CULTURA & SOCIETA'

L’ischitano Andrej Longo da pizzaiolo e bagnino a conteso scrittore di successo. L’autore di “Solo la pioggia”incanta il pubblico habituè della biblioteca Antoniana

LO SCRITTORE “INVISIBILE” ANDREJ LONGO – Quest' estate l' Adelphi lo ha chiamato a Ischia per dirgli che volevano pubblicare i suoi racconti. Ma lui non era raggiungibile. In un certo senso continuava a rimanere invisibile - A 12 anni ha scoperto che leggere libri era una cosa meravigliosa.  A 13 ha imparato a giocare a scacchi. Dai 14 ai 17 anni se n’è andato in giro per l’Italia con la tenda e il sacco a pelo per fare tornei di scacchi. D’estate ha spesso lavorato a Ischia, la sua isola, con il turismo: istruttore di windsurd, bagnino, cameriere, agenzie di viaggio, animatore, eccetera

Il nome Andrej gli è stato dato dal padre, in omaggio a Guerra e pace di Tolstoj. Laureatosi in lettere al DAMS di Bologna, dopo aver lavorato come bagnino, cameriere e pizzaiolo, l’ ischitano Andrej Longo, 62 anni, inizia la sua attività letteraria collaborando come autore di opere teatrali, radiofoniche ecinematografiche. Nel 2002 pubblica la raccolta di racconti Più o meno alle tre. L’anno successivo pubblica il romanzo Adelante (Vincitore ad ex aequo Sezione Narrativa Premio Nazionale Letterario Pisa). Nel 2007 pubblica Dieci, una raccolta di racconti ambientati a Napoli ed ispirati ai dieci comandamenti, per il quale Longo viene insignito del Premio Bagutta, del Premio Nazionale di Narrativa Bergamo e del Premio Piero Chiara.

ANDREJ FIRMA LE COPIE DEL SUO ULTIMO LIBRO NELLA BIBLIOTECA ANTONIANA
ANDREJ FIRMA LE COPIE DEL SUO ULTIMO LIBRO NELLA BIBLIOTECA ANTONIANA

Nel 2011, un suo testo è apparso nell’antologia Meridione d’inchiostro. Racconti inediti di scrittori del Sud (Stilo Editrice). Si chiama “Solo la pioggia” il nuovo romanzo di Andrej Longo, scrittore nato nella nostra isola il 21 agosto del 1959 che esordisce con Sellerio editore . In questo romanzo lo scrittore racconta una cena di tre fratelli, imprenditori edili e appartenenti alla famiglia più temuta della città: tra segreti e confidenze, sotto una pioggia incessante, nel giro di poche ore, la loro vita cambierà per sempre. Il libro è stato presentato per la prima volta a Ischia venerdì 29 ottobre scorso nel doppio appuntamento presso la Biblioteca Comunale Antoniana, presente l’autore affiancato da un brillante come sempre giornalista Ciro Cenatiempo col compito di stuzzicare lo scrittore conterraneo fino a farlo intervenire in vari passaggi della presentazione con pensieri inediti fuori dal suo libro. Poi Andrej Longo si è calato nella storia del suo romanzo parlando dei suoi personaggi , i tre fratelli del libro Carmine, Papele e Ivano come se stessero seduti accanto a lui e vivessero come lui l’atmosfera coinvolgente dell’aula magna dell’Antoniana ove stava avendo luogo l’incontro con i suoi lettori vecchi e nuovi. Dice Andrej Longo: “Le idee (le mie, intendo) nascono d’improvviso. Ma non sono mai compiute, piuttosto sono brandelli di storie, il cui significato viene alla luce durante la scrittura. Qui inizialmente c’era solo un appunto che conservavo da qualche anno in un quaderno: Tre fratelli, di cui uno vuole lasciare il paese. Carmine, Papele e Ivano nel libro sono tre fratelli (i fratelli Corona) che ogni anno si incontrano sulla tomba del padre e dopo averlo ricordato vanno a cena da soli, senza le rispettive famiglia. I tre fratelli appartengono alla famiglia malavitosa più influente del paese (oltre a essere imprenditori edili) e Longo li disegna con caratteristiche ben precise: c’è quello che vuole entrare in Politica, la mente, il più grande dei tre, c’è poi quello che picchia, il secondo, e infine c’è il più piccolo, quello che ha studiato, ma che comincia a sentirsi stretto in quella. vita. Quella che doveva essere una semplice cena tra fratelli, però, diventa altro, un confronto di vita e morte la cui tensione Longo riesce a tenere sempre alta, anche grazie alla costruzione perfetta dei dialoghi e di piccole accortezze come la scelta del punto di vista del narratore, i flashback o espedienti come le continue chiamate della moglie di Papele, a parte, ovviamente la colonna sonora fatta dallo scroscio della pioggia e il rumore dei tuoni.

