CRONACAPRIMO PIANO

La Camorra non abita qui, parola della DIA

La Direzione Investigativa Antimafia ha redatto (e consegnato al Ministero dell’Interno) il rapporto sul primo semestre 2019 relativo all’attività svolta e ai risultati conseguiti nella lotta alla malavita

È una buona notizia, magari la diamo pure per scontata ma coi tempi che corrono non dovrebbe mai essere così. L’isola d’Ischia, in fondo, resta – pur con tutte le sue criticità – un territorio ambito ed appetito dove la criminalità può sempre indirizzare le proprie attenzioni. E la fortuna di avere forze dell’ordine preparate a svolgere anche questo tipo di “tutela” è un qualcosa che conforta non poco, soprattutto poi quando a testimoniare il grado di attenzione arriva anche il riscontro e il suffragio dei risultati.

Lo si evince dal rapporto relativo al semestre gennaio-giugno 2019 indirizzato al Ministero dell’Interno dalla DIA (Direzione Investigativa Antimafia) e relativa all’attività svolta e ai risultati conseguiti nella lotta alle mafie ed alla criminalità organizzata. Un report su scala nazionale e regionale e che ovviamente ha una sezione che riguarda da vicino anche l’isola d’Ischia e la vicina Procida. Nel rapporto viene definita “Napoli Provincia occidentale” e comprende i territori di Pozzuoli, Quarto, Bacoli, Fusaro, Monte di Procida, Miseno, Isole. Poche righe per riepilogare la situazione così come vi riportiamo testualmente: “Nel territorio flegreo, che comprende i comuni di Pozzuoli e di Quarto, i clan Beneduce e Longobardi sono stati depotenziati dalla detenzione degli elementi apicali e di un gran numero di affiliati. Questa situazione aveva dato spazio a due distinti aggregati criminali, retti da elementi riconducibili al gruppo Longobardi, uno operante nella zona di Monteruscello, l’altro nel rione Toiano, i cui componenti sono stati destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare nel mese di dicembre 2018. A Bacoli e Monte di Procida permane la presenza del gruppo PARIANTE, con interessi illeciti nelle attività di spaccio, nelle estorsioni e nell’imposizione dei videopoker”.

La nostra isola, al pari della vicina Procida, resta assolutamente estranea ad ogni forma di infiltrazione rimanendo “immacolata”. Nel Focus su mafia e rifiuti viene citata l’inchiesta del 2016 sull’asse Lacco Ameno, Forio e Monte di Procida ma si precisa che i soggetti erano “estranei a logiche mafiose”

Insomma, fin qui tutti i riferimenti all’area di pertinenza che per fortuna non vede assolutamente citata Ischia. A voler essere pignoli, leggendo con attenzione il rapporto, un caso legato alla nostra isola viene riportato nel dossier della Dia. Lo si rileva a pagina 597 all’interno del capitolo denominato “Focus: mafia e rifiuti” e viene citato un fatto di cronaca giudiziaria risalente a qualche anno fa. Il rapporto a riguardo recita quanto segue: “Come detto in premessa, nei reati connessi allo smaltimento illecito dei rifiuti spesso si intrecciano condotte illecite poste in essere da parte di tutti i soggetti che intervengono nel ciclo di smaltimento, non solo gruppi criminali ma anche imprenditori ed amministratori senza scrupoli, autotrasportatori, consulenti chimici, tutti partecipi di un meccanismo ben rodato. Per gli imprenditori liberarsi illegalmente dei rifiuti rappresenta una modalità di abbattimento dei costi di produzione, con la conseguente acquisizione di posizioni di vantaggio rispetto ad analoghe imprese che affrontano, con trasparenza ed onestà, tutti gli oneri previsti dai precetti normativi1714. Non è infrequente – in Campania come nel resto del territorio nazionale – che indagini sulle illegalità legate ai rifiuti vedano, come già detto, il coinvolgimento di soggetti estranei a contesti mafiosi: una di queste risale al 2016 e ha riguardato appalti per la raccolta dei rifiuti a Ischia nelle località di Lacco Ameno, Forio d’Ischia e Monte di Procida, per fatti avvenuti nel 2010. Tra le persone coinvolte, oltre a esponenti politici, alcuni funzionari dei diversi comuni coinvolti nell’indagine, il legale rappresentante di un consorzio operante nel settore della raccolta di rifiuti e vari imprenditori”.

Insomma, un episodio quello accaduto circa quattro anni fa che non poteva certo passare inosservati ma a voler essere ottimisti si può pescare qualcosa di positivo anche qui, visto che l’esempio dell’indagine condotta sull’asse tra Lacco, Forio e Monte di Procida viene portata a esempio come attività illegale legata ai rifiuti che ma coinvolge soggetti definiti “estranei ai contesti mafiosi”. E la precisazione, come potete capire, è di quelle tutt’altro che irrilevanti. Tra l’altro a confortare è anche la mappa grafica della Provincia di Napoli che indica le aree in cui sono presenti o più o meno fortemente radicati i clan malavitosi operanti in Campania. E nessuna freccia si indirizza su Ischia. Un risultato confortante e che non può lusingare, perché indicativo di una “qualità” che l’isola verde riesce ancora ad offrire, ma anche l’occasione per ricordarsi di tenere la guardia sempre alta.

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