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L’isola capitale del giornalismo con il Premio Ischia, sabato la chiusura della 38°edizione

di Isabella Puca

foto Luigi Irace

Lacco Ameno – «In questa cornice fantastica, su questo stesso palco, da 38 anni, si sono alternate diverse stelle del nostro mestiere che hanno saputo distinguersi nel nostro lavoro. Una serata di premiazioni, ma anche una festa per conoscere i volti di chi, nel corso dell’anno, ha dato alcune delle notizie più importanti». È così, con le parole di Roberta Serdoz, che è iniziata la serata conclusiva di questa 38° edizione del Premio Ischia di giornalismo. Sulla darsena del Grande Albergo della Regina Isabella alcune delle personalità più importanti del giornalismo internazionale e della politica italiana. La premiazione è subito entrata nel vivo con la consegna del premio a Nando Santonastaso responsabile del progetto ” Il Mattino 4.0”, a lui è stato assegnato il premio Ischia per l’innovazione. La giuria ha sottolineato il lavoro giornalistico, nella sua qualità di responsabile del progetto “Il Mattino 4.0″, finalizzato a dare voce a quella cultura dell’innovazione e della ricerca che rappresenta l’aspetto più straordinario e meno conosciuto del nostro Mezzogiorno ed in particolare della Campania. La giuria inoltre sottolinea la versatilità del suo lavoro come giornalista che dalla carta stampata ha saputo cogliere e padroneggiare le opportunità del web.  «Di recente – ha dichiarato Carlo Gambalonga, vice presidente della Fondazione Premio Ischia – è stata inaugurata un’ emeroteca  che raccoglie tutti i giornali ischitani dal 1830 in poi. La struttura è a disposizione delle scuole e di quanti vogliono accostarsi al giornalismo. Un’anticipazione: il prossimo anno il premio sarà aperto a tutti i giovani che frequentano i master d giornalismo; i migliori 30 potranno trascorrere una settimana al Premio Ischia a contatto con le migliori firme» Una bella novità che lascia ben sperare per chi aspira a fare questo che è uno dei mestieri più belli al mondo. A proposito di giovani sul palco è poi salita Giulia Bosetti giornalista di Presa Diretta premiata da Giancarlo Carriero come giornalista dell’anno per la televisione. «Sono molto legata all’inchiesta su Giulio Regeni, – ha dichiarato – è una storia che grida ancora giustizia. Il nostro lavoro è fondamentale, abbiamo dei nomi di possibili responsabili, ma è ancora tutto poco chiaro. Non si può dimenticare la famiglia di Giulio che voleva cambiare il mondo e voleva raccontare un Egitto di cui sappiamo poco. Ho visto quello che voleva raccontare, e quell’Egitto che ha ucciso Giulio ancora esiste». Tra gli applausi la consegna del premio da parte di Carriero che ha sottolineato come manifestazioni come quella del Premio Ischia, che ha il suo quartier generale al Regina Isabella, possa contribuire a raccontare l’isola valorizzando le bellezze del territorio. Il premio giornalista dell’anno è andato invece a Emiliano Fittipaldi (Espresso), conosciuto dalla stampa estera soprattutto per le inchieste sul Vaticano. «Il premio Ischia – ha dichiarato Fittipaldi – non è un premio banale, ma tra i più importanti d’Italia; noi giornalisti d’inchiesta non siamo premiatissimi in Italia. A salvarci sarà la qualità, insieme alla professionalità e al rapporto con i lettori. Bisogna dare al lettore ciò che non può leggere sul web e sono contento che questo premio valorizzi un lavoro di qualità per il futuro del giornalismo». Sul palco a consegnare il premio Coppa di Nestore al direttore generale della Rai Mario Orfeo il sindaco del comune di Lacco Ameno Giacomo Pascale. Dopo aver spiegato l’importanza che ricopre questo premio che porta il nome di uno dei reperti archeologici più preziosi dell’isola, una promessa al giornalista napoletano che tanto ama l’isola, «grazie a questo premio – ha dichiarato Pascale, Ischia diventa capitale del giornalismo, proporrò al mio consiglio comunale di conferire a Mario Orfeo la cittadinanza onoraria».  «Sono felice – ha commentato Orfeo – sono molto legato a questo premio, credo sia il più importante della mia carriera e arriva da un’isola a cui sono davvero legato, la porto nel mio cuore». Momento internazionale con la consegna del premio ad Anthony Loyd, reporter di guerra si è occupato dei conflitti nei Balcani, in Afghanistan, in Iraq, Africa Occidentale, Cecenia, Pakistan, Somalia, Messico, Darfur, Algeria, Libia e Siria. Per lui il premio Ischia internazionale per “ la grande professionalità e competenza con cui ha raccontato le vicende internazionali più importanti degli ultimi decenni, sempre in prima linea: dalla Bosnia alla Sierra Leone dall’ Afghanistan al Kosovo e all’Iraq. La giuria del Premio Ischia conferisce il premio Internazionale ad uno dei più noti e coraggiosi corrispondenti di guerra della sua generazione che ci ricorda come il mestiere di informare comporta anche il rischio della propria vita”.  Sul palco anche il premio Nobel Svetlana Aleksievic, insignita del premio Ischia per i diritti umani, a conferirglielo il ministro della difesa on. Roberta Pinotti e Antonio Funiciello, capo staff del ministro Gentiloni. Prima della sorpresa musicale l’annuncio della consegna del premio Penna d’Oro che, giunto alla sua sessantesima edizione verrà conferito a settembre a Piero Angela presso il Quirinale. Dal giornalismo alla poesia con la presenza sul palco, per la prima volta a Ischia del cantautore italiano Roberto Vecchioni. «Chiudiamo gli occhi e pensiamo che ogni cosa ha un origine e una costruzione. Pensiamo di essere tornati a 2800 anni fa, quando c’era solo mare e buio e una nave, con 50 rematori, partita da un’ isola lontanissima di nome Eubea. Sono scappati, sono dei conquistatori e sono arrivati nel golfo di Napoli lì dove morì, suicida per amore, la sirena Partenope. Trovano San Montano e Monte Vico e lì vi costruiscono una città portandovi alcune cose che qui non esistevano come la scrittura, l’agricoltura, il senso del sole e delle stagioni.  In ogni luogo non c’è solo ciò che si vede, ma anche un mondo dietro che ha costruito tutto questo che non possiamo dimenticare. Oltre al digitale c’è anche l’amore e quel sentire che dobbiamo tutto al nostro passato». Sentirla raccontare da lui, la storia dell’isola affascina anche chi, quella storia, la conosceva già. «La prima volta che venni a Ischia – continua a raccontare Vecchioni – avevo 17anni, facevo casino e quando tornavo alle quattro di mattina, a quell’ora papà usciva per andare a pescare». Parte così “l’uomo che si gioca il cielo a dadi”, e via di seguito alcuni tra i suoi successi più belli a chiudere un’altra incredibile edizione del Premio Ischia.

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