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Polifunzionale, il “cold case” torna a far discutere

di Francesco Castaldi

ISCHIA – «La questione Polifunzionale è rimasta in sospeso, anche perché in qualità di dirigente scolastico mi sono dovuto occupare d’altro. Mi riprometto in questi giorni di ritornare un’altra volta sulla vicenda». Lo ha dichiarato, nel corso del tardo pomeriggio di ieri, il preside del Liceo Ischia, il professor Gianpietro Calise. «Purtroppo non possiamo occuparci soltanto di una problematica – prosegue Calise – anche perché l’ordinaria amministrazione è una cosa abbastanza complessa da gestire, perché il plesso è ampio. Dopodomani (domani per chi legge, ndr) tornerò a scuola, e riprenderò in mano la questione, anche perché abbiamo problemi strutturali. La Città metropolitana si deve un po’ svegliare ed effettuare gli interventi. In consiglio d’istituto si è deciso che devo fare una diffida e assegnare un termine all’amministrazione comunale per i lavori. Dopodiché, come lo scorso anno, dovrò mio malgrado fare una segnalazione alla Procura della Repubblica. La scuola non può funzionare senza i laboratori, senza l’ascensore e con la scala di sicurezza piena di macchine. Se non ci tuteliamo – chiosa Calise – potrei risponderne in prima persona».

Come di certo ricorderete, nel testo della petizione consegnata in via informale a de Magistris, gli studenti chiedevano alla Città metropolitana «di sospendere nell’immediato l’iniziativa di sgombero o, in alternativa, di trovare uno spazio adeguato nelle prossimità della sede d’Ischia per ospitare gli studenti e assicurare il normale e regolare svolgimento delle lezioni in orario antimeridiano; di acquisire l’ulteriore ala disponibile presso il “polifunzionale” per consentire al Liceo Statale Ischia di riunire tutte le classi presso un’unica sede e in un unico comune, così da dare all’istituzione scolastica una sede stabile e definitiva; di intervenire affinché la Città Metropolitana provveda ad affittare i campetti di Lacco Ameno e d’Ischia, per consentire lo svolgimenti dell’attività pratica di educazione fisica a tutti gli studenti, e a disporre tutti gli interventi di manutenzione necessari al ripristino della funzionalità delle sedi di Ischia e di Lacco Ameno».

«Gli ambienti di detto piano sono stati adeguati, sistemati e arredati a spese della stessa scuola utilizzando il contributo volontario delle famiglie, onere che sarebbe spettato alla Città Metropolitana, ente obbligato per legge. La sede distaccata di Lacco Ameno presenta problemi strutturali e logistici: le aule sono di modeste dimensioni e inadeguate per una popolazione scolastica tanto numerosa; il laboratorio di scienze e informatica è inagibile dal maggio scorso per mancanza di manutenzione strutturale; manca la palestra e dalla scorso anno gli studenti non possono svolgere l’attività pratica di educazione fisica perché la Città Metropolitana non ha provveduto a fittare il campetto esterno. Anche la sede d’Ischia presenta problemi alla struttura, cui tutt’oggi la Città Metropolitana non ha provveduto, e la palestra risulta insufficiente ad accogliere tutte le classi».

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