ARCHIVIO 3ARCHIVIO 5

Tentato omicidio, rinviato a giudizio Domenico Iacono

Di Francesco Ferrandino

ISCHIA. È stato rinviato a giudizio Domenico Iacono, il cittadino serrarese accusato di tentato omicidio nei confronti di Salvatore Iacono. L’udienza, come già anticipato su queste colonne, si è svolta lunedì scorso, ma il gup Picciotti si era riservato la decisione per via di un concomitante impegno. La riserva è stata sciolta nella giornata di ieri, quando è stato reso noto il responso: Iacono dovrà comparire il prossimo 12 gennaio dinanzi al giudice Paolelli, per rispondere dell’accusa di aver aggredito Salvatore Iacono con una roncola, accompagnato da intenti omicidi. La difesa predisposta dagli avvocati Arturo ed Enrico Froio non è quindi servita a evitare il processo per l’indagato, dal momento che il Gup ha integralmente accolto la ricostruzione del pubblico ministero Novelli. Nell’udienza di lunedì è stata anche accolta la richiesta di costituzione di parte civile presentata dall’avvocato Bruno Molinaro per conto del suo assistito, Salvatore Iacano, che come persona offesa e danneggiata dal reato, ha affermato il suo interesse diretto, concreto e attuale a costituirsi, allo scopo di ottenere il risarcimento dei danni “morali, patrimoniali, non patrimoniali e biologici” subiti in conseguenza dell’aggressione. Il punto focale che l’avvocato Molinaro ha illustrato nell’atto di costituzione è il medesimo attorno al quale è ruotato l’esito dell’udienza preliminare: il ruolo  del cosiddetto “animus necandi”, cioè la volontà di uccidere, da parte dell’indagato, che secondo quanto emerso dalle indagini compiute dai Carabinieri avrebbe aggredito Salvatore Iacono alle spalle con un “marrazzo”, continuando a colpirlo tre volte alla testa, oltre a un colpo sul braccio. Colpi che, come testimoniato da alcuni presenti, avevano provocato ferite ed emorragie. All’ospedale Rizzoli il referto era infatti piuttosto chiaro: “Trauma cranico con ferite lacero contuse multiple del cuoio capelluto, ed escoriazioni multiple arti superiori”. Una dinamica con esiti che, secondo la giurisprudenza richiamata dall’avvocato Molinaro, non lasciano dubbi sull’esistenza degli elementi costitutivi del delitto di tentato omicidio. La stessa Corte di Cassazione in una recentissima decisione aveva statuito che “nel delitto di tentato omicidio, ai fini della sussistenza del reato è sufficiente il dolo diretto rappresentato dalla cosciente volontà di porre in essere una condotta idonea a provocare, con certezza o alto grado di probabilità in base alle regole di comune esperienza, la morte della persona verso cui la condotta stessa si dirige, non occorrendo, invece, la specifica finalità di uccidere, e quindi il dolo intenzionale inteso quale perseguimento dell’evento come scopo finale dell’azione”. In altre parole, le concrete modalità con cui vengono inferti i colpi possono comunque essere sufficienti per configurare un tentativo di omicidio, come la Cassazione penale ha spiegato in un’altra sentenza di due anni fa, secondo la quale «ricorre la fattispecie di tentato omicidio, e non quella di lesioni personali, se il tipo di arma impiegata e specificamente l’idoneità offensiva della stessa, la sede corporea della vittima raggiunta dal colpo di arma e la profondità della ferita inferta inducano a ritenere la sussistenza in capo al soggetto agente del cosiddetto “animus necandi”». Come già in sede di Riesame, non ha quindi retto la tesi difensiva che sostanzialmente rovesciava la ricostruzione delineata dagli inquirenti, sostenendo che la colluttazione sarebbe nata da un accidentale scontro tra le vetture di Salvatore e Domenico Iacono, e che il primo si sarebbe procurato da solo le ferite, aggredendo il secondo, in contraddizione con le circostanze riferite anche da diversi testimoni. Una lite che invece partirebbe da eventi precedenti e consistenti in una denuncia che Salvatore Iacono aveva sporto nei confronti dell’imputato, sorpreso nell’atto di eseguire lavori edili abusivi all’interno di un fondo a confine con la sua proprietà. Denuncia che avrebbe scatenato l’ira di Domenico Iacono. Ricordiamo che il Tribunale del Riesame ridimensionò la misura cautelare nei confronti di quest’ultimo, revocando i domiciliari a favore di un più blando obbligo quotidiano di presentazione presso la polizia giudiziaria. Il processo inizierà quindi tra poco più di due mesi. Il Gup Picciotti ha assegnato il procedimento al giudice Paolelli, quindi al Tribunale in composizione monocratica (circostanza inusitata dal momento che, codice alla mano, un caso di tentato omicidio sarebbe dovuto ricadere nella competenza del Tribunale collegiale).

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex