L’isola “Milionaria”
I dati diffusi dall’Istat relativamente all’anno 2023 collocano i Comuni di Ischia e Forio nella top 50 (45esima e 50esima posizione) con il maggior numero di visitatori che hanno soggiornato in strutture alberghiere o extralberghiere. Le due località al top nel periodo di alta stagione: ecco la classifica completa e tutte le statistiche e curiosità

I dati Istat relativi alle presenze turistiche nel Belpaese premiano ancora la nostra isola che porta a casa un risultato decisamente prestigioso. Due Comuni, Ischia e Forio, risultano infatti presenti nella Top 50 delle località che possono vantare il maggior numero di visitatori nel corso dell’anno solare 2023: e non è un risultato da poco perché se è vero che l’isola verde dal punto di vista della ricettività è una località d’eccellenza, è altrettanto indubbio che esistono realtà territoriali in Italia molto più estesi ed in ogni caso dall’appeal garantito. Per la cronaca il Comune del Torrione si è piazzato al 45esimo posto con 1.258.658 presso i propri alberghi o in ogni caso strutture dedite all’ospitalità. Ischia invece chiude proprio al 50esimo posto e si ferma alla quota di 1.163.119 visitatori. Prima di scendere nel dettaglio, ecco la classifica completa delle 50 località più visitate, con Roma che come prevedibile si issa al comando: Roma, Venezia, Milano, Firenze, Cavallino-Treporti, Rimini, Jesolo, San Michele al Tagliamento, Caorle, Lazise, Lignano Sabbiadoro, Napoli, Bologna, Torino, Cesenatico, Riccione, Cervia, Sorrento, Verona, Ravenna, Peschiera del Garda, Bardolino, Genova, Bellaria-Igea Marina, Comacchio, Vieste, Abano Terme, Palermo, Pisa, Castelrotto, Riva del Garda, Fiumicino, Chioggia, Padova, Cattolica, Montecatini Terme, Castiglione della Pescaia, Grado, Alghero, Selva di Val Gardena, Livigno, Assisi, Badia, Trieste, Forio, Sirmione, Merano, Taormina, Trento, Ischia.
L’Istat però non si sofferma solo sulle presenze ma fa anche una serie di riferimenti che possono tornare utili anche agli operatori del settore di casa nostra. Ad esempio, relativamente ai posti letto occupati con picchi di stagionalità nelle aree marine e montane ci sono dati che come leggiamo interessano da vicino anche la nostra isola. Nel report si legge: “Gli indicatori che misurano il grado di occupazione mensile dei posti letto e il livello di stagionalità dei flussi turistici evidenziano come anche nei 50 comuni più turistici descritti in precedenza la pressione turistica si manifesti con intensità molto diverse a seconda del contesto. I valori dell’indicatore di occupazione mensile dei posti letto confermano e permettono di apprezzare infatti le forti differenze tra le località costiere e montane rispetto alle città d’arte e alle grandi città italiane: se le destinazioni di mare e montagna tendono a massimizzare l’occupazione durante l’alta stagione, le città sono tendenzialmente attrattive tutto l’anno e presentano picchi più moderati, con una domanda turistica maggiormente distribuita. Nello specifico, per quanto riguarda i valori di occupazione mensile dei posti letto, le località balneari mostrano i picchi assoluti più elevati (>80%), come prevedibile, nei mesi estivi (luglio e agosto); tra queste vi sono Forio (95,8%) e Ischia (87,5%), Cesenatico (84,7%), Riccione (82,2%) e Cervia (81,9%). Anche tra le località montane, comuni quali Castelrotto/Kastelruth (85,9%), Selva di Val Gardena/Wolkenstein in Gröden (88,9%) e Livigno (67,9%) hanno valori massimi di occupazione molto elevati, raggiungendo il picco in febbraio, durante la stagione sciistica. Le grandi città presentano, invece, tutte picchi di occupazione mensile dei posti letto più contentui, compresi tra il 40 e il 60%, e non sempre in corrispondenza dei mesi estivi: Napoli (57,4%), Venezia (54,6%), Roma (53,2%), Firenze (49,4%), Torino (46,7%) e Milano (41,5%)”.
