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L’Olocausto delle donne, ricordi dall’inferno dei lager nella Giornata della Memoria all’IC “V. Mennella”

Gianluca Castagna | Lacco Ameno – Il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata rossa sovietica, impegnate nell’offensiva contro la Germania nazista, liberano il campo di sterminio di Auschwitz, rivelando al mondo l’orrore del genocidio. Dall’istituzione della Giornata mondiale della Memoria, dedicata a un evento così tragico nella storia dell’umanità, le domande sono sempre le stesse: come fare a raccontare un avvenimento che, per la sua dimensione e il suo peso di orrore, sfida il linguaggio? Come rendere conto dell’universo lager senza sottostimarne l’orrore? Com’è cambiata la conoscenza e percezione degli italiani su questi fatti così drammatici? Cosa può fare la scuola per educare le nuove generazioni? Di cosa si nutre l’antisemitismo contemporaneo? Interrogativi che puntualmente riaffiorano nelle commemorazioni, nei ricordi, nelle testimonianze che buona parte della società civile mette in campo per spingere alla riflessione e alla consapevolezza.

Anche le scuole isolane, in questi giorni, hanno dedicato spazio per capire cosa sia successo quasi 80 anni fa. Ieri, all’Istituto Comprensivo “Vincenzo Mennella” di Lacco Ameno, la Giornata della Memoria si è colorata anche di rosa. Per ricordare, all’interno del progetto comunale “Donna a tutto tondo”, il ruolo e il prezzo che le donne pagarono nella Shoah.
Ebree e non-ebree furono soggette a una persecuzione eccezionalmente brutale da parte del regime nazista. Interi campi, così come speciali aree all’interno di altri lager piantati nel cuore più nero dell’Europa del Novecento, furono destinati specificatamente alle donne. Nel maggio del 1939, i Nazisti aprirono il più grande campo di concentramento esclusivamente femminile, quello di Ravensbrück, dove più di 100.000 donne furono incarcerate tra la sua apertura e il momento in cui le truppe sovietiche lo liberarono, nel 1945. Le ebree in stato di gravidanza e le madri di bambini piccoli venivano deportate nei campi di sterminio, dove gli addetti alla selezione le inserivano quasi sempre nei gruppi destinati a morire subito camere a gas. Sia nei campi sia nei ghetti, erano particolarmente vulnerabili e soggette sia a pestaggi che a stupri. Inoltre, i medici tedeschi spesso le usarono per esperimenti sulla sterilizzazione.

Testimonianze di questi orrori sono state raccolte dei giovani studenti della scuola di Lacco Ameno e portati all’attenzione della comunità nella cerimonia di ricordo della Shoah attraverso una maratona di lettura che si è svolta nell’ampio atrio del plesso Fundera del “C. Mennella”. Passaggi dal “Diario di Anna Frank”, simbolo di tutte le promesse e le speranze che andarono perdute con la morte delle bambine e delle giovani trucidate durante l’Olocausto, ma anche poesie, riflessioni, rimpianti composti da chi uscì da quell’inferno e il cui dolore, la solitudine, lo smarrimento riaffiorano oggi nelle voci degli alunni della scuola media e della classi quinte elementari che hanno partecipato alla lettura come all’allestimento di cartelloni, piccoli set scenografici, fiori di carta e toccanti esibizioni.
«Come disse Pietro Calamandrei: solo la scuola, quindi l’istruzione, può trasformare il popolo da sudditi a cittadini. La scuola ha il dovere di tenere viva la memoria.» Lo ha dichiarato la Dirigente scolastica Assunta Barbieri. «Facciamo la nostra parte consapevoli che la prima agenzia educativa resta la famiglia. Dai più piccoli ai più grandi è necessario educare alle pratiche positive del rispetto, della gentilezza, dell’inclusione. Come Istituto, siamo in prima linea su questi fronti. Senza nasconderci gli episodi negativi che vanno subito stigmatizzati, perché possano diventare occasioni di crescita e momenti di vera consapevolezza.» «Purtroppo – ha continuato la preside – rispetto all’anno scorso c’è una maggiore paura dell’ altro. Sentimenti irrazionali attraversano il Paese. Come ha detto il Presidente Sergio Mattarella, è un virus sopito, non scomparso. Facciamo attenzione che non torni fuori, perché le deportazioni e i campi lager esistono tuttora in molte aree del mondo».

