LE OPINIONI

IL COMMENTO Il minimalismo progettuale

In questi giorni sono avvenuti alcuni fatti sull’isola che ci fanno ritenere che Ischia sia attardata in un minimalismo progettuale, sia cioè timorosa di affrontare un riformismo più audace. Si mira basso mentre bisognerebbe decisamente alzare il tiro. Procida docet! Abbiamo già accennato, in altro articolo, della bella intuizione che Procida, Bacoli, Lacco Ameno e Forio hanno avuto per uno sviluppo turistico integrato grazie al progetto “Linea flegrea della cultura”. Si intende costituire un tavolo permanente per mettere a sistema cultura, mobilità, turismo e posti di lavoro. Per quanto riguarda la mobilità si pensa ad un sistema integrato ferro-gomma-mare. In un certo qual senso è una prosecuzione e ampliamento del vecchio progetto “le vie del mare” che fu pensato dall’allora Assessore regionale ai trasporti Franco Iacono. E’ ovvio che le località in questione hanno in comune storia, paesaggio e archeologia. Musei archeologici, Castelli, Palazzi che trasudano cultura, una Storia Greca che precede qualunque altra colonia in Italia, Termalismo, Parchi sommersi, Giardini fantastici. E’ un’idea che va perseguita, implementata. Il punto è: perché non figurano, in questo rassemblement, i Comuni di Pozzuoli,Ischia, Casamicciola, Barano, Serrara Fontana? Perché, per meri tatticismi e personalismi, questo ambizioso progetto, appare dimezzato? Come si fa a lasciare fuori il Castello Aragonese, il Parco Sommerso di Aenaria o la Fonte di Nitrodi o i reperti archeologici di Punta Chiarito o il complesso del Pio Monte della Misericordia da questo percorso turistico integrato? E questo è un esempio di come, nella nostra isola, anche quando si fanno delle buone cose, le si fanno incomplete, a metà, per futili motivi (si direbbe in termini tecnico-giuridici).

Il rendering della nuova SMS Scotti

Altro esempio: il Sindaco d’Ischia, in una delle sue ormai abitudinarie comunicazioni via social, ci mette al corrente che è stato elaborato un progetto di rifacimento della Scuola Media e ce ne mostra il rendering. Al che, uno dei più accreditati architetti dell’isola, Paolo Baiocco, si chiede e chiede da quale concorso di idee è uscito fuori questo progetto che, dal disegno, appare piuttosto banale e bruttino. Il Sindaco risponde che, nell’ambito delle norme vigenti, è stato elaborato da uno staff di tecnici comunali. E così, come per la Scuola Media, è stato fatto per piazza degli Eroi e sarà fatto per la rivisitazione dello skyline portuale. Insomma, siamo al minimalismo più esasperato. Su un altro argomento Paolo Baiocco, da tempo, insiste inascoltato: la necessità di restringere strade e allargare marciapiedi (ultima segnalazione quella relativa a via Michele Mazzella, preclusa al passaggio di portatori di handicap). E questo mentre Silvano Arcamone, che la politica ischitana ha fatto di tutto per allontanare da Ischia, che aveva messo in cantiere un’idea di completa rivisitazione della linea di costa che va dal Porto fino al castello, dalla sua prestigiosa postazione dell’Agenzia del Demanio, continua a mandarci notizie delle più brillanti operazioni architettoniche in Italia. Tutto questo mentre architetti della levatura di Stefano Boeri progettano a Milano una Torre Botanica di 25 piani e 420 alberi (un’edizione aggiornata del famoso Bosco verticale). Gli altri pensano in grande, noi ci limitiamo ad un’ordinaria e non sempre soddisfacente amministrazione.