ANDREJ LONGO, CATERINA MAZZELLA E CIRO CENATIEMPO
ANDREJ LONGO, CATERINA MAZZELLA E CIRO CENATIEMPO

Andrej Longo è nato a Ischia e quì per molto tempo ha vissuto. A 12 anni ha scoperto che leggere libri era una cosa meravigliosa.  A 13 ha imparato a giocare a scacchi. Dai 14 ai 17 anni se n’è andato in giro per l’Italia con la tenda e il sacco a pelo per fare tornei di scacchi. D’estate ha spesso lavorato a Ischia con il turismo: istruttore di windsurd, bagnino, cameriere, agenzie di viaggio, animatore, eccetera. Ha fatto studi un po’ confusi che sono terminati con la laurea al Dams doi Bologn . Poi ha  seguito corsi di regia, di cinema e di sceneggiatura e da lì a poco ha cominciato a scrivere per la radio e per il teatro. Più raramente per il cinema. Ha vinto qualche premio. Ma il suo sogno era scrivere romanzi. Era una cosa che immaginava sin da ragazzo. Per scrivere romanzi bisognava però scrivere molte cose inutili così da guadagnare dei soldi e avere poi il tempo per scrivere romanzi. A un certo punto della vita ha deciso che avrebbe scritto solo quello che gli piaceva. Così ha imparato un altro lavoro, il pizzaiolo. Ha scelto questo lavoro perchè gli piaceva l’odore delle cucine e questi uomini vestiti di bianco che sembravano un po’ maghi e un po’ dottori. Guarda caso, appena ha cominciato a guadagnare qualcosa con le pizze gli hanno pubblicato il primo libro, Più O MENO ALLE TRE (Meridiano Zero). Subito dopo ha scritto ADELANTE (Rizzoli). Nel 2007 ha pubblicato DIECI con Adelphi. Il libro ha avuto un bel successo ed è stato tradotto all’estero in molti paesi. A quel punto, visto che con la scrittura cominciava a guadagnare anche dei soldi, ha deciso che tanto valeva fare solo lo scrittore. Ha scritto così CHI HA UCCISO SARAH? e LU CAMPO DI GIRASOLI, pubblicato sempre da Adelphi. Lui comunque dice che scrivere non è un lavoro vero, perchè lui scriverebbe ugualmente se con le sue storie non guadagnasse un euro. Però dice anche che la scrittura è una cosa seria e bisogna farlo con serietà, onestà e passione.Che poi alla stessa maniera bisognerebbe vivere. Questo almeno dice lui.. «Il teatro e il cinema. Collaborai con la Wertmüller alla riduzione di Io speriamo che me la cavo, dal libro di Marcello D’Orta. Quindi mi ritrassi. A Roma ce la fa chi sa stare, come dire?, infilato… Non è un numero che mi riesca facilmente, anzi: manco lo tento».«Partecipai a Roma alla presentazione di un libro di Giuseppe Ferrandino. L’adelphiana Ena Marchi domandava all’uno e all’altro: come si chiama, che cosa fa? Le dissi dei miei racconti. Li volle vedere. Non la soddisfacevano, ma mi incoraggiava a non demordere. Sin quando mi annunciò il debutto».

Foto Giovan Giuseppe Lubrano

antoniolubrano1941@gmail.com

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Donatella

Iniziative bellissime. Bravissima la Direttrice. Finalmente la Biblioteca è diventata un vero luogo di approfondimento culturale.

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