambientale.

Molti residenti o proprietari di prime e seconde case, attratti dai guadagni facili degli affitti brevi, trasformano le proprie abitazioni in mini hotel. Questo lascia i centri storici dei comuni ischitani senza una comunità stabile, trasformandoli in scenari di passaggio per turisti “mordi e fuggi” che consumano l’isola senza lasciarle valore duraturo. Queste strutture dispongono al proprio interno di piscine, vasche idromassaggio, saune, ristorantie altre attività non regolamentate aumentano la pressione sulle infrastrutture dell’isola, già messe a dura prova. La gestione idrica e dei rifiuti diventa sempre più complessa, con un costo che ricade sulla comunità residente e soprattutto sugli albergatori regolari che pagano in ogni comune circa il 70% del costo della raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Questa crescita sregolata di B&B non regolamentati rischia di ridurre Ischia a un prodotto turistico standardizzato, svuotandola della sua autenticità e alienando chi la abita.

Una concorrenza sleale e insostenibile

Il fenomeno rappresenta una svendita dell’isola ai danni di chi opera nel rispetto delle regole. Le strutture ricettive regolari, che pagano le tasse e rispettano le normative, devono confrontarsi con un mercato parallelo che evade gli obblighi fiscali e amministrativi. Questa situazione genera una concorrenza sleale, scoraggiando gli operatori onesti e impoverendo il turismo di qualità.

Servono regole e controlli più stringenti

Non si può più ignorare l’urgenza di nuovi strumenti normativi per governare il fenomeno. E’ necessario un monitoraggio rigoroso degli affitti brevi, con verifiche regolari e sanzioni per chi opera in modo abusivo. Il quadro normativo deve essere aggiornato dai sei comuni dell’isola per frenare l’invasione incontrollata di B&B, prevedendo limiti e requisiti stringenti per l’apertura di nuove strutture e soprattutto controlli. E’ fondamentale sviluppare una strategia che valorizzi il turismo a lungo termine, con benefici per i residenti e l’economia locale, e non solo per chi specula sugli affitti brevi.

L’isola di Ischia, con la sua storia, il suo patrimonio naturale e culturale, merita di essere tutelata. Non si tratta di respingere il turismo, ma di orientarlo verso un modello sostenibile e rispettoso delle regole. Perché un’isola senza i suoi abitanti, senza un’identità e senza controllo rischia di perdere ciò che la rende unica e gli alberghi in breve tempo saranno costretti a consegnare le chiavi delle proprie attività a causa di questa concorrenza sleale.

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