Paolo Baiocco

E veniamo al terzo caso, dove non c’entra l’Amministrazione Pubblica, ma – questa volta – l’Associazione forense ischitana. Ho letto, con grande attenzione, il documento che Gianpaolo Buono, Presidente dell’Associazione degli avvocati, e i suoi collaboratori hanno presentato, sotto il titolo roboante di “Dall’insula minor all’insula maior”. E’ molto positivo che gli avvocati, nel loro peggior momento professionale determinato dalla pandemia, abbiano la forza di dedicarsi a problemi di ordine più generale rispetto a quelli specifici della Giustizia e Tribunale. Però, entrando nel merito della proposta, restiamo francamente perplessi. Per due motivi: primo, perché appare quasi che tutti i problemi di disservizi per la frammentazione amministrativa dell’isola in 6 Comuni si riconducano al fatto che il personale proveniente dalla terraferma (per Ospedale, Tribunale, Enti Pubblici, Scuole) è gravemente disagiato e malvolentieri si trasferisce sulla nostra isola e, quando lo fa, lo fa con riverberi negativi sul rendimento lavorativo. Per cui occorrerebbe una Legge nazionale o uno studio delle pieghe offerte dalla legislazione vigente per agevolare e incentivare tale personale avventizio. Secondo, per studiare la via maestra per una nuova legge o l’impiego di norme già esistenti, si ipotizzano “commissioni di studio” e “sottocommissioni” formate da vari avvocati. Ma allora aveva ragione il dimissionario premier Giuseppe Conte che, per gestire i 209 miliardi di euro dell’Europa, voleva insediare 400 esperti!

Gianpaolo Buono

Inoltre (non me ne voglia Gianpaolo che è persona che stimo molto) si ha l’impressione che tutto questo venga proposto per esorcizzare l’ipotesi del Comune Unico. Ora, è vero che il Comune Unico non è “conditio sine qua non” e basterebbe che i Sindaci agissero sempre di concerto sui temi essenziali per lo sviluppo equilibrato dell’isola, ma nemmeno è ipotizzabile che dei pannicelli caldi possano risolvere il problema della frammentazione amministrativa. C’è inoltre il pericolo di inflazionare l’isola con proposte che si accavallano (nella sanità è da tempo che ci si batte per il riconoscimento di isola disagiata). Abbiamo bisogni di “semplificare” non di “complicare”. E resto perplesso di fronte al silenzio dei Sindaci rispetto a questo progetto e ancor più di fronte al silenzio dell’Associazione per il Comune Unico. Comunque, riconosco all’Associazione degli avvocati la buona intenzione di voler uscire dal guscio del Palazzo di Giustizia per entrare più nel vivo della vita di paese. Quella degli avvocati è la categoria professionale più estesa ad Ischia e, in un certo senso, più ascoltata dalla politica, per cui è bene che facciano sentire la propria voce sui problemi reali, ma ritengo che occorra aggiustare il tiro. E soprattutto che si “alzi” il tiro. Si guardi con più interesse ad un’integrazione reale dei sei Comuni. E colgo l’occasione per sollecitare gli avvocati isolani a prestare attenzione ed esprimere un giudizio su una recente proposta formulata dall’economista Francesco Giavazzi sulla Riforma della Giustizia. Il prof. Giavazzi si esprime sull’organizzazione dei tribunali e, a mio avviso, trae una conclusione logica: il Tribunale dovrebbe avere a capo persone capaci di gestire, non magistrati che – a volte – non sanno governare neppure le proprie udienze. Dal punto di vista organizzativo i Tribunali (ancor più nel momento tragico della pandemia) andrebbero gestiti come un’impresa. Si esprimano gli avvocati isolani sul parere positivo formulato da Antonio de Notaristefani (Presidente Unione Nazionale Camere Civili) sulla proposta Giavazzi. E’ un po’ l’esempio della Scuola, dove ormai i Presidi sono manager che rivolgono la loro attenzione, più che alla didattica, all’organizzazione dell’Istituto o del Comprensorio. Ancor più è il caso delle Università dove sono ben distinte la funzione accademica (alla quale sono preposti gli organismi dei professori) da quella manageriale gestionale dei Rettori. Ecco, questo è un ulteriore esempio di come l’isola potrebbe contribuire, nei vari settori, a pensare in grande, a non ridursi al minimo sindacale. E lo stesso vale per la Politica (con la P maiuscola). E’ mai possibile che un Senatore della Repubblica, espresso dall’isola (Domenico De Siano) si faccia imbrigliare nelle beghe di paese e fino a giovedì scorso non abbia detto una parola che è una sulla crisi di Governo e sul modo di uscirne? Venerdì, finalmente, in contemporanea su Il Golfo e sul Corriere del Mezzogiorno, De Siano ha parlato del candidato Sindaco di Napoli per il centro-.destra, sponsorizzando Catello Maresca (ma i magistrati sono un pericolo in politica solo quando sono di sinistra?) e ha accennato alla crisi di Governo, per la quale si è limitato a dire che in altre circostanze storiche, con la maggioranza relativa anziché assoluta , i premier si sono dimessi. Di come oggi una forza liberale debba selezionare alleati compatibili con una visione europea e federalista, nemmeno a parlarne. E anche questo è minimalismo

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