Un trend, questo, più o meno confermato anche in un altro passaggio del report Istat: “Esaminando questo indicatore congiuntamente al valore del range (ottenuto come differenza tra il tasso massimo e minimo di occupazione mensile dei posti letto) risulta evidente e confermata un’occupazione dei posti letto più uniforme e stabile nel corso dell’anno per le grandi città (valori più bassi del range), mentre nelle località balneari e montane essa raggiunge picchi mensili sia massimi che minimi notevoli, che si riflettono in un range più ampio ed evidenziano una concentrazione dei flussi turistici in specifici periodi dell’anno, mentre in altri periodi i posti letto restano in gran parte non occupati (senza considerare se le strutture ricettive siano aperte o chiuse). L’indice di stagionalità conferma e rafforza quanto evidenziato: le grandi città, come testimoniano valori dell’indicatore di stagionalità inferiori al 30% (la media italiana è pari al 59,3%), mantengono un flusso di turisti tendenzialmente in tutto il corso dell’anno e dimostrano una capacità di attrazione indipendente dalle stagioni. Molte località costiere (in particolare Vieste, Cattolica, Bellaria-Igea Marina, San Michele al Tagliamento, Caorle, Cervia, Liquano Sabbiadoro, Castiglione della Pescaia, Jesolo e Riccione), caratterizzate da una vocazione turistica balneare, hanno un valore dell’indice particolarmente alto, sopra i 100 punti, segno di una domanda turistica fortemente concentrata in pochi mesi (l’estate) e una variabilità notevole rispetto alla media annuale. Meno stagionali risultano Rimini, Forio, Ischia e Sorrento (indicatore tra 100 e 65), mete non legate al solo turismo balnerare. In generale i comuni lacuali, montani e termali hanno una stagionalità intermedia: il turismo è comunque concentrato nei periodi invernale e/o estivo, ma con minore intensità rispetto alle località balneari”. L’ultimo dato che vi proponiamo evidenzia però come sulla nostra isola non ci sia stato nel 2023 un incremento dei flussi rispetto al recente passato: “Quasi tutte le aree osservate hanno registrato nel 2023 un incremento dei flussi turistici rispetto all’anno precedente e gran parte di esse (15 su 22) hanno realizzato volumi di presenze turistiche superiori o comunque in linea con quelli del 2019. In generale, sono migliori le performance in Costiera sorrentina e Capri, Costiera amalfitana, Val di Fassa e Val di Fiemme, Cinque Terre: nel 2023, le presenze in questi quattro Brand turistici non solo sono aumentate rispetto al 2022 e al 2019, ma hanno registrato una crescita superiore alla media nazionale. All’opposto si collocano la Gallura e Costa Smeralda e il Cilento, con variazioni negative di presenze 2023, sia rispetto al 2022, sia rispetto al 2019. I maggiori incrementi delle presenze nel 2023 rispetto al 2022 riguardano la Costa degli Dei (+17%), che però non ha ancora recuperato il livello del 2019 (-2,8%), la Costiera sorrentina e Capri (+13,2%), la Costiera amalfitana (+12,8%), la Val di Fassa e Val di Fiemme (+9,5%) e le Cinque Terre (+8,7%). Rispetto, invece, al periodo pre-pandemico i Brand con un maggiore incremento delle presenze (variazioni superiori al 10%) sono le Cinque Terre (+13,4%), il Salento (+12,7%), la Valle d’Itria (+12,4%) e il Lago Maggiore (+10,9%). Seguono, con aumenti di presenze superiori alla media nazionale (+2,4%), la Val Gardena, la Maremma toscana e laziale, la Val Pusteria, il Lago di Garda, le Langhe e Roero, la Val di Fassa e Val di Fiemme, la Costiera amalfitana, il Lago di Como, la Riviera dei fiori e la Costiera sorrentina e Capri”.