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L’isola e l’incubo del turismo post sisma

Come sarà la prossima stagione turistica isolana? Difficile, forse persino azzardato fare previsioni per quella che sembra essere l’annata più incerta dell’ultimo decennio. Alla fine dell’estate scorsa si registrò una flessione del traffico turistico, dovuta certamente al terremoto del 21 agosto, quando il prevedibile “contagio” della paura provocò una subitanea fuga di ospiti dall’isola:  nel mese di settembre, specialmente nel comune più colpito dal sisma, Casamicciola Terme, le presenze nel complesso colarono a picco, con un calo di oltre il 63% rispetto allo stesso periodo del 2016. Una “fuga” che costò abbastanza cara alla nostra bassa stagione, con la presenza di turisti  stranieri praticamente più che dimezzata rispetto all’anno precedente, mentre ancora più marcata fu l’assenza di visitatori provenienti da altre parti d’Italia. Archiviato quel momento, con una parziale ripresa degli arrivi, a Natale i dati statistici sono rimasti interlocutori, anche a causa del meteo inclemente. Adesso è il momento di pensare alla nuova stagione ormai imminente, con la Pasqua “bassa” e le incognite costituite dalle conseguenze provocate dal sisma a vari livelli: diverse strutture, soprattutto nella zona più colpita dal terremoto, non riapriranno a breve termine, con un costo da valutare anche in termini occupazionali, e dunque a spese del tessuto sociale.

Parallelamente, è difficile interpretare l’impatto che a mesi di distanza potrebbe ancora avere il timore del rischio sismico nella scelta della meta turistica: indubbiamente questo è un problema che riguarda soprattutto il mercato italiano, certamente più colpito a livello emotivo dal sisma dell’estate scorsa. Anche per questo alcuni tour operators cercano di capire quanto sia opportuno consolidare il mercato estero, meno condizionato dai recenti avvenimenti, oltre che più sensibile ai servizi offerti dagli imprenditori nelle strutture ricettive. Interrogando alcuni imprenditori alberghieri, complessivamente il quadro che emerge non è necessariamente negativo: certo, le conseguenze del terremoto restano al centro dello scenario, ma non manca l’attitudine positiva ad affrontarle efficacemente. Si dice che nelle avversità il carattere sia la metà del destino. Speriamo che questo valga anche a Ischia.

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