CULTURA & SOCIETA'

Il magma musicale della Banda Città d’Ischia

Storia, considerazioni e riflessioni su un organismo musicale messo al mondo ufficialmente da tre giovani Nello Trani, Armando Di Meglio e Augusto Arcamone

DI ARIANNA ORLANDO

La musica magmatica della Banda Musicale Città D’Ischia, ove si sovrappongono le atmosfere delle sagre popolari e dei dì di festa, si riflette sulle superfici irregolari dell’isola e restituisce le fattezze, sotto immagine di suono, della foglia del vitigno, della curva dei Maronti, dell’altezza del monte Epomeo. Nella produzione di flussi di note vociferanti, brandelli di umano si legano alla tecnica musicale e l’aria aperta si lega al repertorio e diventa essa stessa parte del suono. Sono inscindibili dunque le performances musicali della Banda Città d’Ischia dagli andirivieni paterni del mare, dalle luci gialle del Castello, dalla confusione inquieta della folla e dallo sfavillio delle vesti del Santo. Dunque, in questo magma musicale della Banda Città d’Ischia, che è gioia- l’allegrezza viene mimata dolcemente dai suoni golari degli ottoni, dalle voci docilmente urlanti dei flauti, dai veli ricamati dalle mani dei clarinetti e dei sassofoni.

E la dolcezza, che talora è ruvida e abrasiva-senza che voglia mai ferire e senza che riesca a farlo- si abbatte come un temporale estivo sulla platea per cui il tuono è solo il segno della bellezza che viene. Dunque, in questo magma musicale della Banda Città D’Ischia dove l’identità di lei è parte della terra madre e su di essa mette radici per districarle poi in ponti capaci tanto di portarti lontano quanto di ricondurti a casa, riconosciamo il legame inscindibile con gli uomini del passato che un tempo furono i giovani e i maestri dello stesso complesso musicale. Così pare di vedere restituirsi al presente, nel tempo finibile di un’aria della Carmen o del Barbiere di Siviglia, i maestri Nello Trani, Armando Di Meglio, Augusto Arcamone e Vincenzo Buono e così pare di vederli tornare ai loro strumenti e intonare, guidare, soccorrere le note in disuso e in difficoltà, ritoccare i gesti, pulire l’aria di propagazione del suono. E non a caso, il maestro Buono lo si vede tornare vestito di giacca e pantalone nero e solennemente dare le spalle alle folle di nuovi e vecchi, di fedelissimi e curiosi, di amici e parenti per il tempo di una direzione d’orchestra che pare fuoriuscirgli dalle mani come un segreto, fluire da lui ai musicisti e dai musicisti a noi tramite la bacchetta come un incantesimo azzurro ed evanescere sul finale come- ogni volta- un dolcissimo addio.

La Banda Musicale Città d’Ischia è un organismo musicale messo al mondo ufficialmente da tre giovani Nello Trani, Armando Di Meglio e Augusto Arcamone, nonostante la voce del Maestro Nello Di Meglio, griot della storia bandistica ischitana e aedo del suo passato, durante i racconti presso la sala prove, dica di un passato ancora più antico e dunque precedente alla storia così come la conosciamo, che tocca addirittura i lidi cronologici e storici del primo Novecento. Il contributo di Angelo Rizzoli alla costituzione della Banda Città D’Ischia fu fondamentale così come l’intuizione di formare i musicisti e consentire a tanti giovani di ricevere una buona educazione musicale. La BMCI, di fatto, può considerarsi una grande promotrice dell’educazione musicale fin dai primordi e ancora oggi continua attraverso l’insegnamento di musica ad avvicinare tante persone all’arte musicale perché è particolarmente importante veicolare il messaggio che la musica è un’arte pedagogica capace di addestrare, in un mondo iper-veloce, gli uomini alla pazienza e capace di raccontare la propria interiorità in un linguaggio che non riconosce le parole e proposizioni. A tal proposito, Musicofilia di Oliver Sacks ci ricorda quanto fondamentale sia e sia stata l’attività musicale come nucleo di inclusività e di partecipazione al mondo e, volendo citare anche la famosissima serie tv Stranger Things, diciamo “la musica tocca aree del cervello che le parole non sono capaci di toccare”.

Continua dunque l’intento pedagogico della Banda Musicale Città d’Ischia, continuano i desideri di aggregarsi per attività che stimolino il rispetto reciproco e anche la “sincronia delle azioni” affinché “fare musica” diventi un monito estendibile all’agire umano in tutte le sue forme, affinché l’uomo venga reso consapevole che il rapporto con l’altro debba basarsi su principi di collaborazione e alleanza. Sarebbe un sogno pensare che i soldati ucraini da una parte e quelli russi dall’altra smettessero di spararsi reciprocamente, imbracciassero sassofoni e clarinetti e iniziassero a esplodere note piuttosto che colpi: ne nascerebbe un messaggio di pace perché la musica, anche se ruvida-scabra e ferina, non morde e non ferisce ma plana docilmente sulle cose, le svela a coloro che non hanno occhi per guardare e, nel mondo del suono, ecco: è possibile vedere l’invisibile e dunque anche la pace sotto molti strati di guerra. Dopo i lunghi anni in cui il Maestro Vincenzo Buono ha guidato la Banda Musicale Città D’Ischia(dal 1985) con passione e attaccamento (ai ragazzi della scuola spiegava che la musica è un collante capace di rendere possibili grandi cose e di fare accadere ciò che non è mai accaduto), la bacchetta è passata nelle mani di un altro grande mentore dell’organizzazione musicale, ossia il Maestro Nello Castaldi che, con passione dedizione pazienza impegno ingegno abnegazione cura affetto amore, guida i musicisti della BMCI attraverso gli spartiti, le note crome e semicrome. Se si potesse riscrivere questo spartito di parole in musica, e di certo si potrebbe, ne verrebbero fuori le voci concitate di ragazzi emozionati per il loro primo concerto in banda, lo sguardo amichevole chiuso in palpebre severe del maestro Buono e le sue spalle che a una bambina seduta sempre in prima fila con i ricci e i calzini merlettati sembravano essere il senso per cui si reggeva tutto il palco; ne verrebbero fuori le sue mani in alto che, volteggiando, spostavano le luci della festa fino a far sembrare che ballassero come sciami di fate; ne uscirebbero note distorte, sbagliate solo per guardare quanto è bello poter sbagliare nella fortuna di poter essere corretti; ne verrebbe fuori la Musicofilia di Oliver Sacks, di nuovo, in una nostra personalissima messa in scena in cui si suona tuttiproprio tutti- per il gusto di dire alla maniera di quelli che non dicono e per il gusto di stupire alla maniera di quelli che non si stupiscono mai. E alla fine ne verrebbe fuori il ritratto di una ragazza con gli occhi malinconici e brillanti che nella prima fila della platea, guarda sul palco di inizio settembre e pensa “tra 10 giorni soltanto inizia la scuola”.

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