Locazioni brevi, a breve in vigore le nuove norme
Nei giorni scorsi ne hanno discusso a Napoli gli assessori al Turismo di cinque tra le grandi destinazioni turistiche italiane, il fenomeno interessa da vicino anche la nostra isola
Potrebbero già entrare in vigore per la prossima stagione turistica le nuove norme sulle locazioni brevi. Il fenomeno è molto diffuso sull’isola di Ischia che vede circa mille strutture in vetrina tra Booking e Airbnb. Nei giorni scorsi ne hanno discusso a Napoli gli assessori al Turismo di cinque tra le grandi destinazioni turistiche italiane, presenti all’incontro svoltosi in sala Giunta a Palazzo San Giacomo, Carlo Cafarotti assessore al ramo a Roma, Eleonora de Majo del Comune di Napoli, Cecilia del Rè, assessora al Comune di Firenze, Roberta Guaineri del Comune di Milano, Matteo Lepore del Comune di Bologna. Con loro anche gli assessori Buonanno e Galiero del Comune di Napoli. Tre sono i punti che gli assessori hanno individuato come prioritari e che hanno sottoposto al ministro con delega al Turismo Franceschini, raccolti m un documento: la necessità di distinguere nettamente tra attività imprenditoriale e non imprenditoriale. La possibilità alle Amministrazioni Locali di introdurre una nuova destinazione d’uso definita come “residenziale/ricettiva” che consenta ai Comuni la possibilità di pianificare a livello urbanistico la presenza di tutte le attività ricettive extra-alberghiere sul territorio secondo la pianificazione urbanistica del territorio, e con la facoltà di determinare la durata della locazione. E, in fine, l’applicazione della normativa unica nazionale al fine far diventare operativo ed efficace il Cir (Codice Identificativo di Riferimento), uniformandolo su tutto il territorio e rendendolo strumento efficace per le amministrazioni locali per mantenere un controllo serrato anche sul mercato delle locazioni proposte tramite piattaforma.
Sull’argomento è intervenuto anche il presidente nazionale di Federalberghi Bernabò Bocca. «Apprezziamo la reintroduzione del tax credit, ma su locazioni brevi e imposta di soggiorno ancora non ci siamo». Con queste parole il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, commenta il testo del disegno di legge collegato in materia di imprese culturali e turismo che il Consiglio dei ministri si appresta a varare. «La disciplina delle locazioni brevi – afferma Bocca – è trattata in modo insufficiente: viene qualificato come imprenditore il soggetto che gestisce più di “tre unità immobiliari” (definizione ambigua, che può includere anche interi fabbricati) e si trascura di considerare il cuore del problema, cioè di stabilire una soglia minima di durata del soggiorno al di sotto della quale la fornitura dell’alloggio non può essere contrabbandata per attività di locazione ma deve essere inquadrata in una delle categorie previste per l’attività di tipo ricettivo (ad esempio: bed and breakfast, affittacamere, case e appartamenti per vacanze, etc.)». Ed ancora: «Leggiamo inoltre che si prevede di estendere l’imposta di soggiorno a tutti i comuni e di elevarne l’importo, a seconda dei casi, sino al dieci o al venti per cento del prezzo del pernottamento. Ciò significa che in alcuni casi le imposte indirette che gravano sul prezzo degli alberghi potrebbero triplicarsi (oggi l’IVA è al 10%, domani il totale delle due imposte potrà arrivare al 30%)». Ma ci sono anche degli aspetti positivi sulle nuove norme dedicate agli albergatori. «Positiva – continua il presidente di Federalberghi – invece la riattivazione del credito d’imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive, sia pur in un quadro di risorse esigue. È un bene che questo strumento venga reso strutturale e ci auguriamo che la dotazione finanziaria venga irrobustita, anche attingendo al gettito dell’imposta di soggiorno, che deve servire soprattutto per migliorare la qualità dell’offerta turistica». E conclude il presidente Bocca: «Le nostre imprese stanno attraversando un periodo difficile, che recentemente si è ingarbugliato ulteriormente a causa del fallimento di Thomas Cook, dell’acqua alta a Venezia e del Corona virus. Confidiamo che il Consiglio dei ministri ne tenga conto ed inverta la rotta, adottando misure che riducano la pressione fiscale e contrastino con efficacia l’abusivismo dilagante, e rimaniamo a disposizione del Governo e del Parlamento per contribuire alla definizione di una disciplina di effettivo sostegno allo sviluppo del settore».
La battaglia contro un “turismo parallelo” effettuato in “strutture che fanno concorrenza sleale” è stato da sempre un cavallo di battaglia di Ermando Mennella, vicepresidente regionale per la Campania di Federalbeghi. In modo chiaro e netto ha sempre sottolineato come «La concorrenza è un fattore positivo, purché sia ad armi pari». Sull’isola di Ischia, però, non è così”. L’introito delle imposte di soggiorno deriva per circa per il 90% dagli alberghi. In pratica su 100 ospiti che arrivano sull’isola 90 alloggiano in albergo e solo 10 soggiornano in case vacanze e bed&breakfast. Ed allora delle due, l’una: o sono pochissimi i turisti che soggiornano in strutture extralberghiere o sono pochissimi coloro che pagano la tassa di soggiorno. Mennella ha sempre sottolineato come «I proprietari di queste strutture effettuano una vera e propria attività imprenditoriale pur non essendo imprenditori e non correndo i rischi che corrono gli albergatori. Ad esempio, la tari che si paga ad Ischia per una struttura alberghiera è pari all’11 per mille. Per una casa, invece, è pari a 19 euro al metro quadro. Una disparità di trattamento». Per l’ex presidente di Federalbeghi Ischia: «Questi appartamenti non possono e non devono essere più considerati come residenze. Nella realtà, invece, lo sono. E qui nasce la concorrenza sleale». Occorre, quindi, regolamentare il settore. Il testo normativo che presto dovrebbe essere approvato ha l’intento di assicurare trasparenza e legalità lottando contro l’abusivismo e risistemando il comparto.