LE OPINIONI

Lo sfogo di Cellammare: «Assemblea farsa, non meritavo questo trattamento»

Dopo il colpo di mano nell’assoforense, arriva la verità del presidente che parla senza mezzi termini anche di irregolarità perpetrate prima e al momento del voto

DI FRANCESCO CELLAMMARE

Caro Direttore, dopo la delusione e lo sconforto che mi hanno assalito durante lo svolgimento ed all’esito dell’assemblea di venerdì, condotta e gestita in maniera quantomeno discutibile (preferisco non dire altro) da si stimati Colleghi ma autoelettisi presidente e segretario e che data la loro chiara parzialità avrebbero dovuto astenersene, mi ero chiuso in un sofferto silenzio stampa ritenendo giusto mantenermi al di fuori delle polemiche in una posizione super partes che il mio ruolo mi impone.

Ma dopo aver letto pagine e pagine pubblicate da altri, che forniscono all’opinione pubblica una versione unilaterale e per molti aspetti distorta dei fatti per come si sono invece realmente svolti e del mio personale coinvolgimento non solo emotivo, non posso più tacere e mi sento in dovere di offrire a chi legge la visione dell’altra faccia della medaglia, quella del mio reale approccio all’assemblea testimoniato dalle mie dichiarazioni ed azioni e quella dei Colleghi – non pochi mi creda – amareggiati che si sono sentiti traditi e presi in giro dallo stravolgimento dell’ordine del giorno.

Questo solo per amore della verità e per onestà intellettuale.

I lettori hanno il diritto di conoscere la verità!

Ads

Ringrazio Gianpaolo Buono, che al di là di tutto considero mio amico, per le belle parole spese ieri nel ricordare alcune delle conquiste raggiunte negli ultimi anni dall’associazione con ostinazione ma soprattutto convinzione. Ma non voglio e non devo soffermarmi sui meriti della mia gestione che lascio giudicare ad altri e che poco c’entrano con quanto accaduto venerdì anche se magari avrebbero almeno dovuto evitarmi il trattamento riservato in assemblea da chi ha volutamente spostato l’attenzione dai veri temi all’ordine del giorno per insinuare che si trattasse di una votazione pro o contro di me.

Ads

E poi si è continuato a tirarmi in causa sui giornali, nonostante io abbia chiarito pubblicamente più volte in avvio di seduta ed anche prima della votazione che la richiesta di modifica dello statuto non era stata avanzata dal sottoscritto bensì da un

Cospicuo numero di Colleghi con istanza di convocazione dell’assemblea su tali modifiche, pervenuta al presidente ed al Direttivo in tempi non sospetti precisamente il 13 marzo scorso (che Le allego) e  giunta nel l’assemblea del 10 maggio che deliberò di convocare questa assemblea per la loro votazione.

Il mio errore, caro Direttore, se di errore si può parlare, è stato quello di deludere i tantissimi Colleghi che quasi all’unanimità (con soli 5 voti contrari) il 10 maggio scorso respingevano in assemblea le mie dimissioni, convocando l’assemblea anche per l’indizione delle elezioni e per amore dell’Avvocatura, per distendere gli animi di quei pochi che mi chiamavano “presidente a vita” accusando me di una violazione dello Statuto quando invece la proroga era stata deliberata in deroga per me come prima di me per Gianpaolo dall’assemblea che è sovrana, e per garantire una Unità della Classe Forense che purtroppo nonostante il mio sacrificio non riesco ancora a vedere e che sicuramente non è venuta fuori dalla consultazione di venerdì.

Tutto questo, mi spiace constatarlo non emerge dagli articoli pubblicati negli ultimi due giorni. Emerge l’immagine di un presidente che avrebbe congegnato tutto per restare incollato alla poltrona. Allora devo invitare chiunque scriva ad essere obiettivo e a riportare i fatti per come svoltisi in assemblea. Il sottoscritto ha dichiarato subito che se si intendevano le modifiche proposte come un escamotage per prolungare la sua presidenza consentendogli la candidatura si sarebbe potuto passare a votare direttamente il secondo punto all’odg. Ha dichiarato che se avesse potuto, ma non era nelle sue facoltà, avrebbe anche accontentato i riottosi espungendo dell’odg l’esame delle modifiche. Mi permetta poi di esprimere le mie personali (e non solo) perplessità in ordine alla legittimità di quella consultazione.

I Colleghi chiedevano solo di poter votare regolarmente i punti all’odg, cosa che invece è stata preclusa in quanto la presidenza dell’assemblea ha piuttosto ritenuto d’imperio di porre al primo punto, ingenerando peraltro confusione, vista anche l’ora tarda, la “sospensione e indizione delle elezioni” che tanti hanno inteso probabilmente come “sospensione della indizione delle elezioni”, al secondo punto la “sospensione di tutto per far passare le modifiche per il filtro di una commissione” al terzo punto la “votazione dell’odg”. Quindi tra le urla di tanti che dissentivano da queste modalità poco ortodosse di condurre l’assemblea si è andati al voto dopo più di due ore votando tutt’altro rispetto ai punti che conoscevano gli ignari Colleghi che si trovavano all’esterno dell’aula in quanto non riusciva a contenerci tutti. Molti si sono trovati a votare la proposta n. 1 credendo di votare per le modifiche statutarie. I voti per le modifiche sono stati opportunamente divisi in due tronconi (la proposta n. 2 per la sospensione delle elezioni e la nomina di una commissione filtro per la revisione statutaria e la proposta n. 3 per la votazione subito). Alla fine di questo pilotato bailamme ci siamo trovati con 62 voti da un lato e 52 dall’altro, con 3 astenuti tra cui il sottoscritto. E non si considera che pur essendoci stati 128 votanti ci siamo ritrovati 117 voti. Vi erano deleghe scritte a penna senza documento d’identità allegato  (anche di colleghe non iscritte o che avevano già delegato il giorno prima altro socio a mezzo pec) comparse in assemblea come per magia che erano quantomeno irregolari e non potevano essere conteggiate ai fini della votazione (piuttosto che trasmesse a mezzo pec il giorno prima come quelle regolarmente acquisite). Ma se ciò non bastasse, va considerato che circa una quarantina di Colleghi si sono iscritti all’associazione il giorno (o in tarda serata) prima o addirittura pochi minuti prima dell’assemblea, non sono stati verificati i pagamenti delle quote e quindi la loro legittimazione e diritto di voto. Ciò avrebbe dovuto far riflettere e rinviare l’assemblea cosa che non mi sono sentito in quel clima avvelenato di proporre. Non è nel mio stile abbassarmi al livello di chi è arrivato a compiere tutto ciò e non denuncerò le irregolarità per quanto evidenti e risultanti dagli atti. Mi dispiace solo per tutti i Colleghi che si sentono truffati e vorrebbero la ripetizione dell’assemblea magari con una diversa ed imparziale conduzione e che sto tentando in tutti i modi di dissuadere dal proporre ricorso alle Autorità competenti. Quanto a me continuo a pensare che in considerazione della mia dedizione assoluta all’associazione, dell’abnegazione e dei sacrifici messi in campo per 12 lunghi anni a tutela della intera categoria e della collettività dell’utenza, del tempo sottratto alla famiglia, ai miei figli agli affetti ed al lavoro, dei lusinghieri risultati conseguiti, non avrei meritato un simile trattamento. Ma sono rammaricato soprattutto per l’immagine che abbiamo offerto di noi tutti all’opinione pubblica e per un’occasione di importante confronto democratico gettata alle ortiche.

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Più vecchio
Più recente Più Votato
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex