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L’isola e un esercito di turisti “fantasma”

Ischia come Venezia, l’allarme di migliaia e migliaia di vacanzieri che sfuggono ad una serie di obblighi, tra questi il pagamento della tassa di soggiorno. Federalberghi invoca il codice univoco che se non altro sarebbe un punto di partenza e denuncia la presenza di almeno 1.800 vani abusivi presenti sul web

Sono migliaia e non sono presenti solo sull’isola di Ischia. Si tratta di turisti “fantasma” ovvero di ospiti che alloggiano in attività non dichiarate operative in barba al fisco e agli obblighi di denuncia alla Questura. Il caso è stato sollevato a Venezia con le vacanze di Pasqua quando la “Smart control room” del Comune lagunare ha scoperto che alle 4 della notte del Sabato Santo le presenze di non residenti, quindi di turisti o visitatori, erano 101mila, di cui circa 6mila al Lido, gli altri nel centro storico lagunare. Siccome le strutture recettive, tra alberghi, affittacamere e B&B arrivano a 60mila unità, il conto della differenza è presto fatto. «Ma questo succede anche da noi. Ogni stagione. E questa che sta per cominciare non sarà da meno». La denuncia è di Luca d’Ambra presidente di Federalberghi Ischia. «Siamo allo stesso livello di Venezia. Più volte abbiamo chiesto ai Comuni di adoperarsi per l’attivazione del Codice Univoco. Si tratta di una specie di identificazione di tutte le tipologie di locazione. Questo permetterebbe almeno la possibilità di fare un censimento degli ospiti. Ovviamente non è la panacea, ma sarebbe un buon punto di partenza», incalza D’Ambra. Accanto al turismo dichiarato fatto da ospiti la cui presenza viene segnalata sul portale alloggiatiweb e che pagano regolarmente la tassa di soggiorno, c’è un turismo abusivo che spesso va ben oltre la soglia del sold out dei posti-letto ufficiali.

A Venezia il calcolo dei turisti presenti è arrivato dalla sala di controllo dei flussi d’avanguardia. Da un punto di vista tecnologico è stata allestita dalla società Venis, operativamente viene gestita dalla Polizia Municipale. Grazie alla tracciatura dei telefoni cellulari che ormai ognuno si porta addosso, nonché alle immagini proposte da 400 telecamere installate nella città, ai sensori installati nei canali e nelle calli, gli operatori sono in grado di sapere, in tempo reale, quante sono le persone presenti. Una trentina di persone seguono l’andamento di giorno e di notte. A Ischia il tutto sarebbe più facile: basta incrociare i dati degli sbarchi registrati ai porti con quelli denunciati da chi fitta regolarmente un alloggio. «Negli ultimi anni solo le forze dell’ordine sono stati accanto agli albergatori controllando, nel pieno della stagione estiva, e stanando gli abusivi. Ma ovviamente ciò non basta», spiega Luca D’Ambra. Federalberghi Ischia già da qualche tempo ha denunciato la presenza di circa 1800 vani che si fittano sul web. Ciò significa che parliamo di almeno 3.600 posti letto. «Si tratta di un turismo parallelo – continua la denuncia del presidente di Federalberghi – ben visibile sulla rete e che è visibile a tutti». Queste strutture ‘giocano’ con armi diverse rispetto agli albergatori. «Basti pensare che ogni albergatore paga circa 950euro all’anno per stanza come tassa sui rifiuti, invece, queste strutture dichiarate come abitazioni pagano molto meno». E qui Luca D’Ambra fa un esempio pratico: «C’è una villa presente sul web come struttura luxury paga invece circa mille euro all’anno. Questo determina una concorrenza sleale e scorretta». «Una situazione – sottolinea il presidente degli albergatori isolani – che si ripresenta ogni anno. Tocca ai Comuni attivarsi con il Codice Unico che è stato già attivato dalla giunta regionale della Campania». La richiesta degli albergatori è chiara: «Manca una regolamentazione del sistema extralberghiero non per limitarne l’esercizio, ma solo per creare delle regole chiare e certe per tutti». «La concorrenza è un fattore positivo, purché sia ad armi pari”. E ribadisce D’Ambra: «Stesse regole, stesso mercato. Questo dovrebbe essere il principio. Sull’isola di Ischia, però, non è così». E chiosa: «Questo va a discapito dell’intera comunità isolana. L’introito delle imposte di soggiorno deriva per circa per il 90% dagli alberghi». In pratica su 100 ospiti che arrivano sull’isola 90 alloggiano in albergo e solo 10 soggiornano in case vacanze e bed&breakfast. Ed allora delle due, l’una: o sono pochissimi i turisti che soggiornano in strutture extralberghiere o sono pochissimi coloro che pagano la tassa di soggiorno. Tassa che viene reinvestita, dai Comuni, per il miglioramento delle strutture e dei servizi.

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antonio

ma ci sono migliaia di persone che arrivano a Ischia per un giorno e non pernottano, che vengono conteggiati come turisti nei vostri calcoli

Vins

E i vani abusivi di tanti hotel dove li mettiamo?

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