LE OPINIONI

Sotto Tiro di Mizar Anomalie ischitane

Franco Borgogna nel fondo di domenica del nostro quotidiano mette per l’ennesima volta in evidenza cosa è successo nella costruzione del polifunzionale ischitano.

Dopo trenta anni abbiamo uno stabile non ancora collaudato definitivamente e secondo la commissione di collaudo non collaudabile per difetti palesi. Intanto lo stabile è usato tranquillamente come scuola senza che le autorità si preoccupino di eventuali danni che gli studenti potrebbero subire.

Ma non finisce qui. L’immobile a chi appartiene? Una parte fu venduta alla Provincia, ora Città metropolitana, ed una altra parte è rimasta proprietà del Comune. Voi un casino del genere come lo giudicate? Le cose ben fatte da chi ci amministra dove sono finite? Era vendibile un cespite non collaudato? Un altro episodio è la sentenza del Tar che restituisce alla famiglia Di Meglio il suolo dove è stato iniziata la costruzione del depuratore con una spesa nel tempo non di pochi soldi.

Al cittadino comune viene voglia di piangere e non può fare a meno di chiedere a Carabinieri,Polizia e Guardia di Finanza locale se le notizie che la stampa locale pubblica, con coraggio, sono ancora configurate, quando ne è il caso, notizie di reato o meno. Sull’isola le forze dell’ordine sono ammirate moltissimo dai cittadini perché senza di loro, nei compiti che affrontano, saremmo in balia di una camorra violenta. Non ci resta che pregare i loro vertici locali di allargare la loro visione anche alle notizie di stampa.

I giornalisti non sono loro a dover presentare le denunce perché non sempre riescono ad avere le documentazioni dalle amministrazioni locali sufficienti per evitare errori ma comunque riescono a svolgere il compito che in una democrazia è della stampa. La pandemia, dicevano, avrebbe cambiato il nostro futuro ma se non facciamo chiarezza sul passato difficilmente riusciremo ad uscire dalle secche che i due episodi di sopra evidenziano. Il sistema clientelare di vecchia natura andrebbe eliminato con la certezza del diritto e con amministrazioni che devono comprendere che l’isola del precoronavirus era già un disastro ed ora abbiamo bisogno di altro.

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