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L’incubo è finito, assolto Antonio Carannante

Il giudizio abbreviato si è concluso con il verdetto del Gip: il fatto non sussiste. Smontate tutte le accuse di concussione e di tentata estorsione per le quali il pm aveva chiesto la condanna dell’assessore del Comune di Procida

L’assessore del Comune di Procida Antonio Carannante, difeso dall’avvocato Luigi Tuccillo, è stato assolto da ogni accusa. “Il fatto non sussiste”: è questa la formula del dispositivo usata in sede di giudizio abbreviato – le motivazioni saranno depositate entro novanta giorni – che ha decretato il crollo dell’impianto accusatorio: il pubblico ministero Woodcock aveva chiesto una condanna per concussione e tentata estorsione a due anni e tre mesi. Finisce così l’incubo per il professionista. Del resto, già in sede di Riesame il Tribunale aveva largamente smontato la ricostruzione accusatoria: come si ricorderà, secondo l’accusa, l’avvocato Carannante avrebbe avvertito il titolare del fondo confinante di una sua assistita, la signora Giaquinto, di una possibile denuncia relativa ad alcuni abusi edilizi qualora questi non avesse consegnato la somma di 20mila euro alla sua cliente.

La difesa aveva sostenuto l’assoluta inconsistenza di ogni intenzione estorsiva da parte di Carannante, un tempo legale della signora Giaquinto, nei confronti della presunta vittima, l’imprenditore Costagliola

Dunque, un tentativo di estorsione, secondo le attività investigative dei Carabinieri, basate su una serie di intercettazioni anche di natura ambientale, tramite le quale era stato verificato che, dopo il rifiuto dell’imprenditore, vari sopralluoghi edili erano stati eseguiti sul cantiere, sino a giungere al sequestro, poi non convalidato dal Gip del Tribunale di Napoli. Secondo gli investigatori sarebbe “emerso che l’indagato, approfittando della sua qualità di pubblico ufficiale, sollecitava e esercitava pressioni sui rappresentanti degli uffici comunali competenti per l’edilizia in relazione a pratiche di alcuni suoi clienti”. Una circostanza, questa, che secondo gli inquirenti avrebbe contribuito a rendere più complicata la posizione dell’indagato, vista la carica pubblica ricoperta (di qui l’accusa di concussione): l’avvocato Carannante, come è noto, rassegnò poi le dimissioni in attesa di chiarire la vicenda.

Ieri si è svolta l’udienza decisiva dinanzi al Gip presso il Tribunale di Napoli, dottoressa Bardi: l’avvocato Luigi Tuccillo ha dispiegato una strategia difensiva sintetizzabile nella dettagliata memoria sottoposta al magistrato, che preliminarmente ricordava come l’ipotesi accusatoria fosse già stata compiutamente analizzata nella citata ordinanza del Tribunale del Riesame, che lo scorso gennaio aveva annullato la misura cautelare applicata.

L’avvocato Luigi Tuccillo ha ricondotto a una normale e lecita trattativa l’interlocuzione tra la Giaquinto e Costagliola, titolari di due fondi confinanti, col secondo intento a costruire un immobile: la violazione delle norme sulle distanze e le vedute avrebbe potuto essere legittimamente compensata da una contropartita in denaro

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La difesa ha innanzitutto tenuto a rimarcare come la vicenda in esame sia una tipica questione di natura civilistica: l’imprenditore Costagliola, stava eseguendo una costruzione sul suo fondo violando i diritti della Giaquinto (difesa dall’avvocato Carannante), ed era quindi iniziata una trattativa tra i titolari dei due fondi confinanti: sul tavolo la signora poneva la possibilità di rinunciare ai suoi diritti dietro una contropartita economica. In sostanza, il signor Costagliola avrebbe potuto costruire in violazione delle distanze prescritte dalla legge, ma pagando una congrua cifra alla titolare del fondo confinante, anche per compensarla, fra l’altro, del danneggiamento della recinzione. Dunque, nessun fine estorsivo, in quella che si sarebbe configurata sin dall’inizio come una negoziazione tra privati. Fra l’altro la signora, in difficoltà economiche, si era rivolta su suggerimento di persone amiche all’avvocato Carannante dopo aver scoperto che il primo legale a cui aveva fatto ricorso, l’avvocato Intartaglia, era anche il legale dell’odiato vicino. Dunque, l’avvocato Carannante aveva semplicemente aiutato, gratuitamente, la signora Giaquinto, assistendola nella trattativa col vicino, le cui proposte apparivano largamente insufficienti di fronte alle contropartite. Le intercettazioni, secondo la difesa, confermano la correttezza e la lealtà dell’operato di Carannante che convocò, per iscritto, l’imprenditore Costagliola presso il proprio studio per arrivare a un accordo: un modo sicuramente inusuale per un’estorsione, come ha rimarcato l’avvocato Luigi Tuccillo. La documentazione ha quindi dimostrato che Carannante agì nella sua veste di avvocato, senza mai fare riferimento alla sua carica politica al Comune di Procida, dunque nessuna concussione. Nessuna minaccia fu mai rivolta al Costagliola, né intimando il pagamento della somma di denaro, né minacciando ritorsioni legali o denunce in caso di mancato accordo.

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Il Gip ha ritenuto assente ogni intento estorsivo o minatorio da parte di Carannante nelle trattative tra la sua assistita e l’imprenditore: già il Riesame aveva escluso la gravità indiziaria del delitto di tentata estorsione, aggravata dal ruolo di assessore a carico dell’indagato

Non ci furono pressioni sull’ufficio tecnico che aveva rilasciato il titolo edilizio al Costagliola (che dunque vantava un regolare progetto), bocciando la richiesta di variante, cosa confermata dai dirigenti chiamati a testimoniare. Inoltre, l’assessore Carannante non si occupava assolutamente di urbanistica né di polizia municipale. Di qui la richiesta di assoluzione piena, con un richiamo alle motivazioni del Riesame che avevano sottolineato la forte contraddizione tra il contenuto della denuncia e ciò che emerge dalle conversazioni registrate e intercettate, e con un cenno alle circostanze singolari che hanno danneggiato l’indagato, avvocato e assessore molto stimato, proprio nel momento in cui si avvicinavano le elezioni comunali. Il Gip ha quindi emesso il dispositivo citato in apertura, dichiarando la piena assoluzione dell’avvocato Carannante, che può finalmente mettersi alle spalle le accuse lanciategli un anno fa.

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