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L’isola, il voto e lo “tsunami” grillino che travolge Forza Italia e Pd

ISCHIA. Uno tsunami è uno tsunami. Un po’ come il Natale che – facendo il verso all’antico spot – quando arriva arriva. E come era facilmente prevedibile, non risparmia nessuno. Un killer chiamato Movimento 5 Stelle si è abbattuto anche sulla nostra isola, travolgendo di fatto tutto e tutti. E, in particolare, rifilando una mazzata non di poco conto anche a due partiti che almeno fino ad ieri andavano per la maggiore, anche perché bene o male strutturati sul territorio e parliamo di Forza Italia e del Partito Democratico. Ma poi non mancano le anomalie, che cercheremo di analizzare e che come al solito consegneremo al giudizio dei nostri lettori. Partendo da un presupposto. La matematica non è un’opinione e i numeri, specialmente quando impietosi, raccontano più di mille parole.

IL CASO ISCHIA: LA RESA DI FI E IL CROLLO DEL PD

Partiamo da Ischia, il cosiddetto Comune capofila e – almeno un tempo – il termometro della politica sull’isola Verde. Alla Camera lo sconosciuto Andrea Caso, grillino, si impone sul candidato forzista Severino Nappi. Verrebbe voglia di dire un po’ a sorpresa ma l’affermazione al fotofinish (3.906 voti contro 3.812) va in linea con il trend regionale: nei collegi uninominali, infatti, i pentastellati si sono rivelati meglio del compianto Pavarotti, nel senso che non hanno preso una stecca. Le percentuali parlano di un 38.91 e di un 37.97 ma è chiaro che il dato che spaventa oltre che sconfortare è quello relativo al Partito Democratico, che colleziona la miseria di 1.480 preferenze e si attesta addirittura sotto il 15 per cento (14.74). E qui i fattori sono tanti: in primis, il calo generalizzato che ha fatto registrare il partito guidato da Matteo Renzi, il fatto che evidentemente Giosi Ferrandino e il suo manipolo non sono riusciti a “spingere” più di tanto sull’acceleratore ma anche un’altra serie di fattori che proprio non possiamo omettere di sottolineare. Il primo, presentare un candidato assolutamente sconosciuto sull’isola e nel collegio, un errore esiziale per il Pd che del radicamento sui territori ha sempre fatto un marchio di fabbrica ed un cavallo di battaglia. Insomma, in una situazione in cui si partiva svantaggiati e la possibilità di prendere una “imbarcata” era più che remota, affidarsi forse a un volto in grado di fare campagna elettorale e magari almeno “arginare” la sconfitta sarebbe stato un fatto auspicabile. E invece le cose sono andate esattamente come avete visto.

ENZO & CO. E LO “SFREGIO” A GIOSI: VICINA LA RESA DEI CONTI?

C’è poi un altro aspetto, quello legato a un’amministrazione, come quella guidata dal sindaco Enzo Ferrandino, che ha deciso scientificamente di tirarsi fuori dalla contesa. Nessuna indicazione di voto ai propri elettori, lasciati andare tranquillamente a pomiciare con i grillini. Il piano? Chiaro, chiarissimo, remare contro al leader locale del Pd Giosi Ferrandino. Un atteggiamento teso evidentemente a mettere l’ex primo cittadino in una posizione di debolezza, quasi come se poi l’estrazione dell’attuale maggioranza fosse di chissà quale colore. Ad ogni modo, lo “sfregio” rappresenta un segnale chiaro ed inequivocabile, destinato presumibilmente ad avere i suoi inevitabili strascichi anche in proiezione immediata. Giovedì, infatti, in Prefettura saranno contate le schede dopo che il Consiglio di Stato ha tenuto salda nel civico consesso Valeria De Siano. Dovesse dar ragione a Maurizio De Luise, crediamo che tra Giosi ed Enzo si aprirebbe una sorta di duello finale che difficilmente potrebbe terminare senza vincitori né vinti. Si dice che il prossimo europarlamentare non se la sentirebbe di scagliare il fuoco nemico contro un sindaco ed un’amministrazione di cui in fondo è padre putativo e che ha contribuito a far trionfare lo scorso anno, ma la domanda di riserva è altrettanto inequivocabile: può il nostro continuare a pensare di prendere schiaffi porgendo sempre l’altra guancia? Insomma, l’impressione è che a strettissimo giro si apriranno le danze. E che a qualcuno toccherà ballare il tango, piaccia o meno. A proposito, sia pure in un contesto di debacle generalizzata per FI e PD, non possiamo fare a meno di notare come lo stesso centrodestra, attualmente in minoranza, praticamente “doppi” in termini di consensi coloro che governano il paese. Sarà pure normale, ma se ci pensate non lo è. Un’ultima annotazione, al Senato Flora Beneduce si impone sempre di misura sul candidato pentastellato Maria Domenica Castellone, ma è chiaro che parliamo di una magra consolazione.

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DE SIANO, CLAMOROSO K.O NEL FEUDO LACCHESE

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L’illustre sconosciuto Andrea Caso (a dimostrazione di come il vento della protesta spirasse a prescindere dai candidati…) si impone anche a Casamicciola, e in maniera più netta- Qui il Pd si deve accontentare di 559 voti, poca roba. Ma la vera sorpresa arriva da Lacco Ameno, vero e proprio feudo del senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Domenico De Siano. Perché, tanto per dirne una, lo stesso Caso si impone anche nel Comune del Fungo e a nostro avviso questo per Mimì non può che essere uno smacco terrificante, difficile da digerire. Perché il padrone di casa va “al tappeto” sia con Caso alla Camera, che sopravanza in termini di consensi Nappi, che al Senato dove Flora Beneduce viene superata al fotofinish dalla Castellone. A parziale attenuante, ma parlare di consolazione è davvero complicato, il fatto che i voti del Pd si siano spostati ai grillini e che anche la Lega abbia rosicchiato qualcosa.

Girando per l’isola, il trend rimane più o meno inalterato e profuma di trionfo per il Movimento 5 Stelle e di disfatta per la concorrenza. A Forio, alla Camera settecento voti separano Nappi da Caso e la Tumiatti non arriva a mille voti e al Senato la Castellone fa lo stesso con la Beneduce. Se a Lacco Ameno non era bastato De Siano, non poteva certamente servire l’argine Di Scala in quel di Barano. E così anche nel Comune collinare si ripete il copione di un film già visto, tanto alla Camera quanto al Senato. E anche qui i numeri del Pd (rispettivamente 841 e 653) sono obiettivamente poca roba. Non c’è storia neppure a Serrara Fontana, a chiudere un vero e proprio trionfo… a 5 stelle.

IL CASO PROCIDA, ROCCAFORTE DEL CENTRO-DESTRA

Attenzione al caso Procida, che costutiisce un’eccezione alla regola, una sorta di mosca bianca sulle isole e probabilmente non solo. Perché qui, udite udite, Severino Nappi si impone alla Camera su Andrea Caso e la candidata del Pd Tumiatti si ferma mille voti dietro nonostante quello renziano fosse il partito di riferimento del sindaco Dino Ambrosino e dell’attuale maggioranza che amministra l’isola di Arturo. E al senato, per la gioia del commissario cittadino Menico Scala, arriva la “doppietta” visto che Flora Beneduce tiene a debita distanza la Castellone. Un’ultima considerazione su un fenomeno che non avremmo mai creduto possibile appena qualche anno fa: La Lega di Matteo Salvini prende voti sull’isola, non un plebiscito ma nemmeno pochissimi. Che dire, forse per qualcuno è stato veramente un voto… di pancia.

Gaetano Ferrandino

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