CRONACAPRIMO PIANO

L’isola e la movida, tutti contro tutti

Il mondo mediatico regionale e nazionale si accorge all’improvviso che il giovedì foriano è un qualcosa di poco compatibile con il distanziamento sociale. E la Riva Destra continua ad essere ultra gremita. E così Bondavalli non ci sta: “Tanto l’importante era chiudere le discoteche”

Il clima ormai è diventato da tutti contro tutti. Dopo quello che sta succedendo un po’ ovunque, anche la movida ischitana finisce al centro dei riflettori. Frutto – ci sia consentito il passaggio – di una informazione ormai banalizzata e banalizzante. E’ il caso dell’onda che i media regionali stanno cavalcando a proposito degli assembramenti registratisi a Forio: le foto hanno fatto il giro d’Italia come se quella del giovedì foriano fosse una novità.

E in questo clima di tensione ci si mettono anche i botta e risposta che altro non fanno che aumentare il predetto clima di tensione. C’è Clementino che quasi non crede ai suoi occhi di fronte alla platea dei localini del porto del Comune del Torrione e quasi animato da trance agonistica decide di mettersi in consolle a dare spettacolo. Il problema è che il rapper non è propriamente uno qualsiasi e così centinaia e centinaia di persone si ammassano per non perdersi l’esibizione caduta dal cielo oltre che gratuita. Il sindaco di Forio non ci sta e parla di “pagliacciata inaccettabile” (almeno così riportano alcuni media), a quel punto l’artista replica per le rime chiedendo sì scusa ma togliendosi il sassolino dalla scarpa e rispedendo le accuse al mittente in una intervista rilasciata al quotidiano Il Mattino: «Credevo fosse il sindaco di Forio de Janeiro. Vedo che il sindaco si scandalizza per qualcosa che non è successo, ma non per “i giovedì di Forio”, che ormai sono un cult della movida isolana, e non solo. Una lunghissima passerella di locali, giovani e dj. Ogni locale ha il suo dj all’aperto, ce ne sono decine e richiamano centinaia, anzi migliaia di ragazzi». Già che c’è Clementino mette il dito nella piaga e ribadisce di aver visto strutture stracolme e spiagge dove la gente sta ammassata e dove il distanziamento è un optional. Scoperta dell’acqua calda, sia detto senza offesa. Tutto il mondo è paese e Ischia fa parte del mondo, anzi di questi tempi forse ne è l’ombelico vista l’invasione di turisti quasi esclusivamente (purtroppo…) di prossimità.

Tutti contro tutti dicevamo. Perché mentre a Forio e ad esempio sulla Riva Destra (ne parleremo tra poco) ne succedono di tutti i colori, c’è chi deve fare i conti con una chiusura decisa dal governo e alla quale bisogna aseguarsi. E’ il caso di Marcello Bondavalli, che tra l’altro pare sia stato sanzionato dalla polizia durante una serata in cui al Valentino c’era musica dal vivo, che non nasconde la sua amarezza e postando le foto e gli assembramenti del giovedì foriano chiosa: “Tanto l’importante era chiudere le discoteche”. Che detta così, ad essere onesti, diventa davvero difficile dargli torto, fermo restando che quando le leggi ci sono vanno rispettate e basta. Ma ritorniamo a quella Riva Destra che anche ieri era piena zeppa e che ha suscitato anche la reazione del consigliere regionale Francesco Borrelli e della responsabile della sezione isolana dei verdi, Mariarosaria urraro: “I continui assembramenti sull’isola di Ischia e agli imbarchi per le isole del golfo sono motivo di grande preoccupazione per la tutela della salute pubblica nell’isola.

Con la recrudescenza dei contagi non è accettabile assistere ogni sera a migliaia di persone ammassate, molte delle quali senza mascherina, che in barba a tutte le misure di prevenzione dal Covid affollano le strade della movida e i locali senza porsi minimamente il problema dei rischi che corrono. Una situazione che non può andare avanti, figlia di un sovraffollamento dell’isola che deve essere normato a tutti i costi. Siamo l’unica forza politica che ha protocollato al Prefetto la richiesta per il controllo dei fitti a nero. Nel fine settimana risse e collassi per abusi alcoolici sono la regola. Dobbiamo avere il coraggio di dire basta con questo modello di turismo incompatibile con l’estensione dell’isola e con il numero di alloggi regolari esistenti”. E anche su questo c’è ben poco da eccepire.

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