Per l’avv. Cecilia Prota, Assessore alla Cultura per il Comune di Lacco Ameno «la scarsa memoria è uno dei punti deboli del nostro paese. Dimentichiamo in fretta, con troppa facilità, quello che è il nostro passato. Le nuove generazioni rappresentano le nostre sentinelle, affinché certe tragedie come l’Olocausto non ritornino più. Viviamo un momento storico difficile, prevalgono sentimenti forti come l’odio, il razzismo, continuamente alimentati. Ecco perché queste Giornate sono ancora importanti. Tutto parte dalla scuola, dalle famiglie, dobbiamo insistere su sentimenti come la comprensione e la fratellanza, l’amore e la gentilezza, è necessario coltivare la sensibilità verso queste ricorrenze, insistere su pratiche e sentimenti positivi. Il nostro compito come genitori, insegnanti, rappresentanti delle istituzioni è far capire che la diversità, qualsiasi diversità, è sempre una ricchezza, non un limite o qualcosa che ci può danneggiare. Dobbiamo dare a tutti i bambini l’opportunità di conoscere certi avvenimenti del passato, soprattutto renderli indipendenti. Ciò può avvenire solo attraverso lo studio e la cultura. Contro il razzismo, contro il negazionismo, l’unica verità è quella che emerge dalla conoscenza dei fatti e della Storia».

La mattinata al plesso Fundera è proseguita con l’intervista video alle sorelle Tatiana e Rosa Bucci, le “bambine dai capelli bianchi” sopravvissute ad Auschwitz; il “Silenzio fuori ordinanza” con la tromba dello studente Renzo Rocchi; le esibizioni musicali dell’Orchestra del “V. Mennella”, che ha eseguito tre brani celebri come “Gam Gam”, “Schindler’s List” e “La vita è bella”; la performance tra musica e teatro di Imma Iaccarino e Sara Scotti, in rappresentanza dell’IIS “Cristofaro Mennella” (la prima ha cantato – a cappella – un celebre pezzo di Guccini, “Auschwitz”, la seconda, violinista, ha suonato un movimento del Concerto Op. 35 Oskar Rieding); la testimonianza dell’IPS “V.Telese”, che ha preparato (e offerto) dolci e ricordi della tradizione ebraica.
«Sono ormai sei anni che affrontiamo la Shoah con modalità e iniziative sempre diverse» ha concluso il prof. Michele Costagliola d’Abele, che, insieme ai colleghi Giulia De Nicola, Antonio Cuomo, Giuseppina Iacono, Sofia Calise, Consiglia Daniele, Maria Giovanna Monti, ha preparato gli studenti a questa Giornata. «Quest’anno abbiamo firmato un protocollo d’intesa con il comune di Lacco Ameno, aderendo a un progetto più ampio come “Donna a tutto tondo”, mettendo al centro delle nostre ricerche e riflessioni il ruolo della donna durante quell’esperienza così terribile.»
Una tragedia che – a detta degli stessi ebrei – non è raccontabile. «E’ un tema complesso che affrontiamo per gradi. In maniera semplice, trovando anche il linguaggio giusto, soprattutto per i più piccoli della scuola primaria. La risposta è viva, partecipe, interessata. L’Olocausto entra nelle loro vite anche attraverso i media, quindi si sono mostrati davvero interessati a capire cosa e perché fosse accaduto un evento così drammatico. Non c’è futuro senza memoria, la scuola è qui a ribadirlo.»

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Il messaggio della senatrice Liliana Segre:  «Un Paese che ignora il proprio ieri non può avere un domani » 

Milanese di famiglia ebraica, Liliana Segre è dal 19 gennaio 2018 senatrice a vita, nominata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione dell’80esimo anniversario delle leggi razziali. La quarta donna a ricoprire questa carica, dopo Camilla Ravera, Rita Levi-Montalcini ed Elena Cattaneo. Dei 776 bambini italiani deportati ad Auschwitz, Liliana Segre è una dei venticinque sopravvissuti. Invitata dal “V. Mennella” a partecipare alla Giornata, la senatrice ha inviato un messaggio alla comunità scolastica di Lacco Ameno. Ecco il testo: «Gentilissimi, Vi ringrazio infinitamente per l’invito che temo di non poter accettare. I miei primi 88 anni, uniti ai recenti (ed inattesi) impegni istituzionali, non mi concedono più molti margini. Da oltre trent’anni racconto ai giovani studenti la “mia memoria” perché bisogna rompere il silenzio. La rete é ormai ricchissima di mie interviste sulla memoria. Tra qualche settimana ce ne sarà una anche sulla web TV del Senato. Ai giovani isolani dite da parte mia che un Paese che ignora il proprio ieri non può avere un domani. I mie migliori auguri ai ragazzi e alle ragazze di Ischia, il futuro è nelle loro mani e la stella polare che li guiderà si chiama Costituzione.»

 

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