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Regine tuona: «La mossa di Del Deo sarà un boomerang, lavorerò per mandarlo a casa»

Di Francesco Ferrandino

Dottor Regine, parte l’assalto del sindaco Francesco Del Deo sulla Torre Saracena; l’azione di responsabilità riguarda anche Lei. Se l’aspettava?

«No, perché esiste già un procedimento iniziato dalla Corte dei Conti sulla stessa materia, quindi quest’azione mi sembra una pura duplicazione della quale non mi spiego il motivo, a meno che esso non sia squisitamente politico. Magari c’è qualcos’altro dietro che per il momento non riusciamo ancora a mettere compiutamente a fuoco».

In molti infatti guardano all’iniziativa come a un espediente per escluderla dalle prossime elezioni politiche, ci può stare come chiave di lettura?

«Io avevo già rassicurato il mio amico Francesco che poteva star tranquillo, perché non mi sarei ricandidato. Gli avrei potuto dare nuovamente una mano. Certamente, alla luce di quanto accaduto, si è cancellata un’amicizia quarantennale. Sono molto dispiaciuto, si è davvero comportato malissimo. Una mossa inaspettata, anche perché l’incarico all’avv. Di Meglio è stato conferito tre anni fa, un lasso di tempo durante il quale l’amministrazione attuale su questo argomento non ha fatto assolutamente nulla se non lanciare sterili proclami di buone intenzioni, con l’unico risultato di far incancrenire la questione: non ha dato il compenso promesso al liquidatore mettendo quindi in grande difficoltà il comune. Tirando le somme mi sembra che a livello di responsabilità l’attuale amministrazione sia molto più coinvolta in questo affare, rispetto alla precedente. Inoltre è già passato del tempo, che potrebbe far prefigurare una probabile prescrizione. Il fallimento della società risale al 2010, quindi i conti sono presto fatti. Anche questo mi fa pensare a una mossa politica, più che tecnica».

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È  chiaro che questa fuga in avanti del sindaco potrebbe scatenare un effetto a catena…

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«Ah, questo è sicuro. Secondo me questa vicenda sarà un boomerang, come quando qualcuno cerca di costruirsi in casa una bomba per compiere un attentato, e invece l’ordigno gli esplode inavvertitamente tra le mani».

Non c’è dubbio che a Forio la stagione dei veleni sembra non finire mai

«È un atteggiamento di una violenza terribile. Ci riporta indietro quasi a quarant’anni fa. Sono cose che con la sindacatura di Franco Monti e la mia non si erano mai viste. È stato stravolto lo stile amministrativo, non esiste più il rispetto per gli avversari politici e per gli stessi cittadini, manca il dialogo. Sono saltate tutte le regole democratiche del gioco. Uno stile che non condivido nella maniera più assoluta».

In passato il sindaco Del Deo aveva affermato di aver ereditato gli sfaceli prodotti dalla sua amministrazione. È davvero così?

«Francesco ha dimenticato di citare tutte le cose positive che ha ereditato dalla mia amministrazione. L’attuale compagine non sta facendo altro che mettere in esecuzione tutte le opere pubbliche che noi avevamo concepito, progettato e finanziato. Non c’è una sola di queste opere che non rechi la mia firma o il finanziamento che io ho reperito durante il mio mandato di sindaco. Quindi se Del Deo qualcosa di buono sta cominciando a fare, dovrebbe dirmi anche “grazie”. È scorretto ricordare soltanto i debiti ereditati. Anche io ereditai i debiti e i guasti delle precedenti amministrazioni, ma non ho mai accusato i miei predecessori. La continuità amministrativa è questa, si eredita il bene e il male, spetta a chi viene eletto tentare di raddrizzare la barca e ricondurla sulla rotta della buona amministrazione».

In che cosa l’attuale amministrazione a suo avviso sta fallendo?

«Io ribalterei il quesito, e domanderei piuttosto se c’è una sola cosa in cui essa sta convincendo, perché io non ne vedo nemmeno una. Invece di scaricare le responsabilità sul passato, dovrebbero anche dimostrare cosa sanno fare concretamente come amministratori. Oggi a Forio c’è un vertiginoso aumento della litigiosità, col venir meno della civile convivenza. È il risultato di questo modo di amministrare. L’attuale compagine non ascolta i bisogni della gente, è lontana dalla cittadinanza. Si chiudono nel Palazzo e si concentrano su meschine diatribe interne, con continui scontri quasi quotidiani, e non si dedicano alla risoluzione dei problemi. Infatti non ne hanno risolto nemmeno uno: né la depurazione, né i rifiuti, né le fogne, nulla. Il paese è completamente allo sbando: non vedo vigili, non vedo forze dell’ordine. Si sente la mancanza della Caserma dei Carabinieri. L’attività preferita a Palazzo è litigare, fare rimpasti di Giunta, conferire prebende, organizzare qualche festicciola: fra l’altro, siamo passati dall’avere i Pooh come ospiti per le serate di festa, alle attuali sagre paesane. Questa la dice lunga sul livello a cui siamo degradati, anche dal punto di vista culturale».

