CULTURA & SOCIETA'

Lucilla, una stella marina che voleva volare dallo scoglio del gabbiano

Viveva sotto l'acqua e ogni notte saliva in superficie, sognando di somigliare alle sue cuginette che vivevano lassù: desiderava brillare anche lei, illuminare il cielo e poter vivere in quella enorme massa blu. Le stelle marine hanno una vitalità straordinaria e riescono a sfuggire alle malattie che le colpiscono amputandosi da sole l’arto malato per continuare a vivere. Per i loro colori sgargianti sono la gioia dei pescatori. Sulle stelle marine si è scritto tanto

Le stelle marine sono speciali animali di mare considerati sempre di buon auspicio per i pescatori che le pescano. Infatti quando questi se le ritrovano fra il pescato della nottata, le riservano un’attenzione fuori dal comune, prima perché attratti dal loro aspetto colorato e festoso e poi perchè ritengono che siano di buon augurio per la propria esistenza in famiglia, sul lavoro, in società.  Per le stelle marine non c’è una pesca specifica e diretta.

Esse per lo più vengono pescate solo per caso, quando cioè si imbrigliano nelle reti, finiscono nelle nasse o nelle vecchie lancelle o portate dalla corrente sulla  battigia delle spiagge. Le stelle marine hanno una vitalità straordinaria  e riescono a sfuggire alle  malattie che le colpiscono amputandosi da sole l’arto malato per continuare a vivere. Per i loro colori sgargianti sono la gioia dei pescatori. Sulle stelle marine si è scritto tanto. Poeti, narratori e creatori di favole  con i loro componimenti struggenti le hanno portate giustamente  alle…stelle, facendo sopratutto la felicità dei bambini. Questa storiella potrebbe calzare a pennello:  Lucilla era una stella, ma non una stella qualunque. Era una stella marina, con cinque lunghe braccia rosse e addosso il sapore del sale. Viveva sotto l’acqua e ogni notte saliva in superficie, sognando di somigliare alle sue cuginette che vivevano lassù: desiderava brillare anche lei, illuminare il cielo e poter vivere in quella enorme massa blu. Ma non sapeva come volare o come raggiungere quel misterioso e oscuro manto, e ogni notte una lacrima scendeva sempre dai suoi grandi occhi brillanti. Una di quelle notti, però, qualcosa non andò come al solito.

Era inverno e il mare era agitato, così agitato che Lucilla non riusciva a vedere le sue amate stelle: le nubi minacciose tingevano tutto di grigio e la pioggia scuoteva le acque con violenza. La stellina, inconsapevole delle forze in superficie, si sporse troppo e un’onda improvvisa la trascinò lontano, alla deriva, dove non poteva controllare i suoi movimenti. Il mattino dopo, quando i suoi grandi occhi salati si aprirono, si trovò su uno scoglio sconosciuto, non distante da una spiaggia. Era sconvolta e impaurita, sentiva la mancanza di casa, quando una voce stridula la fece trasalire : ” Ei tu! Cosa ci fai sul mio scoglio?” Si voltò, era un bianco gabbiano dal becco enorme… “Scusami! – gli disse – non so come sono arrivata qui! Ieri il mare era in tempesta e io mi sono persa! Ho perso la via di casa! Il mio nome è Lucilla”.

Il gabbiano, guardando i suoi occhi tristi e dolci, vi lesse dentro tanto timore, capì che la piccola Lucilla era sincera. ” Perché non ti sei riparata? Il mare ieri era pericoloso…”. ” Volevo vedere le stelle!” “Non sai che le stelle col temporale non si vedono?  “Non lo sapevo, la mia casa è il mare, ma il mio cuore mi porta lontano…” Il gabbiano allora ascoltò i racconti della piccola Lucilla, i suoi sogni, le sue speranze: gli confidò di quanto desiderasse poter volare fin lassù, brillare e conoscere le sue cugine celesti. Il gabbiano, commosso da tanta dolcezza e ingenuità, ebbe allora un’idea: ” Lucilla, io sono solo un uccello, non posso portarti fino alle stelle, ma se tu vuoi, posso prenderti nel mio becco e farti volare, posso mostrarti il mondo come lo vedo io e poi aiutarti a trovare la via di casa. Sono un tuo amico adesso, e mi chiamo Bianchino”.

 

michelelubrano@yahoo.it

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