LO DICO A IL GOLFO Lite tra fratelli, la mia verità
Egregio direttore, in riferimento all’articolo pubblicato in data odierna in prima pagina e alla successiva pag. 7, sottoscritto dalla collega Ida Trofa e dal titolo“Lite tra fratelli: uno al Rizzoli, l’altro denunciato”,Le chiedo la pubblicazione della presente con la stessa evidenza dell’articolo pubblicato ai sensi dell’art 8 legge sulla stampa47/1948 ss.m.i. Sebbene nel suindicato articolo non fosse indicato il mio nome, come colui che avrebbe aggredito “il fratello”, è indubitabile che i riferimenti riportati conducono tutti alla mia persona, tanto è vero che da stamattina sono stato contattato da decine di persone, nonché fermato continuamente per strada dai passanti. Ebbene, con la presente voglio evidenziare che l’articolo pubblicato presenta un contenuto gravemente diffamatorio e denigratorio della mia immagine che ne ledono l’onore e la dignità personale, mediante l’attribuzione di fatti tali da farmi apparire come persona violenta e spregevole, da essere addirittura paragonatoa Bin Laden, quale storico leader di Al Quaida.
Ed invero, contrariamente a quanto rappresentato, nei giorni scorsi mi trovavo nel mio terreno sito in Forio, che confina con il cantiere navale di mio fratello, unitamente ai Carabinieri della Stazione di Forio,i quali dovevano effettuare degli accertamenti a seguito di specifica denuncia-querela che avevo presentato in data 4 novembre u.s. per i reati di furto, invasione di terreno e inquinamento ambientale. Quindi, assolutamente non corrisponde al vero la circostanza che era in atto un litigio per motivi di diritti di proprietà o altro. Ebbene, in tale frangente, i familiari del “fratello aggredito”, evidentemente innervositi dall’accertamento della Polizia Giudiziaria in atto, iniziavano ad aggredirmi verbalmente sino al punto da essere stato quasi aggredito fisicamente da 6/7 persone contemporaneamente. In detta circostanza, i Militari, che già stavano sul posto, sono prontamente intervenuti per allontanare i familiari del cosiddetto “fratello aggredito”, con il quale non avevo avuto alcun contatto. Pertanto, alcuna resistenza a pubblico ufficiale si è materializzata nell’occasione. Anzi, a cause della violenta aggressione verbale, sono stato costretto a recarmi presso il Pronto Soccorso dell’ospedale Anna Rizzoli per ricevere le cure mediche necessarie. Infine, voglio solo precisare che il mio soprannome di“Bin Laden”, da Voi sottolineato, non ha niente a che fare con il terrorista saudita e fondamentalista islamico sunnita; sono stato soprannominato ironicamente in tal modo poiché da giovane portavo la barba lunga molto simile alla sua. A riprova del carattere pacifico e altruista, proprio dai responsabili di questa testata giornalistica,ho ricevuto qualche anno fa la targhetta di “Angelo del Mare” perché sono stato sempre in prima linea in situazioni di pericolo e necessità per aiutareal prossimo, anche al rischio di mettere a repentaglio la mia vita.
DISTINTI SALUTI
ANIELLO MORGERA