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L’isola che “affoga” quando piove e il triste primato di Ischia

DI CORRADO ROVEDA

 

ISCHIA. Nell’isola che rischia di sprofondare ad ogni scroscio di pioggia c’è un comune, quello di Ischia, dove se la passano decisamente peggio nonostante la pioggia di milioni investita per la realizzazione delle condotte fognarie. Poco più di 18 milioni di euro spalmati su ventisette progetti tra già realizzati, da ultimare e da realizzare. Abbastanza da giustificare i toni trionfalistici di Giosi Ferrandino e della sua maggioranza, attenti ad esaltare ad ogni occasione utile l’importanza del complesso sistema di interventi di regimentazione delle acque meteoriche. Peccato poi intervenga la realtà a raccontare di un territorio dove non solo gli allagamenti restano una triste quanto problematica costante delle giornate di pioggia, ma dove il fenomeno sembra essere aumentato anziché diminuire, seppur con alcune eccezioni come via Alfredo De Luca o lo svincolo del porto.

 

PAROLA AI NUMERI

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I numeri sono l’unico dato che non si presta ad una valutazione soggettiva. Quelli relativi alla realizzazione degli impianti di regimentazione delle acque sono a dir poco mastodontici per una realtà di provincia qual è Ischia. In dieci anni di amministrazione, Giosi Ferrandino ha investito nel progetto finanziamenti pubblici pari a 18 milioni di euro e spiccioli, frutto di accordi trasversali con Commissario di Governo, Regione Campania e in alcuni casi perfino privati. C’è però da fare una precisazione: non tutto l’importo è stato utilizzato per la regimentazione delle acque pluviali. Anzi, un buon 70% della somma (quasi 13 milioni di euro) è stato utilizzato per realizzare le fognature. Il restante 30% però equivale ad una fetta di almeno cinque milioni, non esattamente bruscolini. Ebbene, con quei cinque milioni di euro sono stati realizzati 21.500 metri lineari di rete bianca, destinata cioè ad uso esclusivo delle acque meteoriche. Una enormità rispetto al 2007, quando la rete per le acque pluviali nemmeno esisteva.

 

GLI ULTMI SARANNO I PRIMI

 

Sarebbe stato legittimo attendersi un miglioramento evidente, dopo investimenti di tale portata. Ed invece i problemi sono tutti lì: strade allagate, smottamenti e piccole frane sono la punta dell’iceberg in quell’interminabile elenco di disagi che gli ischitani sono ancora costretti a patire quando piove. Non manca nemmeno un paradosso, evidente come il sole: le zone a più alta incidenza di allagamenti sono proprio quelle interessate dai lavori per la realizzazione delle condotte fognarie e degli impianti di regimentazione delle acque. Perché sarà pur vero che gli abitanti delle zone alte del comune di Ischia attendono ancora che le condotte fognarie bianche e nere siano realizzate anche da loro, nell’anno del Signore 2016. Ma ad osservare gli effetti della realizzazione degli interventi in zone come via Francesco Buonocore e spiaggia dei Pescatori, lo stazionamento degli autobus, via Leonardo Mazzella, via Angelo Sogliuzzo, via Pontano o la Mandra – ci fermiamo per carità cristiana, ma l’elenco potrebbe continuare – è legittimo chiedersi se non siano proprio loro ad essere stati baciati dalla dea bendata. Gli ultimi saranno i primi.

 

ULTIMO LOTTO DA 7 MILIONI

 

Gli ischitani hanno da tempo imparato l’arte della pazienza. Che è necessaria, in alcuni casi. Soprattutto quando una istituzione effettua interventi sensibili sul territorio come la posa delle condotte fognarie. L’ultimo lotto da 7 milioni di interventi ha fatto perdere la pazienza a qualcuno, soprattutto perché i lavori sono proseguiti anche in piena estate, ma nel complesso gli interventi sono stati accettati come un male necessario dalla comunità. Anche perché è dal 2009 che a Ischia si procede ad una media di tre cantieri l’anno per completare la rete fognaria. Si è cominciato nel 2007 con via Alfredo De Luca, Casa Lauro e via Pontano. Nel 2010 è toccato a via Vecchia Cartaromana e via Iasolino. L’anno successivo è stata la volta di via Acquedotto, via Nuova dei Conti, via Casciaro e via delle Terme. Nel 2012 i lavori hanno interessato Via Giovan Battista Vico e via De Rivaz. Tra il 2013 ed il 2015 via Edgardo Cortese, via Antonio De Luca, via Michele Mazzella, via Leonardo Mazzella, via Foce, via Osservatorio, via Foschini ed il secondo tratto di via Nuova dei Conti. Tutta la zona centrale, insomma. Esattamente quella che si allaga e frana su se stessa. Ne è valsa davvero la pena?

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