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L’isola si prepara alla maturità

di Lujan Albano

 

ISCHIA – Siamo arrivati alla fine dell’anno scolastico, e l’ evento tanto temuto dagli adolescenti è oramai alle porte. Tesine, tracce, terza prova: sono queste le parole più utilizzate negli ultimi tempi all’interno delle aule dell’ultimo anno e l’ansia si fa sentire sempre più dagli alunni. In ogni classe c’è sempre chi aspetta l’ultimo istante per decidere cosa esporre in commissione e quelli che, invece, progettano il fatidico giorno da tempo.

 

Gli studenti, a partire dal 22 giugno, dovranno affrontare le varie prove: italiano, la materia d’indirizzo e la terza prova, ovvero la prova multidisciplinare che prevede la somministrazione di un test relativo ad alcune materie studiate nel corso dell’anno scolastico. La valutazione terminerà con il colloquio orale che verrà stabilito attraverso un sorteggio e si concluderà verso la metà di luglio. Nel corso dell’anno scolastico, i giovani si sono esercitati con varie prove simulate riguardanti l’esame di maturità, magari riprendendo verifiche degli scorsi anni per prepararsi al meglio in modo da non essere impreparati durante i giorni delle valutazioni.

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Due settimane sembrano molte, eppure trascorreranno velocemente. Forse la paura più grande per gli studenti è quella di potersi trovare in difficoltà laddove non si ricordassero qualcosa o non l’avessero studiata al meglio delle proprie possibilità. Può accadere anche che l’emozione prenda il sopravvento: alunni diligenti potrebbero non avere risultati soddisfacenti, mentre quelli meno dediti allo studio potrebbero paradossalmente eccellere. L’emozione, si sa, non può essere controllata, ma forse la vera emotività si riscontrerà nel momento in cui sarà tutto finito e si dovrà iniziare un nuovo cammino da soli.

 

Per i ragazzi di quinta sarà il momento di prendere in mano la propria vita, scegliere i propri obiettivi e raggiungere i propri traguardi confidando nei genitori e in chi ha sempre creduto nelle loro potenzialità. Tra due settimane, infatti, dovranno rispondere alla fatidica domanda: «Cosa vuoi fare da grande?». Da piccoli si rispondeva al quesito con “l’astronauta” o “il calciatore”. E invece, chi è all’ultimo anno delle superiori, dopo cinque anni intensi di studio, di pianti, di divertimento e di emozioni, sta concludendo un percorso che lo condurrà poi all’università o al lavoro e a quella domanda, spesso, non si sa più cosa rispondere.

 

Sono tanti i giovani che al giorno d’oggi non sanno cosa fare. In molti terminano le scuole superiori in balia delle onde e, forse, si rendono conto che quello scelto non era l’indirizzo più adatto a loro. Il mondo del lavoro è comunque un ambiente difficile negli ultimi tempi, e i giovani si vedono sempre più scoraggiati da un Italia che sembra poter offrire ben poco. Molti diplomati partono per l’estero per imparare nuove lingue o, semplicemente, per cercare lavoro. Poi ci sono quelli che viaggiano per il semplice desiderio di affrontare una nuova avventura. Altri, invece, scelgono di continuare gli studi per passione o, forse, per non rientrare nella categoria dei “disoccupati in cerca di”.

 

Quelli delle superiori resteranno, in ogni caso, anni indimenticabili. Anni in cui non solo ci si diverte, ma si soffre di più. Le sensazioni di un adolescente sono più amplificate e, a volte, sembra di imbattersi in qualcosa di più grande, che grande non è. Si ha sempre la paura che un determinato avvenimento possa essere “la fine del mondo” e, invece, è solo l’inizio di un’altra esperienza che contribuirà ad ampliare il proprio bagaglio culturale. La scuola, ad ogni modo, non si occupa di formare le persone per semplici fini lavorativi, ma insegna agli allievi come rapportarsi con il mondo esterno. Lo scopo è quello di far diventare gli alunni persone mature, permettendo loro di potersi poi relazionare in maniera più semplice una volta usciti dall’ovattato ambiente scolastico.

 

L’epoca della spensieratezza non si concluderà definitivamente. Forse non finiranno qui, con questo esame, le felici serate in discoteche tra drink, divertimento e nuovi amori. Quel che è certo è che si tornerà indietro nei ricordi, e saranno proprio quelli legati agli anni in cui si è stati maggiormente liberi. A quegli anni in cui si aspettava il sabato con tanta trepidazione e felicità per andare al “Friends”, al “Blanco” o partecipare semplicemente a quelle fantastiche serate organizzate dalla “Ellegi”. Gli anni dei festini e dei Mak TT. Gli anni in cui, a inizio maggio, la domenica al “Bagno Teresa” era un evento da non perdere, per non parlare poi della “Domenica italiana” e, il martedì, tutti all’Area 70!

 

Questi anni sono forse quelli più odiati dagli adolescenti, che non vedono l’ora di diventare adulti anche solo per non sentirsi dire che si è troppo piccoli perfino per capire determinati avvenimenti. Si concluderà così il primo traguardo della loro vita, con tanta gioia e con i più sinceri auguri di un in bocca al lupo per questo esame tanto temuto che sarà, però, ricordato con un sorriso.

 

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