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L’odissea dei pendolari a Calata di Massa, serata da incubo

Era stata una giornata maledetta, la seconda consecutiva. Parliamo di lunedì 8 gennaio, un inizio settimana caratterizzato da collegamenti marittimi ancora decisamente a singhiozzo dopo il forte vento che aveva causato mareggiate in grado di far paura già per l’intera domenica. E così si era andati avanti tra aliscafi che dapprima hanno viaggiato a singhiozzo e poi sono rimasti ormeggiati nei porti, passando per navi traghetto che specialmente a partire dal pomeriggio – e soprattutto sulla tratta Napoli/Ischia e viceversa – hanno dovuto alzare bandiera bianca per le pessime condizioni meteo marine.

In questo scenario a tinte fosche, come da consolidata tradizione, a farne le spese sono stati gli utenti delle vie del mare e cioè i pendolari, molti dei quali la serata di lunedì la ricorderanno decisamente a lungo. Come una serata infernale, a beneficio dei pochi che non lo avessero ancora inteso. Culminata, per giunta, con una traversata effettuata in condizioni a dir poco proibitive ma questa forse era l’unica cosa che gli sventurati avevano messo in preventivo. Protagonisti (o meglio vittime) di questa disavventura un centinaio di persone che dovevano far ritorno sull’isola verde. Sul porto di Calata di Massa la prima doccia fredda è arrivata quando la partenza delle 19.25 del traghetto Caremar è stata soppressa. Di punto in bianco, si è stati costretti ad una lunga attesa di due ore e mezza nella speranza che almeno l’ultima corsa delle 21.55 rispondesse “presente”.  I segnali sono stati positivi al punto tale che è iniziata anche la bigliettazione. Incubo finito? Macché, il peggio doveva ancora arrivare. La nave arriva alle 21.30, i passeggeri vengono anche fatti salire a bordo ma passano i minuti, viene superato l’orario previsto per la partenza, e il traghetto non leva gli ormeggi. Non si capisce il motivo, anche perché pare che nessuno si degni di dare uno straccio di spiegazione, poi l’arcano si “materializza” come per incanto davanti agli occhi dei passeggeri. Bisognava attendere il personale della motonave Adeona che però arriva a Napoli addirittura alle 22.45. Morale, si parte finalmente per Ischia ma con un’ora di ritardo e quasi tre di precedente attesa sul groppone.  “Siamo stati trattati come bestie – denuncia un passeggero – ci hanno lasciato a bordo in balia degli eventi senza comunicarci alcunché”. Che dire, sembrano scene di un film già visto.

Corrado Roveda

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