CRONACAPRIMO PIANO

L’isola che non c’è più, c’era una volta la spiaggia by night

Alcuni addetti ai lavori spiegano l’inevitabilità della chiusura notturna degli arenili nel periodo più “caldo” dell’anno

Enzo Ferrandino: «La raccolta dei rifiuti è già sotto pressione a causa del quadruplicarsi del volume di rifiuti prodotti in queste settimane. Consentire gli accessi notturni in spiaggia significherebbe mandare in tilt il servizio e lasciare gli arenili nel degrado»

Anche quest’anno diverse amministrazioni comunali hanno ribadito il divieto: no all’accesso sugli arenili negli orari notturni. Quindi niente falò, né musica, birra e “bivacchi” che invece fino ad alcuni anni fa costituivano una delle tradizioni delle estati isolane. Esigenze di prevenzione a livello sanitario, oltre che di decoro, inducono gli enti a vietare ogni tipo di accesso notturno nel periodo di massimo afflusso turistico. Fra l’altro, in questo periodo le forze dell’ordine sono già impegnate nel controllo del territorio, dove la popolazione al culmine della stagione estiva è quadruplicata rispetto a quella dei residenti.

Mario Di Meglio: «Serve un equilibrio tra le varie esigenze. Le spiagge potrebbero anche essere accessibili di notte, ma le autorità devono garantire un minimo di controllo, come quello che io cerco di assicurare nel mio locale»

Locali, bar, ristoranti sono al limite della capienza, e spesso la cronaca racconta della chiusura di questa o quella attività proprio per la violazione delle regole anti-assembramento, in un momento dove la curva dei contagi di covid-19 sembra avere un sia pur lieve aumento. In tale ottica, si potrebbe pensare che il divieto di accesso alle spiagge possa in qualche modo ritorcersi contro l’intento iniziale, proprio perché la grande massa di giovani che in gruppo avrebbe potuto occupare gli arenili si concentra giocoforza nei locali notturni, contribuendo a far saltare ogni cautela e prescrizione anti-covid. Tuttavia la realtà è più complessa e non si può ridurla a un mero scacchiere dove collocare le pedine (tante), in quanto le esigenze da contemperare sono molte, e gli enti non sempre hanno la possibilità di farvi fronte in maniera uniformemente adeguata.

Un importante aspetto della questione lo illustra il sindaco di Ischia, Enzo Ferrandino: «In realtà c’è un problema sostanziale. Consentire gli accessi notturni sulle spiagge significa poi avere gli arenili in uno stato di pietoso degrado per i giorni successivi. Parallelamente siamo già al limite per quanto riguarda i servizi di pulizia sul territorio, con una quantità di rifiuti quadruplicata rispetto al solito: se dovessimo aumentare tale carico di lavoro con ulteriore pulizia straordinaria delle spiagge, si finirebbe per mandare in tilt l’intero sistema di gestione dei rifiuti. Dunque, sono molteplici le motivazioni che inducono a vietare gli accessi notturni sulle spiagge: oltre a cercare di prevenire assembramenti incontrollati in funzione anti-covid19, c’è appunto la questione dei servizi di pulizia e raccolta dei rifiuti. D’altronde, nella settimana ferragostana è inutile oltre che strumentale cercare la facile polemica sulla tematica degli assembramenti, visti i numeri in gioco».

A questa esigenza, di carattere amministrativo, si affianca anche quella delineata dal comandante della Polizia municipale di Lacco Ameno, dottor Raffaele Monti, di natura che potremmo definire “strategica”: «Il punto focale è la possibilità di controllo. Le spiagge libere sono più impegnative da sorvegliare, ed eventuali assembramenti sugli arenili sarebbero totalmente fuori controllo da parte delle forze dell’ordine. Invece gli affollamenti presso i locali restano comunque più controllabili e gestibili.

Raffaele Monti: «Gli arenili sono difficili da controllare e gli enti non possono disperdere le pattuglie per sorvegliare i litorali, trascurando il resto del territorio. Ecco dunque la necessità del divieto. Gli assembramenti presso i locali, benché impegnativi, sono più agevoli da gestire»

È anche un problema logistico oltre che strategico: alla naturale difficoltà di sorveglianza degli arenili si aggiungono anche situazioni particolari che aggravano tali difficoltà. Prendiamo una spiaggia come Cava dell’Isola (e non solo), anche più impegnativa da raggiungere: inviare almeno due vigili di pattuglia sull’arenile comporterebbe un notevole dispendio di tempo, considerando quello che va impiegato per raggiungere la spiaggia, eseguire il controllo, ed eventualmente sgomberare coloro che hanno violato i divieti in materia di assembramenti o di bivacchi notturni. E in genere gli enti non hanno una quantità di personale sufficiente per eseguire diverse operazioni simili nell’arco di ogni notte. Dunque, è giocoforza più agevole vietare a priori l’accesso sugli arenili, e impiegare le unità al controllo del territorio e a gestire gli eventuali assembramenti presso i locali». Leggermente diverso il punto di vista di un imprenditore del settore, Mario Di Meglio, del noto bar Topless: «Credo che sia necessario un equilibrio tra le varie esigenze. Chi viene a Ischia ad agosto per trascorrere le vacanze, lo fa per andare in spiaggia, al bar, al ristorante, nei locali, e dunque qualcosa gli dobbiamo pure offrire. Penso che le spiagge potrebbero anche rimanere aperte nelle ore notturne, ovviamente garantendo un minimo di controllo. Io posso garantire un certo controllo nel mio locale, e per inciso trovo ingiusto infliggere la sanzione della chiusura, ma sulle spiagge la sorveglianza dovrebbe essere assicurata dalle autorità preposte. Sappiamo che il covid c’è, ma adesso sembra più gestibile, in quanto a fronte del numero dei contagi gli ospedali sono fortunatamente quasi vuoti».

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