L’isola d’Ischia al centro del progetto europeo Med-IREN
Presso la sala consiliare del comune di Casamicciola Terme, si è tenuta la presentazione e il primo laboratorio partecipativo PPCP del progetto Med-IREN, finanziato dall’Unione Europea. Nel mirino dei relatori diversi aspetti: non solo cambiamenti climatici, ma anche la fragilità di un territorio come quello isolano che purtroppo si è manifestata a più riprese. Il monito di Luigi Grosso: «Ischia è particolare e l’innalzamento delle temperature degli ultimi anni ha portato a una piovosità molto pericolosa»

È nota la fragilità del territorio isolano e a testimoniarlo ci sono gli eventi catastrofici degli ultimi anni (terremoto del 2017 e frana del 2022) che hanno causato morte e distruzione. Andando a ritroso nel tempo, però, se ne potrebbero riscontrare altri di forte e media entità. Il progetto Med-IREN (MEDiterranean critical Infrastructure Resilience engineering with Nature based solutions), mira a fornire una dimostrazione concreta di come rendere resiliente al cambiamento climatico le infrastrutture critiche del Mediterraneo introducendo le NBS sia per migliorare la gestione del rischio climatico che per sostenere la loro continuità operativa in caso di cambiamenti climatici estremi. Il progetto, per ora, è rivolto a cinque “regioni-pilota” del Mediterraneo, di cui due italiane (Campania e Toscana), una spagnola, una francese ed una greca, coprendo diverse tipologie di infrastrutture critiche, diversi tipi di rischi climatici e di interventi. Per lo specifico caso studio campano, si è deciso di rivolgere le attività dimostrative all’Isola d’Ischia, per la sua storia segnata da terremoti distruttivi, eventi alluvionali e franosi. Il progetto Med-IREN è stato presentato presso la sala consiliare del comune di Casamicciola Terme alla presenza di un nutrito numero di studenti di vari istituti isolani. Dopo i saluti istituzionali di Giosi Ferrandino, sindaco di Casamicciola, ha preso la parola la dott.ssa Adriana Pacifico del consorzio pubblico STRESS: «Il progetto Med-IREN, finanziato dalla comunità europea tramite il programma Horizon Europe, mira a proteggere le comunità locali dagli eventi climatici estremi che si verificano nel Mediterraneo. Combinando soluzioni ispirate alla natura e pratiche ingegneristiche, le cosiddette NBS, il progetto cerca di salvaguardare le società da inondazioni, incendi, frane e altri rischi climatici che minacciano un determinato luogo. Il progetto prevede cinque interventi dimostratori da realizzare nel Mediterraneo e tra questi vi è Ischia.
L’amara constatazione del prof. Guadagno:«Con il passar del tempo c’è stata una scarsa manutenzione e oggi ne paghiamo gli effetti»


Per l’isola, come si sa, c’è già un piano che la struttura commissariale e il comune di Casamicciola stanno attuando che prevede interventi di messa in sicurezza del territorio come la pulizia degli alvei. L’obiettivo del progetto Med-IREN è quello di supportare le azioni già in essere e valutare l’efficacia di altre strategie di intervento. Pensiamo, ad esempio, alla stabilizzazione di pendii di roccia e di terra con tecniche NBS innovative, come barriere vegetali, applicazione di tessuti multifunzionali di fibre naturali con la duplice azione di rinforzo e monitoraggio, o ancora al monitoraggio in tempo reale degli spostamenti del terreno mediante l’installazione di sensori molto avanzati dal punto di tecnologico». È stato poi il momento de Prof. Ordinario di Geologia Applicata Francesco Maria Guadagno, componente dello staff del Commissariato alla Ricostruzione post calamità di Ischia: «A Ischia ci sono diversi fattori che rendono estremamente fragile il territorio. Innanzitutto, c’è un rischio sismico molto alto testimoniato dai terremoti che si sono succeduti nel corso della storia, tra i quali il più famoso è sicuramente quello del 1883. E poi c’è una chiara instabilità di versante che porta a fenomeni franosi e di alluvionamento. Dopo la terribile alluvione del 1910, che coinvolse soprattutto Casamicciola, nacque una coscienza collettiva che portò alla realizzazione di importanti opere di mitigazione come la pulizia degli alvei, l’utilizzo di terrazzamenti e l’innesto di piante in grado di tenere saldo il terreno. Tuttavia con il passare del tempo c’è stata una scarsa manutenzione e oggi gli effetti, ahinoi, sono sotto gli occhi di tutti. In definitiva, un territorio così giovane e così fragile come Ischia deve essere sottoposto a cure e interventi in continuazione, altrimenti il rischio è che in futuro si verifichino altre catastrofi. Dunque, un monito va sicuramente alle istituzioni, ma anche ai cittadini che con semplici gesti possono contribuire alla salvaguardia del proprio territorio». L’Ingegnere Luigi Grosso, responsabile dell’ufficio tecnico e coordinatore del Presidio Territoriale di Protezione Civile di Casamicciola Terme, si è focalizzato sull’aumento delle temperature e sulle piogge: «I cambiamenti climatici, ormai, sono innegabili ed è una corsa contro il tempo per migliorare la situazione onde evitare guai irreparabili. L’isola d’Ischia è molto particolare e l’innalzamento delle temperature degli ultimi anni ha portato a giornate più calde, ma soprattutto a una piovosità molto pericolosa. Le piogge, come vediamo, non sono più regolari come un tempo. Oggi, infatti, assistiamo ad acquazzoni fortissimi che in un breve lasso di tempo scaricano una quantità sproposita di acqua con gravi conseguenze per il nostro territorio, già fragile per natura. Sono i cosiddetti temporali autorigeneranti, cioè fenomeni temporaleschi che si auto-alimentano a causa del contrasto tra due masse d’aria con caratteristiche termiche e igrometriche differenti, una caldo-umida presente alle basse quote e un’altra più fredda e secca alle quote superiori della troposfera». L’ultimo intervento è stato quello di Lorenzo Benedetto, componente del Commissariato alla Ricostruzione post calamità dell’isola d’Ischia il cui intervento è stato caratterizzato da un passaggio sul piano di protezione civile: «Il piano di emergenza è uno strumento fondamentale di cui il sindaco deve servirsi per fronteggiare una calamità. Esso è un documento che organizza le risposte da attuare in caso di emergenze, come terremoti, alluvioni o incendi, indicando ruoli, risorse, procedure e aree a rischio per garantire la sicurezza della popolazione. Serve a prevenire, gestire e superare situazioni di crisi in modo coordinato ed efficace. In un contesto storico come il nostro, caratterizzato da conclamati cambiamenti climatici, è di vitale importanza che il piano sia conosciuto e divulgato ai cittadini e che sia testato attraverso periodiche sessioni». La presentazione del progetto Med-IREN si è conclusa con un percorso laboratoriale che ha visto coinvolti gli studenti presenti all’evento.