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Zaro e la videosorveglianza che devasta un “polmone” verde

dalla Redazione

Forio – L’Area Marina Protetta Regno di Nettuno, stenta a decollare, o meglio ripartire, nonostante l’impegno dei sei sindaci dell’isola, che stanno facendo pressing istituzionale e sono arrivati, con esiti però negativi anche a ricorrere al TAR, contro il Provvedimento che di fatto ne ha determinato il Commissariamento ad opera del Ministero dell’Ambiente. Mentre quindi, a mare l’AMP è di fatto un “regno di nessuno”, sulla terraferma, invece pare che qualcosa si stia muovendo. Da Roma, infatti è stato dato il via libera ad un vecchio  progetto di videosorveglianza nell’area marina per monitorare l’area del Regno di Nettuno ventiquattro ore al giorno (da valutare i profili di rispetto della privacy, visto che, anche se le telecamere sono installate a difesa di un interesse collettivo, potrebbero comunque non rispettare la vigente normativa in materia). Progetto che prevede un impegno di spesa di circa  16 milioni di euro  per realizzare sull’isola d’Ischia 22 postazioni e 5 ripetitori. Da oltre un mese la ditta impiantistica di Forio, di Aniello Savio sta provvedendo –  pare che non siano chiari i titoli autorizzativi o i permessi per i quali si stanno effettuando queste attività – alla realizzazione della rete. Proprio in virtù di ciò a Serrara nella zona del Bracconiere, sembrerebbe che  una grossa centralina sia stata sequestrata perché  messa in opera senza  i dovuti  permessi. A Zaro, uno dei luoghi più belli dell’isola, meta di tanti turisti,  nel terreno di proprietà comunale, nella parte del “lato mare” dove fu  realizzata un’area di travaso successivamente sequestrata,  con una pala meccanica si è proceduto a trasformare un piccolo  sentiero  pedonale in una strada  carrabile.

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Riccardo M. Strada

L’articolo riporta alcune imprecisioni “vecchio progetto” e “pare che non siano chiari i titoli autorizzativi”, e dimostra che l’articolista non ha fatto alcuna indagine di approfondimento sul progetto che coinvolge 13 aree marine protette dello Stato, e che è stato presentato dal Comando Generale dei Carabinieri, che deterranno le registrazioni presso la sede del NOE (nucleo operativo ecologico) a Napoli.
Relativamente all’impostazione del progetto nazionale ed in particolare per il Regno di Nettuno, invierò a breve una nota alla redazione de “Il Golfo”, spiegando le tipologie delle installazioni e gli accorgimenti per evitare che le stesse si mimetizzino con la selva di pali abusivi e colate di cemento voluti, tollerati, od autorizzati sull’isola verde dalle amministrazioni che hanno voluto trasformare il Regno di Nettuno in regno di nessuno.

Riccardo M. Strada, ex Direttore dell’AMP.

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