CRONACAPRIMO PIANO

Capuano, il pubblico ministero dispone un nuovo interrogatorio

Il Pm a inizio ottobre ascolterà nuovamente il giudice del tribunale di Ischia accusato di corruzione nell’ambito delle indagini della Procura di Roma

Il giudice Alberto Capuano sarà nuovamente ascoltato dal Pubblico Ministero. È questa l’ultima evoluzione della vicenda che vede coinvolto il magistrato in forza alla sezione penale del Tribunale di Ischia, colpito da un ordine di arresto il 3 luglio scorso nell’ambito di un’indagine anticorruzione della Procura di Roma, da cui sarebbero emersi anche dei collegamenti con la camorra (reato che, per inciso, non viene contestato a Capuano). Insieme a lui, come alcuni lettori ricorderanno, furono arrestati il consigliere circoscrizionale della Decima municipalità di Bagnoli, Antonio di Dio, l’imprenditore Valentino Cassini e il pregiudicato Giuseppe Liccardo, ritenuto da investigatori ed inquirenti vicino al clan Mallardo di Giugliano. Per tutti si aprirono le porte del carcere. Gli arresti domiciliari furono invece disposti nei confronti di Elio Bonaiuto, avvocato del foro di Napoli.

il giudice Capuano è rimasto ristretto nella casa circondariale di Poggioreale anche dopo il ricorso al Tribunale del Riesame: i giudici della Terza sezione penale di Roma avevano rigettato il ricorso confermando quasi interamente l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip. Su una delle varie contestazioni mosse all’indagato, quella relativa alla vicenda Sorrentino, l’ordinanza era stata annullata, lasciando in piedi le altre. Le motivazioni, prevedibilmente non avevano soddisfatto i difensori dell’indagato, visto che nemmeno l’annullamento dell’ordinanza in relazione al caso-Sorrentino agli occhi dei giudici giustificava un alleviamento della misura.

La decisione del Pubblico Ministero, che ha fissato al primo ottobre il nuovo interrogatorio per Capuano, non influisce più di tanto sulla strategia della difesa. Gli avvocati del magistrato proseguono nelle attività di indagine difensiva, acquisendo una serie di verbali che saranno utilizzati al momento più opportuno. E parallelamente sono in fase conclusiva le indagini dell’accusa, le cui risultanze saranno attentamente visionate per decidere le prossime mosse, tramite nuovi elementi di prova in grado di “ridisegnare” e confutare gli indizi di colpevolezza delineati dall’accusa: appare infatti deleterio contestare le interpretazioni sostenute dal p.m., che secondo la difesa sarebbero piuttosto influenzate da brani di intercettazioni ritenute non decisive e forse selezionate in maniera parziale, e che avrebbero finito per delineare un provvedimento esageratamente punitivo in relazione a quelli che sono gli indizi raccolti dalla Procura. In ogni caso, la difesa di Alberto Capuano cercherà di smantellare l’impianto accusatorio montato nei confronti del proprio assistito, a cominciare dal punto focale, costituito dalla presunta corruzione, ma anche ponendo l’accento con particolare e reiterata attenzione verso le eventuali pressioni che l’indagato avrebbe dovuto esercitare nei confronti di un magistrato della Corte di Appello.

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