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«LO SCEMPIO EDILIZIO È UNA VERGOGNA NAZIONALE NON UNA CARATTERISTICA CRIMINALE CAMPANA»

«L’abusivismo edilizio, lo scempio del territorio, la devastazione di luoghi di particolare pregio ambientale e paesaggistico con colate di cemento non è una piaga della Campania o del Sud ma dell’intero Paese» la premessa con cui comincia l’intervista ad Aldo De Chiara, già procuratore aggiunto a Napoli, capo del pool ecologia dell’ufficio inquirente più difficile d’Italia ci fa capire come sull’abusivismo e sugli effetti che questa piaga ha riversato anche sugli uffici giudiziari nessuno può farsi maestro o dare lezioni di morale. Ciò premesso, De Chiara, oggi in pensione, è stato uno di quei magistrati che ha lottato una vita intera contro i pirati dell’ambiente e i cementificatori in servizio permanente effettivo.

 

Presidente De Chiara, quando la Regione Campania approvò l’anno scorso la legge regionale che le associazioni ambientaliste definirono “sanatoria fai da tè”, lei da giurista prim’ancora che da magistrato disse che c’erano profili di incostituzionalità.

«Non era ovviamente un giudizio politico campato in aria il mio. La decisione della Consulta, in effetti, non mi sorprende affatto».

 

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E dire che il Consiglio Regionale, almeno quelli che la legge la votarono, si fecero rilasciare un po’ di consigli legali a pagamento circa la costituzionalità di quanto andavano ad approvare.

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«Guardi, a me non interessa la polemica spicciola. Restiamo ai fatti. Dal mio punto di vista, ma anche dal punto di vista di tantissimi altri autorevoli giuristi, il responso era abbastanza scontato. L’intervento della Regione Campania era stato visto come ‘un’invasione’ di campo nei confronti dello Stato. La Corte Costituzionale non poteva decidere diversamente. In quei campi legifera lo Stato».

 

 

Ed ora che cosa succede, Presidente?

«Glielo spiego subito, ma mi lasci dire una cosa. La Regione Campania, e l’ho detto anche nell’immediato dell’approvazione della legge, tra il vuoto e l’inerzia, comunque, è stata l’unica Regione che ha posto sul tappeto un problema che rappresenta una sorta di bomba ad orologeria. Anche chi vive in una casa, sebbene abusiva, quindi realizzata violando la legge, ha diritto alla cosiddetta ‘quiete processuale»”.

 

 

Per favore ci faccia capire meglio.

«Voglio dire che adesso bisogna prendere atto di questa decisione della Consulta, ma anche comportarsi coerentemente con le leggi vigenti. I Comuni e le Regioni in sede di controllo sostitutivo devono agire ed intervenire per ripristinare una legalità che è seriamente compromessa non solo in Campania o al Sud ma nel Paese in generale. Capisco che in questo periodo gli enti locali abbiano atteso il responso della Consulta, ma adesso non ce n’è più per nessuno: bisogna applicare la legge. E credo che anche questo sia il messaggio, seppur implicito, della Corte Costituzionale».

 

Un discorso a parte merita Ischia e gli altri territori sottoposti a numerosi vincoli paesaggistici. 

«Le isole del nostro Golfo, come Capri ed Ischia, le Costiere, ma anche numerosi altri territori sono sottoposti a numerosi vincoli paesaggistici ed ambientali per la conformazione e la peculiarità del territorio stesso. Per questo la legge regionale 19 del 2017 riguardava altri luoghi della nostra Regione e non certo Ischia».

 

Che cosa consiglierebbe ai sindaci di Ischia alla luce di questa sentenza.

«Mi permetta di sfuggire a questa domanda proprio per rispetto verso i primi cittadini dell’isola che non hanno bisogno dei miei consigli perché sono ottimi amministratori pubblici. Dico solo che chi doveva intervenire, in questo periodo, avrebbe dovuto farlo. Ma adesso non ci sono più alibi: bisogna attenersi alle leggi soprattutto in tutto in Paese e maggiormente in territori che hanno dei vincoli come Ischia».

 

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