CRONACAPRIMO PIANO

L’isola si veste di “nero”

Nuovo blitz dei carabinieri, in un albergo tutti i tre lavoratori erano impiegati in assenza di contratto: il fenomeno, adesso, comincia a diventare preoccupante e dovrebbe indurre ad adeguate riflessioni

In principio era un indizio. Poi gli indizi sono diventati due. Ieri però sono passati a tre e allora volendo chiosare il famoso adagio, possiamo tranquillamente sostenere che sono diventati una prova. E anche una spia di un allarme sociale che di questo passo rischia di diventare il leit motiv dell’estate 2019. Per la serie dalle nostre parti non dobbiamo farci mancare mai nulla: una volta gli scarichi termali, una volta quelli fognari, stavolta il nero non è quello dei liquami quanto piuttosto quello dei lavoratori senza contratto che vengono pizzicati costantemente nelle strutture ricettive di casa nostra. La “tripletta” delle forze dell’ordine – griffata dai carabinieri della Compagnia di Ischia, guidati dal capitano Angelo Pio Mitrione – è arrivata proprio nel corso di un servizio di contrasto alle violazioni in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, controlli che si sono fatti sempre più costanti e massicci soprattutto dopo che si sono registrate le prime “falle”. I militari dell’Arma hanno controllato tre alberghi, riscontrando una serie di deficienze in due di essi.

In un caso i tutori dell’ordine hanno appurato che l’albergo impiegava tutti lavoratori “a nero” (tre su tre), mentre è andata appena meglio nel secondo caso: gli impiegati “fantasma” erano due su nove, con quello che si sta appurando negli ultimi tempi verrebbe quasi voglia di dire “poca roba” (ma ovviamente soltanto dal punto di vista numerico). C’è anche un anello che lega il personale in nero dei due hotels e cioè il fatto che in entrambi i casi si trattasse di impiegati nel reparto pulizie. L’epilogo di questa vicenda è presto scritto: ai titolari delle strutture ricettive saranno comminate sanzioni amministrative (e dunque pecuniarie) per l’impiego di manodopera senza contratto ma è chiaro che la “spia rossa” è adesso ufficialmente accesa. I riflettori delle forze dell’ordine sul fenomeno del lavoro sommerso si sono appena accesi, in fondo non si può parlare di acceleratore innescato ma se ad ogni controllo c’è qualcuno che “casca nella rete”, è chiaro che ci troviamo dinanzi ad una statistica che non può essere sottovalutata o sottaciuta.

Di recente a far assurgere il triste fenomeno agli onori della cronaca erano state due distinte operazioni delle forze dell’ordine, in particolare la prima che aveva visto muoversi non solo a Ischia ma pure nella vicina Capri gli uomini della Guardia di Finanza. Le fiamme gialle guidate dal tenente Gerardo Totaro, riscontrarono una serie di irregolarità ed in particolare in un albergo di Barano – a fronte di diciannove dipendenti identificati sul posto – ben quindici risultano non assunti. In questo caso, come in altri similari, per la cronaca scatterà anche la sospensione dell’attività in quanto la manodopera irregolare riscontrata è superiore in percentuale alla soglia prevista dalla normativa per applicare il provvedimento cautelativo.

Riscontrate irregolarità anche in una seconda struttura ricettiva, stavolta gli impiegati “fantasma” erano due sui nove complessivi. Ai titolari saranno comminate le sanzioni amministrative del caso ma intanto è davvero “allarme rosso”…

Ma l’operazione che fece maggiore clamore, se non altro dal punto di vista mediatico, fu quella eseguita appena qualche giorno dopo sempre dai carabinieri. I quali, all’esito di un controllo in un albergo di Ischia Porto, fecero “strike” e riscontrarono la presenza di undici lavoratori in nero su undici, una roba presumibilmente da guinness dei primati. Il personale “fantasma” fu sentito dai militari e tutti riferirono di non avere alcun contratto di lavoro. Anche in quel caso i verbali sono stati inviati all’ispettorato del Lavoro per le relative verifiche e per comminare le pesanti sanzioni. Il problema è che questa “ecatombe” potrebbe non essersi ancora conclusa, dal momento che i controlli proseguiranno anche nelle prossime settimane. Ed evidentemente le operazioni eseguite da finanzieri e carabinieri non sono servite neppure da monito né hanno avuto l’effetto di far correre ai ripari determinati imprenditori. C’è anche chi sostiene che si fa ricorso all’impiego in nero perché tante aziende sono alla “canna del gas”. Ma questo significherebbe ben poco, giacché non si può speculare su chi lavora, che ha diritto ad avere le garanzie del caso. Ma certo, fermarsi a ragionare sul baratro nel quale sta sprofondando l’isola, beh… non sarebbe certo male.

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A quando i NAS capitano Angelo Pio Mitrione e grazie mille per i controlli

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