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L’isola e l’allarme bullismo: 50 in un anno le richieste di aiuto solo dal Liceo

A fotografare la situazione è la Cooperativa 12 stelle San Michele che offre ai giovani ischitani un numero attivo 24h e uno sportello con psicologi e altre figure professionali

In Italia un ragazzino su due è vittima di episodi di bullismo. L’età a rischio è quella compresa fra 11 e i 17 anni, anche se il periodo più critico è fra 11 e 13: all’inizio parolacce e insulti, seguiti dalla derisione per l’aspetto fisico e poi, in 4 casi su cento, si arriva a botte, calci e pugni. E’ quanto emerge da uno degli ultimi studi Istat, una situazione certo drammatica che fotografa una società malata già in un età dove dovrebbe vincere la spensieratezza. Un trend nazionale dal quale, purtroppo, Ischia non si discosta.

La scuola, attraverso figure apposite, opera costantemente contro il bullismo arginando, spesso, il fenomeno sul nascere. Ma spesso i ragazzi hanno paura di rivolgersi al proprio insegnante, temono possa aggravarsi una situazione già di per sé insostenibile. E’ così che entra in gioco la pagina Facebook“la voce dei ragazzi” legata a un numero di telefono attivo 24h su 24h. E’ attraverso questo numero che le figure professionali individuate della Cooperativa 12 Stelle vengono contattate da chi ha bisogno di parlare con qualcuno perché c’è un bullo che l’ha preso di mira. Abbiamo chiesto a Cristina Rontino, responsabile del Centro, qualche numero per restituirvi l’immagine di quanto accade a Ischia, tra i nostri ragazzi. Ebbene, dallo scorso anno ad oggi, sono tantissimi i ragazzi ad aver riferito loro episodi di bullismo, i più gravi in terza media e in prima superiore.

Al primo posto tra le scuole da cui provengono queste richieste d’aiuto c’è il Liceo: sono circa 50 quelli che, in forma anonima, hanno raccontato di esserne stato vittima o di essere a conoscenza di episodi avvenuti nella loro scuola. Dagli Istituti SuperioriTelese e Mennella sono, invece, circa 20 le segnalazioni complessive raccolte nell’ultimo anno.«Dalla Scuola Media Scotti – riferisce la Rontino – ci hanno contattato spesso, ma attraverso whatsapp e sono stati pochissimi ad aver proseguito nell’affrontare la situazione. Dall’Istituto Comprensivo V.Mennella sono circa 10 tra ragazzi e ragazze ad aver segnalato episodi, studenti che hanno preferito lo sportello esterno al parlarne a scuola per non peggiorare la situazione.

Alcuni hanno cambiato direttamente classe o, addirittura, scuola».In un’epoca come quella in cui stiamo vivendo appare davvero scoraggiante dover sentire che uno dei nostri giovani, magari più sensibile rispetto ad un altro, è stato costretto al cambio scuola perché vittima di uno o più episodi di bullismo. Fondamentale, ancora una volta, il ruolo dell’insegnante che, in diversi casi, è riuscito a farsi, prima, antenna del problema e poi agente risolutore con la serenità dell’intero gruppo classe. Sconcertante, in altri casi, la reazione dei genitori. «I genitori dei ‘bulli’, spesso contattati, – ha riferito ancora la Rontino – hanno sminuito ampiamente la situazionedefinendola impossibile».

Di casi “gravi’ sfociati in ansia sociale e depressione il gruppo della cooperativa attualmente ne segue circa venti.Sempre secondo i dati Istat, a livello nazionale, a subire il bullismo sono più le femmine (20,9%) che i maschi (18,8%), mentre tra gli studenti delle superiori le vittime più numerose sono tra i liceali (19,4%), seguiti dagli studenti degli istituti professionali (18,1%) e degli istituti tecnici (16%). Ci sono differenze anche tra Nord e Sud: il fenomeno è più diffuso nelle regioni settentrionali, con il 23% dei ragazzi fra 11 a 17 anni; la percentuale supera però il 57% considerando anche le azioni avvenute sporadicamente. Le violenze più comuni sono offese, parolacce e insulti (12,1%), la derisione per l’aspetto fisico o per il modo di parlare (6,3%), la diffamazione (5,1%), l’esclusione per le proprie opinioni (4,7%), le aggressioni con spintoni, botte, calci e pugni (3,8%).Come interviene la cooperativa? Al gruppo ascolto vengono spesso aggiunte terapie di supporto psicologico individuale ove necessario con un supporto di due psicologi, un’ educatrice e una sociologa.

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Figure necessarie in un mondo dove precari sono prima tra tutti i sentimenti.Intanto, Bullismo e cyberbullismo saranno puniti con pene più severe, al pari di quelle previste per lo stalking. L’aula della Camera ha approvato proprio in questi giorni, con il sì della maggioranza, la legge contro il bullismo che, di fatto, riprende e completa il provvedimento varato nella scorsa legislatura contro il cyberbullismo. Il testo – che adesso passa al Senato – si muove su un doppio binario: da una parte quello dell’inasprimento sanzionatorio, dall’altro quello della rieducazione e della prevenzione. In tutto otto articoli, un provvedimento corposo, particolarmente incisivo quando si parla di atti che coinvolgono dei minorenni. Al punto che, tra le ipotesi più radicali, c’è anche quella dell’affidamento a una casa famiglia. Si tratta di una misura estrema, solo per i casi più gravi in cui il percorso di recupero non abbia dato risultati utili. Chiunque, dentro e fuori la scuola può segnalare i casi di bullismo al Procuratore che gira la segnalazione al Tribunale dei minori che apre un procedimento che avvia un percorso di rieducazione.

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La parte più articolata della legge è quella che riguarda la prevenzione e la rieducazione. Un ruolo di rilievo viene affidato, oltre che alla famiglia, anche alla scuola. Il dirigente deve diventare una sorta di “sentinella”: se viene a conoscenza di qualsiasi tipo di atto di bullismo che coinvolga studenti iscritti all’istituto, può valutare se coinvolgere i rappresentanti dei servizi sociali e sanitari. E’ previsto anche un lavoro di monitoraggio della percezione dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo e per questo il ministero dell’Istruzione, attraverso proprie piattaforme nazionali, mette a disposizione delle scuole strumenti di valutazione e questionari da somministrare a docenti e studenti. Si prevede anche un servizio di assistenza delle vittime accessibile tramite il numero pubblico di emergenza infanzia 114, gratuito e attivo 24 ore su 24, e un’app ad hoc.

50 le richieste di aiuto provenienti dai liceali

20 le segnalazioni raccolte negli Istituti Telese e Mennella

10 dall’Istituto Comprensivo V. Mennella

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Rossy

Siamo arrivati al 2020 ma è il caso di dire che la guerra non finirà mai. Le atrocità che hanno sopportato quelli che l’hanno vissuta si può dire che in forma molto minore la vivono i giovani di oggi. Non c’è paragone con la guerra passata ma il giovane di oggi, debole e con la paura di parlare, la violenza subita se la porterà per tutta la vita. E se prima ti uccidevano ora è stesso il giovane che si toglie la vita.

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