Cosa ne pensa del papabile nuovo assessore che potrebbe essere designato su segnalazione di una consigliera appena tornata in maggioranza e con cui intratterrebbe una relazione sentimentale?

«Ho letto di questa vicenda. Mi sembra che quest’amministrazione ormai faccia notizia per questioni di gossip e non per i compiti a cui è chiamata. Una vergogna in pura salsa foriana. Non voglio commentare perché non conosco i soggetti e non mi interessano fatti del genere. Faccio solo una riflessione: l’amministrazione è partita con una maggioranza “bulgara”, che nessun sindaco di Forio in passato aveva mai raggiunto, e oggi invece a stento riescono ad approvare i loro bilanci con una maggioranza ormai risicata e talvolta pericolante, che mostra crepe di giorno in giorno, costringendoli a queste stranissime “situazioni” per mantenersi a galla. La dignità imporrebbe l’ammissione del fallimento, e poi mandare tutti a casa».

Cosa pensa dell’eterna tragedia dei rifiuti e della ricerca di un’area dove effettuare la trasferenza?

«Io mi ero sforzato di cercare qualche soluzione, e l’avevo anche trovata: parlo dell’area di via degli Agrumi, per la quale sto subendo un processo penale. L’avevo trovata anche a Zaro, poi loro se la son fatta scappare. Avevo trovato la soluzione per i rifiuti organici a Cavallaro. Ma l’attuale amministrazione non ha il coraggio di effettuare scelte impopolari, ecco perché nessuna zona del paese viene mai ritenuta adatta. Sono degli imbelli incapaci di prendersi le loro responsabilità. In campagna elettorale avevano strombazzato di avere soluzioni immediate per ogni cosa, dal Green Flash, ai rifiuti, alla questione del porto, alle fogne, al depuratore. Fatto sta che tali problemi sono ancora tutti lì, anzi, se possibile si sono maggiormente incancreniti. Chi verrà eletto dopo di loro troverà una vera e propria desertificazione amministrativa».

E della revoca dell’occupazione dei suoli pubblici in quel di Citara?

«È l’ennesima vergogna, risultato della mancanza di dialogo coi cittadini e dell’incapacità di metterli d’accordo. Io ho inteso la funzione di sindaco come quella del buon padre di famiglia, che non fa azzuffare i cittadini tra loro, ma li richiama attorno a un tavolo ragionando insieme sull’interesse collettivo. Se tutto ciò non avviene, la colpa non è dei cittadini che badano al loro caso particolare, ma di chi dovrebbe garantire la pace sociale e invece non ci riesce, non si sa se per propri limiti o per proprio stile. I cittadini litigano dappertutto, dalla Chiaia a Citara a Panza, mentre loro si asserragliano negli uffici. Personalmente avrei scelto, come ho sempre fatto, di stare più tempo in strada a contatto con i cittadini e le loro esigenze».

Dica la verità, la voglia di rimettersi in gioco le sta tornando?

«Di certo, mi stanno facendo innervosire fin troppo. Oggi non ho più la stessa voglia e la stessa pazienza di alcuni anni fa, ma sicuramente mi attiverò affinché l’attuale amministrazione abbia un ricambio adeguato ai tempi. Al momento non so se ciò avverrà con o senza Franco Regine, è una cosa che deciderò in seguito, ma sicuramente garantirò con la mia attività un ricambio a questa compagine che ha costituito una grandissima delusione. Parlo soprattutto dei consiglieri più giovani, professionisti che si erano affacciati alla politica e che invece hanno deluso per non aver saputo far emergere le loro grandi qualità né dal punto di vista squisitamente tecnico-amministrativo né nell’interesse sostanziale della comunità. Parlo a ragion veduta perché è sufficiente chiedere agli stessi cittadini per strade, tra i quali è palpabile la delusione. C’è un pesante clima di sfiducia tra la gente nei confronti di questa amministrazione, ritenuta incapace di affrontare i veri problemi. La frustrazione sta lacerando lo stesso tessuto sociale del paese».

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