CULTURA & SOCIETA'

L’INIZIATIVA Il vino di Procida parte da Ischia. Nino Di Costanzo ha aderito a Mosaico per Procida

Procida Capitale della Cultura 2022 avrà il suo vino celebrativo. Ed il progetto parte da Ischia. È stato Nino Di Costanzo, il patròn di Danì Maison il primo ad aver aderito alla campagna di libera donazione finalizzata ad iscrivere Procida nella lista dei comuni aderenti alle Città del Vino, alla raccolta fondi per la realizzazione dell’abito della Graziella e, naturalmente, a produrre la bottiglia celebrativa che diventerà l’omaggio che la stessa capitale della cultura 2022 darà ad autorità politiche e religiose, capi di stato e tutti gli esponenti segnalati dalla giunta comunale, in forma di magnum. Il “Vino di Procida”, nasce dall’incontro di due appassionati del mondo enoico, Roberto Cipresso, noto enologo toscano, e Gaetano Cataldo, sommelier professionista.

Il vino, un bianco con una tiratura che arriverà neanche a 6000 bottiglie, arriverà sull’isola di Ischia al Daní Maison e verrà abbinata alla sua monumentale pasta e patate. Lo chef fresco della conferma di due stelle Michelin e tre forchette Gambero Rosso, è persona schiva e riservata. Poche parole, ma buone. Si scioglie solo quando descrive i suoi piatti: dalla genesi alla creazione. È uno concreto, valori contadini e radici isolane. È un ischitano che ama la terra più di ogni altro perché ne conosce il valore e lo porta a tavola in ogni suo piatto. Lo chef Nino Di Costanzo ha girato il mondo. I suoi piatti sono stati gustati da capi di stato e di governo, capitani d’industria e boss di multinazionali della Silicon Valley Usa (tra tutti Bill Gates e Mark Zuckerberg), magnati russi, regnanti, principi e principesse. Ha regalato a tutti loro i sapori e gli odori della sua terra. “Le diverse esperienze lavorative nel mondo mi hanno poi riportato ad Ischia, dove ho deciso di realizzare la mia visione – ha raccontato più volte lo chef – Raccontare i miei luoghi e le mie esperienze attraverso la cucina, spiegare con i miei piatti come l’essenza della tradizione campana può rivivere grazie alla tecnica ed all’inventiva moderna”.  In realtà Nino Di Costanzo è un artista. Crea dei piatti che sono dei capolavori per la vista prim’ancora che per il gusto. I sapori sono quelli della tradizione come i piatti che preparavano le nostre nonne ma che rispettano le tecniche più avanzate dell’arte culinaria.  Nino di Costanzo è nato a Ischia, come prima di lui suo padre e suo nonno. Ha cominciato a cucinare a 11 anni con Nonna Felicia e Mamma Concetta_ poi come molti è partito per maturare esperienza ed apprendere l’arte della cucina in giro per il mondo. Quando è tornato, ha portato sull’isola le sue prime due stelle Michelin e nel 2016 ha inaugurato il suo ristorante, il Danì Maison.  

Per arrivare nel suo ‘regno’ si deve salire sulla collinetta di Montetignuso e attraversare il giardino di piante grasse, pini marittimi, fiori colorati, anfore colorate e opere d’arte. Al centro una villetta moderna con ampie vetrate, dove ha creato una cucina con la sala attorno: circa venti coperti in tutto, come una cena in famiglia. Alle pareti, i quadri di Pulcinella e di sottofondo la musica di Pino Daniele. Ed è proprio questa l’essenza della cucina di Nino Di Costanzo: la tradizione. Nel suo menù non mancano la parmigiana di melanzane, la pasta e patate, il babà ed il casatiello. Ci sono anche Maradona e Totò. Sedere al tavolo del suo ristorante non è una cena, ma un’esperienza. Una messa in scena perfetta della cultura partenopea. Regista e attore lo chef Nino di Costanzo. Il tutto nella casa di famiglia, sulle colline di Pithecusae, trasformata in un ristorante, piccolino, con un giardino di macchia mediterranea, tutto che gira attorno alla cucina da cui escono portate memorabili. Ammirare Ischia dal “Danì Maison” ha un sapore ancora più particolare. Appena varcato il cancello del Danì Maison diventa ovvio il motivo per il quale lo chef Nino Di Costanzo sia voluto tornare qui, nella sua isola: l’atmosfera è incantata. Nel giardino limoni, olivi ed il Golfo di Napoli. Tutto ciò che lo chef mette nei suoi piatti e che l’isola gli offre.  Il “Dani Mison” è un’antica casa ischitana, immersa in un giardino di macchia mediterranea piena di ‘objet trouvé’ da scoprire, e dove ogni piccolo dettaglio viene curato per costruire un viaggio nel gusto tecnicamente ricercato, capace di suscitare emozioni e ricordi. Il progetto del ristorante è dello chef, e nasce dal principio per cui l’ambiente deve servire a veicolare l’esperienza. Per questo è ricco di arte e riferimenti alla cultura e alla tradizione campana, come la “Bella ‘Mbriana”, lo spirito protettore della casa, il Pulcinella, emblema della “napoletanità”, ambedue del maestro Antonio Nocera. Ed ora ci sarà spazio anche per un pezzo dell’isola di Arturo, del “Vino di Procida” nato per Procidqa Capitale della Cultura 2022.

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