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L’isola fragile, a Barano sgomberate due abitazioni

BARANO – Ischia, isola fragile. Soprattutto d’inverno, quando le abbondanti piogge mettono a dura prova il territorio isolano. Mentre a Casamicciola proseguono i lavori per la messa in sicurezza della litoranea, invasa negli scorsi giorni da terriccio e detriti, anche Barano deve fare i conti con le conseguenze delle frane capitate sul proprio territorio. Succede così che in via Regina Elena, la strada che da Piedimonte porta verso Testaccio e poi ai Maronti, il sindaco Dionigi Gaudioso è costretto a firmare un’ordinanza di sgombero per gli appartamenti e le aree limitrofe che si trovano a poche centinaia di metri dal centro di Testaccio e a poca distanza dallo svincolo che porta al campo sportivo di Testaccio.

Un evento franoso ha interessato due abitazioni e minaccia seriamente l’incolumità dei residenti.

Il personale intervenuto ha provveduto a una ricognizione visiva dei luoghi interessati dall’evento verificatosi a circa 50 metri da due abitazioni Non escludendo un ulteriore aggravamento dello stato dei luoghi, in attesa di lavori di verifica, assicurazione e riparazione, si è reso necessario adottare la non praticabilità dei due edifici interessati dal fenomeno e di porre in essere attività di monitoraggio e verifiche dell’evoluzione del movimento franoso in atto.

I proprietari delle due abitazioni sono stati invitati allo sgombero immediato delle persone che occupano a vario titolo gli immobili interessati dall’ordinanza e di rendere immediatamente inaccessbili gli stessi per impedire qualsiasi tipo di utilizzo. Sarà concesso solo ai Vigili del Fuoco e alle ditte specializzate accedere alle case e all’area interessata dal pericoloso evento. Nel tempo le precipitazioni sono aumentate e il territorio si è fatto sempre meno pronto ad assorbire quantità d’acqua abnormi. La cementificazione degli ultimi anni non aiuta a far defluire le fiumane di acque e detriti ed ecco che le frane si susseguono, comportando disagi e pericoli.

Parracine pericolanti, strade intasate da detriti, alberi secchi che hanno tutta l’aria di essere pronti a cadere su auto, case o persone. Il dissesto idrogeologico si fa anno dopo anno sempre più preoccupante. Le alluvioni spaventano, le forti raffiche di vento atterriscono e i residenti si affidano alle preghiere. Ischia, come la Campania, ma anche come  tutta la penisola, è sotto perenne minaccia. La spada di Damocle di frane diffuse può colpire in ogni momento. Quando piove c’è da spaventarsi, soprattutto quando il terreno zuppo d’acqua si appesantisce e le barriere costruite dall’uomo nel corso di decenni per conquistare spazio alla Natura cedono con conseguenze rovinose, a volte fatali.

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Secondo Legambiente, in ben 6.633 comuni italiani sono presenti aree a rischio idrogeologico che comportano ogni anno un bilancio economico pesantissimo, intollerabile quando è pagato con la vita. E’ evidente – sottolinea l’associazione ambientalista – l’assoluta necessità di maggiori investimenti in termini di prevenzione, attraverso cui affermare una nuova cultura dell’impiego del suolo che metta al primo posto la sicurezza della collettività e ponga fine da un lato a usi speculativi e abusivi del territorio, dall’altro al suo completo abbandono. In un contesto in cui sono sempre più evidenti gli effetti dei cambiamenti climatici in atto, che comportano fenomeni meteorologici estremi caratterizzati da piogge intense concentrate in periodi di tempo sempre più brevi, la gestione irrazionale del territorio porta a conseguenze disastrose.

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Antonello De Rosa

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